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Intelligenza Artificiale, la Ue mette sul piatto 2 miliardi di euro per non perdere la sfida con Usa e Asia

La Commissione Europea non vuole perdere la sfida globale sull’Intelligenza Artificiale, e annuncia nuovi fondi per un totale di 2 miliardi di euro al 2020 per spingere gli investimenti privati in un mercato che promette grandi cambiamenti in diversi settori, a partire dalla robotica, passando per l’assistenza sanitaria e la produzione industriale senza dimenticare il customer care.

L’iniziativa, formalizzata ieri, fa seguito alla richiesta dei leader europei di definire l’approccio dell’Europa all’intelligenza artificiale.

Andrus Ansip, Vicepresidente responsabile per il Mercato unico digitale, ha dichiarato: “Come già in passato il vapore e l’elettricità, l’IA sta trasformando il nostro mondo. Pone sfide nuove che l’Europa deve affrontare compatta se vogliamo che l’IA abbia successo e funzioni per il bene di tutti. Dobbiamo investire almeno 20 miliardi di euro entro la fine del 2020. La Commissione sta facendo la sua parte: oggi diamo ulteriore impulso ai ricercatori perché possano sviluppare la prossima generazione di tecnologie e applicazioni di IA, e alle imprese perché possano accettarle e adottarle”.

Il confronto con Asia e Usa

I paesi europei sono ben consapevoli del valore strategico e dei cambiamenti dirompenti in arrivo con l’Intelligenza Artificiale, e non più tardi di 10 giorni fa 24 Stati membri hanno siglato un accordo di collaborazione per lo sviluppo e la ricerca congiunta di nuove soluzioni legate a questo ambito. Anche l’Italia è consapevole della portata e delle conseguenze che l’AI avrà sul quadro regolatorio, come ha dichiarato due giorni fa il commissario Agcom Antonio Nicita, che ha fatto un appello per l’elaborazione di una strategia nazionale in materia.

Nel 2016 gli investimenti privati europei in Intelligenza Artificiale hanno raggiunto una quota compresa fra 2,4-3,2 miliardi di euro, a fronte dei 10 miliardi in Asia e i 18 miliardi negli Usa.

Alcuni paesi europei, come Francia e Regno Unito, hanno già messo l’IA in cima alla loro agenda digitale. A marzo, il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato investimenti pubblici per 1,5 miliardi in questo campo.

I fondi Ue

La Commissione Ue sta aumentando fino a 1,5 miliardi di euro i suoi investimenti in ricerca e sviluppo per il periodo 2018-2020 nel quadro del programma di ricerca e innovazione Horizon 2020. “Si prevede che tale investimento mobiliterà altri 2,5 miliardi di euro di finanziamenti dei partenariati pubblico-privato esistenti, ad esempio in mateira di big data e di robotica”, si legge nella nota della Commissione Ue diramata ieri, in cui la Commissione annuncia che fornirà appoggio all’elaborazione di una “piattaforma di IA a richiesta”, per offrire l’accesso alle risorse pertinenti all’IA nell’Ue a tutti gli utilizzatori.

Sarà inoltre mobilitato il Fondo europeo per gli investimenti strategici “per fornire a imprese e start up un sostegno aggiuntivo finalizzato agli investimenti in IA”, si legge nella nota, una misura ulteriore dalla quale la Commissione mira a mobilitare oltre 500 milioni di investimenti complessivi entro il 2020 “in diversi settore chiave”.

Per stimolare gli investimenti privati, la Commissione ha proposto infine una legislazione per consentire il riuso di volumi maggiori di dati e misure per semplificare la condivisione dei dati provenienti da alcuni servizi pubblici, quelli relativi all’ambiente e alla sanità.

Norme etiche allo studio

La Commissione presenterà entro il 2018 le sue linee guida etiche e giuridiche per lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale, basate sulla Carta Europea dei Diritti Fondamentali. Centrale in questo senso sarà il rispetto della Data Protection e della trasparenza dei dati, tanto più che la nuova ondata dell’IA promette di cambiare alla radice il contesto socio economico globale, con milioni di posti di lavoro che andranno persi e potenzialmente altrettanti nuovi posti che saranno creati dalle nuove tecnologie in arrivo.

Lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è strettamente legato al governo dell’algoritmo, alla sua accountability, un tema ormai imprescindibile per il legislatore europeo.

Entro la metà del 2019 la Commissione ha aggiunto che pubblicherà anche orientamenti sull’interpretazione della direttiva sulla responsabilità per danno da prodotti alla luce dell’evoluzione tecnologica, in modo da garantire chiarezza sul piano giuridico ai consumatori e ai produttori in caso di prodotti difettosi.

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