Il confronto

Innovazione e tradizione tra Beatles e Rolling Stones. E tu con chi ti schieri?

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Conformisti e anticonformisti: un dualismo che da sempre accompagna i grandi del mondo e che negli anni Sessanta ha trovato il suo apice nel confronto fra Beatles e Rolling Stones.

Gli anni Sessanta (i mitici, come direbbe qualcuno) sono stati uno spartiacque straordinario tra la cultura convenzionale del tempo, con le sue regole e i suoi principi, e la spinta anticonformista dei giovani dell’epoca, veicolata prevalentemente dalla musica, dall’abbigliamento e dal linguaggio.

Conformisti da un lato e anticonformisti dall’altro: una dualità che ha sempre accompagnato la storia del mondo e che in quegli anni si giocava tra due schieramenti contrapposti, padri contro figli e viceversa, ciascuno con le sue ragioni, i suoi gusti, i suoi stili.

Certo non è roba completamente nuova. Le divisioni duali hanno sempre accompagnato i grandi eventi dell’immaginario collettivo e dei fatti storici concreti e non sempre la diatriba tra Montecchi e Capuleti riusciva a trovare la sintesi nella Giulietta e nel Romeo di turno.

De Crescenzo ci ha ricordato lo scontro tra i fautori del Presepe e i difensori dell’Albero di Natale, tra i militanti della doccia e i cultori del bagno. Ma negli anni Sessanta, gli anni dello scontro generazionale ma anche dell’ottimismo e del progetto di futuro, la partita si giocò su tanti fronti. In Italia si guerreggiava tra i sostenitori della Vespa e quelli della Lambretta, tra i tifosi del Milan e quelli dell’Inter (le due squadre italiane che portavano a casa tutte le coppe internazionali).

Ma in quegli anni lo scontro totale, il confronto titanico tra due modi diversi di vedere il mondo era tra i fan dei Beatles e quelli dei Rolling Stones.

Una volta John Lennon disse: “…qualunque cosa facciamo, Mick Jagger e i suoi ci imitano…”.

Per John Lennon, i Rolling Stones erano dei follower.

Tuttavia Beatles e Rolling Stones svilupparono distinti set di tecniche e strategie che consentirono loro di essere, ciascuno per proprio conto, innovativi e disruptive rispetto alle regole dell’epoca.

Il quesito è (senza voler rinverdire dualità di altri tempi): sia tu un leader, un imprenditore o un manager, a quale dei due stili ti senti più vicino?

Quale approccio al lavoro e quale creatività senti più tua?

Vediamo come e in che misura le due band si possono considerare innovative.

Resta a te decidere su quale dei due versanti schierarti.

The Beatles

Iniziamo con i Beatles, che potremmo così descrivere:

  • La capacità di miscelare tanti stili diversi

Tutti i grandi artisti attingono dalle buone idee degli altri, prendendone frammenti determinanti. I Beatles hanno preso da Bob Dylan, da Elvis Presley e da tanti altri, dando però luogo a risultati completamente freschi e seduttivi. Erano capaci di sintetizzare dei trends e tradurli in un nuovo sound, creando una nuova experience. I Beatles furono talmente arditi nella loro azione di caccia sulle belle idee degli altri al punto da essere citati in giudizio da Chuck Berry (peraltro uno dei loro idoli), secondo il quale “Come Together” aveva non solo gli stessi accordi ma anche un testo troppo simile a “Can’t Catch Me”.

Innovazione è anche aver la capacità di prendere il meglio delle idee e degli stili che stanno intorno a te e in questo i Beatles erano dei maestri.

  • L’uso di strumenti diversi

I Beatles hanno iniziato la loro attività come una normale rock band, ma hanno via via cominciato a usare strumentinon convenzionali per lo stile musicale abbracciato: dal sitar indiano ai quartetti d’archi (Lady Jane dei Rolling Stones venne dopo).

I Beatles cercavano sempre nuovi suoni e per questo le loro sessioni di registrazione erano sedute di sperimentazione.

  • L’apertura costante verso nuove tecnologie

I Beatles furono tra i primi a usare la tecnica del double tracking, ovvero incidere su una traccia dove era stata già preregistrata la propria voce o la propria esecuzione musicale.  Furono tra i primi a usare i video e furono una delle prime band ad esibirsi in diretta in TV. Non temevano le nuove tecnologie, anzi sperimentavano tutto per creare suoni nuovi e attrarre nuovi fans.

  • La collaboration

Paul McCartney una volta disse: “quando scivevamo assieme, spesso John dava il primo verso ed era sufficiente: era la direzione, la lavagna, l’ispirazione da cui si partiva per costruire l’intero pezzo”. I Beatles furono capaci di collaborare intensamente tra loro, offrendosi vicendevolmente spunti si cui lavorare collettivamente per un obbiettivo comune.

