Key4biz

Intelligenza artificiale a servizio del cittadino, 5 milioni di euro per progetti pilota nella PA

Affrontare il tema dell’artificial intelligence (AI) significa dover aprire un confronto molto ampio tra tutti gli attori sociali, economici, politici e imprenditoriali del Paese e dell’Unione europea tutta. Diverse sono le sfide che dovremo superare: etiche, giuridiche, tecnologiche, culturali e relative alla relazione tra nuove tecnologie ed esseri umani, a cui si aggiungono quelle che derivano dall’utilizzo dell’AI nella Pubblica amministrazione, come l’eliminazione delle diseguaglianze, la misurazione dell’impatto, l’accompagnamento alla trasformazione, seguendo per tutte un approccio multidisciplinare e sistemico.

A febbraio 2017, il Parlamento europeo ha chiesto alla Commissione di proporre “norme in materia di robotica e di intelligenza artificiale”, per sfruttarne appieno il potenziale economico e garantire un livello standard di sicurezza e protezione.

L’obiettivo generale era sollevare il problema di come impostare questi standard, in modo da non essere costretti a seguire quelli eventualmente stabiliti da Paesi terzi: “In diversi Paesi sono previsti standard normativi per i robot e l’intelligenza artificiale, spetta all’Unione prendere l’iniziativa su come impostarli”, riportava una nota ufficiale di Strasburgo.

Lo scorso 21 marzo a Roma è stato presentato il Libro Bianco “L’Intelligenza Artificiale a servizio del cittadino, a cura della task force IA dell’Agenzia per l’Italia digitale.

Al suo interno sono illustrate le linee guida e le raccomandazioni “per l’utilizzo sostenibile e responsabile dell’Intelligenza Artificiale nella Pubblica amministrazione”.

La pubblicazione, si legge in una nota AgID, rappresenta “l’inizio di un percorso progettuale a livello nazionale”, che è supportato da un fondo da 5 milioni di euro destinato allo sviluppo di progetti pilota di Intelligenza Artificiale per le amministrazioni che collaboreranno con l’Agenzia all’individuazione delle iniziative.

L’iniziativa è rivolta alle amministrazioni pubbliche, tra cui scuole, strutture sanitarie, Comuni, Tribunali, Ministeri, e contiene raccomandazioni, suggerimenti ed indicazioni su come sfruttare al meglio le opportunità offerte dall’AI, limitandone criticità e aspetti problematici, per sviluppare servizi pubblici sempre più a misura di cittadino.

Numerosi i settori di applicazione dei progetti: i chatbot, ossia i robot che rispondono in tempo reale alle domande degli utenti, i sistemi automatici di diagnostica in grado di individuare velocemente la patologia di un paziente, le piattaforme automatiche per supportare gli insegnanti nella valutazione dei compiti scolastici, i sistemi avanzati di elaborazione dei dati per contrastare l’evasione fiscale e altro ancora.

Di recente, sul tema era già intervenuto Roberto Viola, attuale direttore generale DG CONNECT (Directorate General of Communication, Networks, Content and Technology) della Commissione europea: “Le persone devono poter controllare il proprio futuro e nessuna macchina può decidere al posto loro”, ha dichiarato Viola in una nota sul sito della Commissione.

In altre parole, se è chiaro che l’intelligenza artificiale cambierà radicalmente la nostra società, la nostra quotidianità e il modo di lavorare delle imprese, è altrettanto vero che spetta all’uomo e all’uomo soltanto guidare questo processo, stabilirne le regole e controllarne gli sviluppi attuali e futuri.

Il mondo investe oggi circa 3 miliardi di dollari in tecnologie per l’AI (artificial intelligence), se ne attendono 3,5 miliardi per la fine dell’anno in corso e per il 2023 gli investimenti potrebbero salire a 12,3 miliardi di dollari secondo un nuovo Report di Markets and Markets, con un tasso di crescita medio annuo (Carg 2018-2023) di quasi il 29%.

Partendo da 16 settori di applicazione, l’AI è in grado di aumentare la redditività delle imprese del 38% entro il 20235 secondo una recente analisi Accenture.

Exit mobile version