La sperimentazione

Intelligenza artificiale alle frontiere Ue, un avatar interrogherà i viaggiatori

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Primi test alle frontiere di Grecia, Lettonia e Ungheria. L’intelligenza artificiale e i big data renderanno i controlli più rapidi e precisi, un agente virtuale in più lingue eseguirà il test della verità sui viaggiatori extra europei prima di arrivare ai punti di controllo fisici.

Più di 700 milioni di persone passano ogni anno le frontiere europee, ponendo una serie di criticità non indifferenti in termini di procedure, di standard di sicurezza e di rispetto delle regole per un normale traffico di persone e merci in entrata.

L’aumento del traffico di tipo commerciale pone già di per sé dei problemi, soprattutto per i controlli e l’applicazione dei protocolli doganali, se poi ci si aggiungono anche i controlli destinati alle persone, di quelli che vengono ormai definiti clandestini, cioè immigrati irregolari sprovvisti di documenti e permessi, e i traffici illeciti di varia natura gestiti da gruppi criminali organizzati, la situazione alle frontiere dell’Unione europea (Ue) si fa di anno in anno più complessa.

I primi interventi da mettere sul tavolo, secondo Bruxelles, devono essere indirizzati alle procedure, che dovranno migliorare in termini di rapidità ed efficienza, salvaguardando da un lato i diritti dei cittadini, dall’altro i livelli di sicurezza prefissati.

Parte proprio da qui il progetto iBorderCtrl (Intelligent Portable Border Control System) finanziato dall’Ue con oltre 4 milioni di euro stanziati dal programma Horizon 2020, che sta lavorando allo sviluppo di una procedura innovativa progettata per accelerare gli attraversamenti delle frontiere terrestri e al tempo stesso migliorare la sicurezza utilizzando una combinazione di tecnologie d’avanguardia.

Il sistema iBorderCtrl mira infatti a ridurre il tempo che i cittadini extra Ue in regola con i documenti spendono ai controlli di frontiera terrestri, potenziando l’impiego della tecnologia di “rilevamento di menzogne (una specie di macchina della verità), “con l’obiettivo di aiutare la polizia di frontiera a identificare gli immigrati clandestini e prevenire la criminalità e il terrorismo”.

Le tecnologie utilizzate, si legge in una nota stampa Ue, comprendono: un sistema di rilevamento automatico delle menzogne, la verifica biometrica (biometrics module per la scansione delle impronte digitali e delle vene del palmo), la corrispondenza dei volti (Face Matching Tool), l’autenticazione dei documenti e uno strumento nascosto di rilevamento del corpo umano eventualmente nascosto nei veicoli in transito.

Inoltre, ha spiegato in un articolo sul sito della Commissione europea il coordinatore del progetto, George Boultadakis, di European Dynamics Luxembourg, “sono impiegate anche analisi integrate del controllo di frontiera, una valutazione basata sul rischio e un sistema utilizzato per il controllo incrociato delle informazioni sui viaggiatori raccolte dai social media o dai sistemi preesistenti”.

Come indicato anche sul sito web del progetto, “iBorderCtrl utilizzerà queste tecnologie per raccogliere dati che supereranno la biometria e passeranno ai biomarcatori della menzogna”.

I test del sistema iBorderCtrl saranno presto operativi ai valichi di frontiera terrestri in Grecia, Lettonia e Ungheria. Nei prossimi sei mesi, i tre paesi partner collauderanno la tecnologia in quattro diversi punti di attraversamento.

Fase uno: la raccolta dei dati online

I cittadini extra europei registrano e caricano tutta la documentazione di viaggio pertinente attraverso un sistema online utilizzando il proprio telefono cellulare, tablet o computer. Ai viaggiatori, sempre prima di arrivare alla frontiera Ue, viene quindi fatta (al momento su base volontaria) una serie di domande da un avatar (Automatic Deception Detection System) e le loro micro-espressioni non verbali vengono analizzate per determinare se stanno mentendo o meno.

Per migliorare la precisione del sistema, l’avatar è personalizzato per corrispondere al genere e alla lingua del viaggiatore. Gli attraversamenti potenzialmente illegali sono quindi contrassegnati in modo che le autorità di frontiera possano condurre controlli più approfonditi.

Fase due: l’arrivo alla frontiera

I viaggiatori precedentemente segnalati come a basso rischio subiscono una breve ulteriore verifica della loro documentazione. I controlli biometrici sono utilizzati per il controllo dell’identità. Per i viaggiatori che attraversano il confine con un veicolo, viene effettuato un ulteriore monitoraggio per rilevare la presenza di corpi umani nascosti all’interno (Hidden Human Detection Tool).