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Intel investirà 100 miliardi di dollari nei chip americani. Ma è Taiwan il cuore di questa industria

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Più chip USA e più posti di lavoro, i piani di Intel per l’America

Secondo quanto riportato da un comunicato stampa del colosso tecnologico americano, entro i prossimi cinque anni saranno investiti negli Stati Uniti circa 100 miliardi di dollari per potenziare ed espandere la capacità di produzione di chip nazionale, accelerando l’adozione di tecnologie all’avanguardia da parte dell’industria e delle imprese.

Si stima che tale operazione possa favorire la nascita di almeno 10 mila nuovi posti di lavoro nelle aziende tecnologiche, altri 20 mila nell’edilizia e ulteriori 50 mila tra lavori diretti e indiretti tra fornitori e imprese dell’indotto.

Lo spot elettorale per Biden?

L’annuncio è arrivato dopo che il Dipartimento del Commercio del Governo degli Stati Uniti, tramite il Chips and science act, ha finanziato con 8,5 miliardi di dollari i progetti Intel di produzione di chip in Arizona, New Mexico, Ohio e Oregon.

Un ottimo spot elettorale per la corsa alle presidenziali 2024 da parte dell’attuale Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, che spera in una rielezione alla Casa Bianca.

Come ha ben spiegato il Segretario del Commercio USA, Gina Raimondo: “Non c’è nessuno che si preoccupi più del presidente Biden di rivitalizzare il settore manifatturiero americano, e l’annuncio di oggi rappresenta un enorme passo avanti verso la garanzia della leadership americana nel settore manifatturiero per il 21° secolo”.

Complessivamente, tra finanziamenti diretti e prestiti, il Governo americano verserà ad Intel non meno di 20-30 miliardi di dollari per quest’operazione. La società con sede a Santa Clara in California beneficerà quindi un credito d’imposta sugli investimenti di circa il 25%.

L’intelligenza artificiale sta potenziando la rivoluzione digitale e tutto ciò che è digitale ha bisogno di semiconduttori. Il sostegno del CHIPS Act contribuirà a garantire che Intel e gli Stati Uniti rimangano in prima linea nell’era dell’IA, mentre nel frattempo costruiremo una catena di approvvigionamento di semiconduttori resiliente e sostenibile tesa a proteggere gli interessi nazionali e il futuro economico del Paese”, ha dichiarato Pat Gelsinger, CEO di Intel.

I chip e la geopolitica. Le centralità di Taiwan

Una faccenda che non riguarda solo un Paese, ma il mondo intero. Tutto ciò che è digitale ed informatica necessità di chip e semiconduttori. La corsa all’IA, all’elettrificazione, alla quantistica e alla cybersecurity sta facendo impennare la domanda globale di questi prodotti, innescando una tensione geopolitica fortissima, polarizzata soprattutto attorno a Stati Uniti e Cina.

Taiwan ne è un esempio, nodo cruciale che intreccia destini tecnologici, economico-finanziari e strategici di molti Paesi. Controllare quest’isola significa porre sotto il proprio controllo un mercato vastissimo e allo stesso tempo influenzare direttamente interi settori industriali di mezzo mondo.

Da sola, la TSMC di Taiwan detiene una quota del 60% dei ricavi globali provenienti dal mercato dei chip.

Di seguito i primi dieci produttori al mondo per ricavi:

  1. TSMC (Taiwan) 16,73 miliardi di dollari
  2. Samsung (Corea del Sud) 3,44 miliardi di dollari
  3. GlobalFoundries (Stati Uniti) 1,84 miliardi di dollari
  4. UMC (Taiwan) 1,78 miliardi di dollari
  5. SMIC (Cina) 1,46 miliardi di dollari
  6. HuaHong Group (Cina) 845 milioni di dollari
  7. Tower Semiconductor (Israele) 356 milioni di dollari
  8. PSMC (Taiwan) 332 milioni di dollari
  9. VIS (Taiwan) 269 milioni di dollari
  10. DB Hitek (Corea del Sud) 234 milioni di dollari

Stando ai dati, infatti, il 46% della capacità mondiale di produzione chip è legata a Taiwan, un 26% alla Cina e un 12% alla Corea del Sud. Solo un 6% dipende dalle fonderie americane e un 2% da quelle giapponesi. Si stima che i ricavi nel mercato globale dei semiconduttori raggiungeranno i 613,10 miliardi di dollari nel 2024. Circa un terzo di questi 199 miliardi di dollari) sarà generato in Cina secondo dati diffusi da Statist

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