Antitrust

Inquinamento: Bmw e Volkswagen sanzionate dall’UE per 875 milioni di euro

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Vestager (UE): “La concorrenza e l'innovazione nella gestione dell'inquinamento automobilistico sono essenziali affinché l'Europa raggiunga gli obiettivi del Green Deal. E questa decisione dimostra che non esiteremo ad agire contro tutte le forme di condotta di cartello che mettono a repentaglio questo obiettivo”.

Le multe a Volkswagen e BMW

Mettersi d’accordo nel tempo e conseguire obiettivi economici comuni, a scapito del mercato e della libera concorrenza, equivale a fare cartello e violare le regole antitrust, secondo la Commissione europea. Per questo Bmw e Volkswagen sono state multate per una cifra complessiva di oltre 875 milioni di euro.

La decisione è stata maturata partendo dal presupposto che i tre giganti dell’automotive hanno fatto cartello per ostacolare volontariamente lo sviluppo e il pieno utilizzo di tecnologie non inquinanti, di fatto utilizzabili nel comparto della mobilità e dei trasporti per la riduzione delle emissioni climalteranti.

Inizialmente c’era anche la Daimler sul banco degli imputati, poi grazie al suo ruolo di primo piano nel denunciare tutto alla Commissione, ha usufruito della cancellazione totale della sanzione.

Volkswagen (di cui fanno parte anche Audi e Porsche) e BMW si sono viste invece recapitare multe rispettivamente per 502,3 milioni di euro (ammenda ridotta del 45% per comportamento collaborativo) e 372,8 milioni di euro.

Tutte le parti, alla fine, hanno riconosciuto il proprio ruolo in questa storia, dichiarando di voler trovare un accordo per la chiusura del caso.

L’accusa di Bruxelles

Tutte le case automobilistiche coinvolte possedevano tecnologie avanzate in grado di ridurre le emissioni inquinanti, ben oltre quanto richiesto dagli standard dell’Unione, ma hanno preferito di evitare ogni competizione sull’utilizzo di tali soluzioni. Non tolleriamo collusioni tra aziende di questo tipo, perché si violano le regole antitrust”, ha dichiarato in una nota ufficiale Margrethe Vestager, vicepresidente della Commissione europea.

La concorrenza e l’innovazione nella gestione dell’inquinamento automobilistico sono essenziali affinché l’Europa raggiunga gli ambiziosi obiettivi del Green Deal. E questa decisione dimostra che non esiteremo ad agire contro tutte le forme di condotta di cartello che mettono a repentaglio questo obiettivo”, ha aggiunto la Vestager.

Secondo l’accusa, per oltre 5 anni i Big dell’automotive hanno volontariamente violato regole antitrust e limiti di inquinamento per ottenere vantaggi di gruppo. Avevano le tecnologie giuste, ma non le hanno volute utilizzare.

Dal 2009 al 2015 gli incontri hanno fatto in modo che le case automobilistiche non si facessero concorrenza, ma collaborassero per obiettivi comuni, manipolando lo scenario reale a loro vantaggio, ostacolando concretamente il percorso dell’Europa verso le zero emissioni e la neutralità climatica.