L’innovazione è anche capacità di offrire suggestioni reciproche su cui lavorare

Insieme.

  • La prolificità della produzione

Fino al momento dello scioglimento, i Beatles usualmente producevano due album all’anno. La loro capacità di comporre nuove canzoni a ciclo continuo li qualificò di fatto come una band obbligata a innovare continuamente, per non ripetersi. Condannati a proporre sempre cose nuove, in competizione anche con se stessi.

The Rolling Stones

 

Sul versante opposto i Rolling Stones, per i quali potremmo tracciare, con analogo criterio, gli elementi caratterizzanti anche in questo caso in 5 punti:

  • Come presentarsi contro corrente

Inizialmente i Rolling Stones non avevano un’immagine propria, uno stile riconoscibile. Nei primissimi tempi cercarono di emulare i Beatles (anche loro con la divisa, pur senza avere un taglio di capelli unico come nel caso dei Beatles), ma quando arrivò il loro nuovo uomo delle PR, Andrew Loog Oldham, che suggerì di non avere uno stile riconoscibile e unico. I loro abiti diventarono un’accozzaglia di stili (fino alle camice merlettate settecentesche sui jeans) e le loro abitudini trasandate e strafottenti: un loro modo di interpretare una vita tutta Rock ‘n Roll. A partire dal loro look ribelle, la musica e le parole dei Rolling Stones si trasformarono in una dichiarazione di guerra contro l’establishment della scena musicale dell’epoca.

Definendo se stessi come icone di contro-cultura, i Rolling Stones lanciarono così la loro originalità e la loro musica provocatoria.

  • L’esercizio continuo che costruisce l’obiettivo finale

I Rolling Stones nacquero come cover band di blues. Giunsero alla prima notorietà suonando i pezzi di Chuck Berry e solo dopo trovarono un proprio stile. Solo provando e riprovando trovarono la loro strada e il loro stile.

I Rolling Stones divennero quelli che conosciamo dopo aver metabolizzato i classici dell’epoca, coniugandoli al loro genere. Innovarono solo dopo aver acquisito piena consapevolezza e confidenza della propria piattaforma musicale e comportamentale.

  • Longevità e tasso di produttività: obbligati a rinnovarsi continuamente

I Rolling Stones sono una delle band più longeve della storia del rock. Mick Jagger gioca ancora sul fatto di riuscire ad indossare gli abiti di scena che usava nei concerti dei primi anni Sessanta (“..riesco ancora a entrarci dentro e tirare su le zip…”). Anche se la loro longevità è oggetto di sorpresa ma anche di qualche battuta ironica, senza dubbio hanno trovato un modo innovativo di gestire la propria immagine e la percezione di se stessi presso il pubblico mondiale, abbracciando almeno quattro generazioni di fans.

La loro abilità nel continuare ad esibirsi senza diventare la parodia di se stessi è possibile grazie alla capacità di innovare continuamente performance, musiche, stili, parole ecc.

  • Alta adattabilità

I Rolling Stones hanno una straordinaria capacità di adattamento (da qui la loro longevità, spiegabile solo darwinianamente) e non hanno mai avuto paura del cambiamento. Quando Brian Jones, uno dei fondatori della band, cominciò ad avere problemi seri con le droghe e non resse più il ritmo di vita della band, Jagger e compagni lo lasciarono al suo destino. Quando i gusti dei fans cambiarono, i Rolling davano ai fans ciò che i fans di volta in volta chiedevano, dalle canzoni a tema alle arie psichedeliche.

I Rolling Stones si sono sempre dimostrati aperti ad ogni cambiamento: di look, di musica, infine di team. La loro abilità di stare al passo del cambiamento ne ha fatto campioni di adattamento e di innovazione.

  • Come lavorare sotto pressione

Nel 1971 agli Stones fu reclamato dallo Stato un conto salato di tasse, una mazzata talmente pesante da obbligarli all’esilio nel sud della Francia (testimoniato dal brano “Exile on Main Street”).

Stessa sorte toccò peraltro anche a personaggi come Phil Collins, Michael Caine, Sean Connery, David Bowie, per citare alcuni tra i nomi più noti. All’epoca il fisco inglese non perdonava: ricordate la canzone dei Beatles “TaxMan” con la famosa frase “…One for you, nineteen for me…”, riferita alla voracità dell’esattore?

Alla fine gli Stones hanno dimostrato di poter neutralizzare la pressione e di poter innovare anche con la pistola puntata.

A questo punto a voi la scelta. Come manager o imprenditore ti senti più vicino alla innovazione introspettiva dei Beatles o all’innovazione trasformativa dei Rolling Stones?