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Intelligenza artificiale ed emozioni: il futuro dell’empatia progettata è già qui

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Nell’ambito dell’IA si parla sempre più di sentimenti. Le tecnologie a disposizione, infatti, stanno compiendo sintomatiche evoluzioni nel comprendere le emozioni dell’utente. Con il confine tra servizi gratuito o a pagamento sempre più labile.

Le app di intelligenza artificiale sono tra gli strumenti più sviluppati del momento, a maggior ragione grazie al successo di ChatGPT di OpenAI.

Parliamo di IA di nuova generazione, come Gemini 1.0 – recentemente annunciata da Google – che potrebbe ben rivaleggiare (e chissà, superare) proprio la sua attuale controparte ChatGPT 4. Fermo restando che il 99% delle app di IA sono a pagamento oppure in abbonamento – considerata la rilevante affluenza di utenti registrata fin dal principio, la strada non poteva essere differente –, in attesa che il costo diminuisca con l’evolversi del loro sviluppo, c’è la possibilità, per l’utente “non pagante”, di sbloccare il piano free con alcune iniziative.

È il caso di Replika, un’applicazione di intelligenza artificiale (si presenta come una chat, offrendo ai propri clienti degli avatar personalizzati in grado di parlare e ascoltare) lanciata nel 2017 per colmare la solitudine di persone che, per qualsivoglia ragione, faticano a trovare l’amore o a stringere amicizie. Il chatbot emozionale Replika funziona su abbonamento, ed esistono differenti livelli.

L’app per parlare con un amico virtuale

Replika Pro offre agli utenti l’opportunità di poter accedere anche gratuitamente ai suoi servizi a pagamento per sfruttare funzionalità e caratteristiche avanzate, facendo leva su: programma di referall – strategia di marketing a costi contenuti che incoraggia i clienti a segnalare nuovi membri (passaparola) –, codici promozionali (che l’utente può riscattare così da ottenere, per un periodo limitato, l’accesso libero a Replika Pro), sistema di valuta virtuale (“Coins and Gems”), ovvero “monete” e “gemme” che possono essere guadagnate a seguito di varie attività e poi spese nello store (ad esempio, per aumentare la durata delle conversazioni in chat o sbloccare nuovi temi di dibattito).

Ciò detto, lo scorso febbraio il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti della società statunitense Luka Inc. – che sviluppa e gestisce l’app in questione –, la limitazione provvisoria del trattamento dei dati personali degli utenti italiani. Alla base del provvedimento del Garante Privacy sono state poste criticità collegate al trattamento dei dati personali dei minori.

IA emotiva e conforto digitale

A livello nazionale, da un recente studio che la startup indigo.ai ha commissionato a Dynata, emerge che quattro italiani su dieci ammettono di non sapere che cosa sia un chatbot e l’86% continua a preferire il dialogo con un operatore umano. Nel caso di Replika, parliamo di un algoritmo programmato per “comprendere” i sentimenti umani e, in qualche modo, “agevolare” il benessere emotivo. Creato dall’informatica Eugenia Kuyda, Replika rientra in quella branca dell’IA definita “affective computing” (chatbot emozionali) ed ha creato – e continua a creare – grande dibattito.

Su Facebook c’è un gruppo dedicato (“Replika: Romantic Relations”) che conta oltre seimila iscritti e molte persone hanno raccontato che il chatbot è stato loro di supporto per superare traumi, depressioni oppure per elaborare lutti. Oggi, in seguito ad una revisione degli aspetti interessati nella decisione dell’Autorità, è stata raggiunta un’intesa che ha permesso la riattivazione dei servizi di Replika in Italia.