L'intervento

Industry 4.0: il ministro Calenda, ‘Serve piena connettività per la manifattura del futuro’ (Video)

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Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha annunciato, all'assemblea generale di Confindustria, le nuove linee programmatiche per la crescita: innovazione e internazionalizzazione, banda ultralarga e Industria 4.0

L’economia italiana deve ripartire dalle reti. “Senza una piena connettività, ogni progetto di costruire la manifattura del futuro e di sviluppare altri business ad alto valore aggiunto fallirebbe”. È quanto ha affermato il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, all’assemblea generale di Confindustria a Roma.

Non possiamo più rimanere in balia dei veti locali quando si parla di infrastrutture fondamentali o avere processi legislativi infiniti. Affrontare così la competizione internazionale è impossibile!”.  Il ministro imposta subito il suo intervento valutando le vulnerabilità del Paese in termini strutturali e politici: da una parte le reti di nuova generazione, dall’altra un’azione politica più incisiva legata alle riforme sul tavolo.

Le linee programmatiche identificate dal Ministro seguono due filoni principali, spiegano dal MiSE: le politiche industriali attive (innovazione, internazionalizzazione e crescita dimensionale di impresa) e le politiche per la produttività totale dei fattori (concorrenza, energia e telecomunicazioni).

Le iniziative che metteremo in campo possono essere ricondotte a due filoni: le politiche industriali attive e le politiche per la produttività totale dei fattori. Per quanto riguarda le prime i tre assi fondamentali di investimento saranno innovazione, internazionalizzazione e crescita dimensionale”, ha precisato il ministro, “l’innovazione avrà come perno il nuovo manifatturiero, quell’industria 4.0 di cui molto si parla ma che per ora ha prodotto poche iniziative concrete”.

Istituzioni quindi più veloci ed efficienti, riproponendo l’ottica di Governo di un’azione orientata alla crescita, che siano in grado di intervenire concretamente in più campi: dalle infrastrutture alle competitività, dall’innovazione tecnologica alle competenze.

Se l’export dal 2001 è cresciuto più di 150 miliardi di euro è pur vero che il grado di internazionalizzazione della nostra economia è ancora di 15 punti inferiore a quello della Germania”. In tal senso è attesa da tempo la presentazione ufficiale del piano ministeriale “Manifattur@Italia” e in termini di risorse finanziarie un recente Rapporto Roland Berger richiamato dal Sole 24 Ore indica in 5-6 miliardi di euro gli investimenti aggiuntivi da qui al 2030 nel settore industriale e manifatturiero.

In Germania il Governo ha già investito mezzo miliardo di euro nell’Industry 4.0 e nella manifattura digitale e automatizzata, favorendo il lancio di 22 progetti e la realizzazione di 11 centri di competenza nazionale per aiutare le imprese. Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti si muovono sugli stessi binari, anche in termini di standard e regolamentazione, il resto del mondo ancora rimane a guardare.

Entro settembre il Governo italiano e il MiSE porteranno a termine un piano strategico e operativo, col fine di: “concentrare le risorse sulle iniziative esistenti che funzionano”. “Per essere efficace una misura deve avere la dimensione adeguata”, ha spiegato Calenda, “non ha alcun senso ad esempio lanciare un programma sulle “smart cities” il cui stanziamento non renderebbe smart neanche un quartiere di Roma”.

Il lavoro di inquadramento è già iniziato al ministero e da questa settimana, ha assicurato il responsabile dello Sviluppo, prenderà il via un lungo confronto con le imprese. “Conto di presentare il piano prima della pausa estiva e di inserire le misure nella prossima legge di stabilità, anche attingendo alle risorse liberate dal riordino degli incentivi”.

Fondamentale per la connettività del Paese è la banda ultralarga: “A giorni lanceremo le gare. Questo

investimento è fondamentale anche per industria 4.0”.

Il documento di Roland Berger (“The Industrie 4.0 transition quantified – How the fourth industrial revolution is reshuffling the economic, social and industrial model“) stima in 420 miliardi di euro i profitti dell’Industry 4.0 in Europa nel 2035, per quasi 7 milioni di nuovi posti di lavoro.