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Intelligenza artificiale, come lo Stato può impiegarla per la Pa e la giustizia?

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Intelligenza artificiale al servizio dello Stato è uno degli obiettivi inseriti da Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, nel Piano Nazionale Innovazione. Ecco come il ministero intende impiegare l’IA per “gestire in maniera efficiente una serie di procedimenti amministrativi”.

L’Intelligenza artificiale (IA) è la nuova elettricità. E mentre Cina e Stati Uniti si fronteggiano per raggiungere la supremazia tecnologica nel mondo, in particolare sull’IA, l’Europa e l’Italia non possono restare a guardare.

Così Piano Nazionale Innovazione Paola Pisano, ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, prevede l’impiego dell’IA al servizio dello Stato. “L’intelligenza artificiale e i big data sono in grado di guidare i decisori pubblici verso scelte sempre più consapevoli, gestendo in maniera efficiente una serie di procedimenti amministrativi, specie se ripetitivi e a bassa discrezionalità”, si legge nel Piano. Progettare, sviluppare e sperimentare soluzioni di intelligenza artificiale applicata ai procedimenti amministrativi e alla giustizia eticamente e giuridicamente sostenibili significa dare attuazione moderna ai principi costituzionali che vogliono un’amministrazione efficiente e un processo giusto trasparente e breve. “Non è qualcosa che si possa scegliere se fare o non fare, è qualcosa che si deve fare”, mette nero su bianco il ministero dell’Innovazione e per la digitalizzazione (MID).

Ma come utilizzare l’IA per la PA?

“Abbiamo intenzione di introdurre e promuovere l’utilizzo di applicazioni di intelligenza Artificiale”, è scritto nel Piano Nazionale Innovazione, “nella gestione di procedimenti amministrativi, dei servizi con particolare attenzione al mondo della giustizia”.

Il primo passo sarà identificare, spiega il MID, i “procedimenti”, particolarmente adatti per l’utilizzo di sistemi di IA (rapporti tra le amministrazioni, servizi verso le imprese e i cittadini).

Successivamente, continua il dicastero guidato da Pisano, occorre insieme ai Ministeri competenti, definire le soluzioni di intelligenza artificiale idonee a governare i procedimenti nel rispetto dei principi etici e giuridici destinati a confluire nello Statuto etico giuridico dell’intelligenza artificiale, al quale sarà chiamato a lavorare l’AI Ethical Lab-el.

Che cos’è l’AI Ethical Lab-el?

La strategia per la promozione, sviluppo e adozione di soluzioni di intelligenza artificiale sostenibili prevede la creazione di una “Alleanza per l’intelligenza artificiale sostenibile”, spiega il MID nel Piano Nazionale Innovazione, un comitato al quale saranno invitati a aderire soggetti pubblici e privati. Il primo compito del Comitato sarà quello di elaborare, sulla base dei risultati dei diversi gruppi di esperti nazionali e europei che hanno già affrontato il tema, uno statuto etico-giuridico dell’intelligenza artificiale che, oltre a fissare un set minimo di principi-guida, stabilisca un insieme di regole minime per la qualificazione di soluzioni di intelligenza artificiale destinate al settore pubblico come a quello privato, una sorta di certificazione di sostenibilità etico-giuridica della soluzione che potrebbe poi tradursi in un certificato di superata valutazione di impatto etico sulla società. Infine, il ministero dell’Innovazione prevede di offrire gratuitamente online una piattaforma di e-learning per l’educazione di base all’intelligenza artificiale, così da consentire a chiunque di prepararsi alla trasformazione che avanza a casa, in famiglia, a scuola o al lavoro.