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Infrastrutture strategiche: stimata spesa di 44 trilioni di dollari per energia, digitale e Difesa entro il 2040

Investire in infrastrutture moderne per trasformerà il mondo

Il mondo sta entrando in una nuova era caratterizzata da infrastrutture avanzate dall’alto valore strategico, in cui energia, digitale e Difesa diventano i pilastri su cui si costruirà la prossima economia globale.
Secondo il Report di McKinsey & Company dal titolo “The infrastructure moment“, entro il 2040 sono stimati come necessari 106 trilioni di dollari di investimenti cumulativi per costruire, aggiornare e digitalizzare le infrastrutture strategiche globali.

Di questi, 44 trilioni di dollari saranno concentrati su tre comparti centrali: energia, digitale e Difesa. Un asse strategico che ridefinirà la crescita industriale e gli equilibri geopolitici dei prossimi decenni.

Infrastrutture energetiche: 23 trilioni per sostenere la transizione e la sicurezza

Le infrastrutture energetiche rappresentano il cuore della trasformazione. McKinsey stima un fabbisogno di 23 trilioni di dollari entro il 2040, spinti dall’aumento della domanda, dalla crescita urbana e dalla corsa alla decarbonizzazione.

Due le priorità principali:

Tra il 2010 e il 2023, la capacità installata di eolico e solare è aumentata in media del 20% l’anno. Nello stesso periodo:

Tuttavia, la transizione non è lineare. Nel primo trimestre 2025, gli investimenti in solare e storage sono calati rispettivamente del 40% e dell’80% rispetto all’anno precedente, riflesso di incertezze fiscali e regolatorie, ma anche della volontà politica, in alcuni casi, di ‘affossare’ i programmi green.

Nonostante la volatilità e alcune resistenze, la direzione è chiara: chi investirà in batterie grid-scale, idrogeno verde, acciaio low-carbon e nucleare modulare garantirà un vantaggio competitivo di lungo periodo.
La sicurezza energetica torna così al centro delle politiche industriali e militari globali.

Infrastrutture digitali: 19 trilioni per alimentare l’intelligenza artificiale

Il secondo grande asse è rappresentato dalle infrastrutture digitali, destinate a mobilitare 19 trilioni di dollari entro il 2040.
Il boom dell’intelligenza artificiale (AI) e del cloud computing sta riscrivendo le priorità di investimento di governi e grandi gruppi industriali.

Nel 2025, Amazon, Google, Meta e Microsoft è stimato investiranno oltre 400 miliardi di dollari in data center e reti AI.
La domanda globale di potenza di calcolo aumenterà del 50% entro il 2027, con impianti sempre più energivori: oggi i data center raggiungono i 200 megawatt, contro i 30 di un decennio fa.

In Irlanda, queste infrastrutture assorbono già il 21% dei consumi elettrici nazionali, tanto da spingere il Governo a imporre un blocco alle nuove connessioni fino al 2028 per evitare sovraccarichi di rete.

Energia e digitale: la convergenza inevitabile

La linea di confine tra infrastrutture energetiche e digitali è ormai scomparsa.
Nel 2024 è nato il Global AI Infrastructure Investment Partnership, promosso da BlackRock, Global Infrastructure Partners, MGX e Microsoft, con l’obiettivo di raccogliere 100 miliardi di dollari, di cui 30 miliardi già stanziati, per costruire campus AI alimentati da rinnovabili e sistemi di storage.

In parallelo, il fondo sovrano ADQ di Abu Dhabi, insieme a Energy Capital Partners, ha annunciato 25 miliardi di dollari di investimenti negli Stati Uniti per sviluppare 25 gigawatt di capacità elettrica destinata ai data center.

Il messaggio è evidente: il digitale è diventato infrastruttura critica e non può più esistere senza una solida base energetica.
In questo, è da tenere in conto che la Cina sta delineando una strategia ambiziosa per imporsi come leader globale nell’applicazione dell’AI al settore energetico entro il 2030.

Infrastrutture per la Difesa: 2 trilioni per la sicurezza del futuro

Il terzo pilastro riguarda le infrastrutture per la Difesa, con investimenti stimati in 2 trilioni di dollari entro il 2040.
La sicurezza nazionale non si misura più solo in armamenti, ma nella resilienza delle reti, nella protezione dei dati e nella digitalizzazione delle basi militari.

Paesi come Australia, Giappone e i membri della NATO stanno investendo in basi modulari, hub di comunicazione sicuri e reti radar avanzate.
Le nuove infrastrutture difensive sono progettate per uso duale, capaci di operare sia in ambito militare sia civile, a supporto di emergenze o catastrofi naturali.

Tecnologie come la stampa 3D, l’Internet of Things e i sistemi di monitoraggio predittivo stanno già rivoluzionando la costruzione e la manutenzione di queste infrastrutture strategiche.

Asia al centro: 70 trilioni di dollari di investimenti infrastrutturali

L’asse degli investimenti si sposta a Est.
L’Asia assorbirà oltre 70 trilioni di dollari, pari a circa due terzi del totale mondiale.
Seguono le Americhe con 16 trilioni e l’Europa con 13 trilioni, focalizzati su rinnovabili, reti intelligenti e digitalizzazione del tessuto produttivo.

Il continente asiatico sarà il motore delle nuove infrastrutture globali, trainato da urbanizzazione, industrializzazione e crescente domanda tecnologica.
La Cina ospita il maggior numero al mondo di poli territoriali ad alta densità di ricerca, imprese e università (innovation cluster).
Una dinamica che ridisegnerà anche le catene di fornitura globali, spostando centri decisionali e industriali verso l’Indo-Pacifico. Caratterizzando l’area con tensioni geopolitiche crescenti.

Infrastrutture interconnesse: il futuro è nelle convergenze

Le infrastrutture del XXI secolo non sono più settoriali, ma interconnesse.
Energia, digitale e Difesa convergono in un unico ecosistema tecnologico e operativo:

Nel biennio 2023-2024, il 75% dei capitali raccolti dai principali fondi infrastrutturali è stato destinato a strategie multi-settoriali.
Esempi di rilievo sono l’EQT Infrastructure VI (21,5 miliardi di euro) e l’Antin Fund V (10,2 miliardi di euro), entrambi focalizzati su progetti che combinano energia, digitale e trasporti.

Le infrastrutture come fondamento della nuova geopolitica

Non è solo una corsa economica, ma una nuova competizione geopolitica: chi controllerà le infrastrutture del futuro — Stati Uniti, Cina, Europa o India — controllerà anche i flussi energetici, informativi e strategici del pianeta.

Le infrastrutture sono dunque il terreno su cui si costruisce la sovranità industriale del XXI secolo, dove intelligenza artificiale, energia pulita e sicurezza nazionale diventano asset critici in grado di plasmare il futuro del mondo e delle nostre società.

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