L’Indipendenza Digitale rappresenta una priorità strategica emergente per governi, imprese e cittadini, con l’obiettivo di gestire l’innovazione e la trasformazione digitale costruendo un ecosistema in grado di proteggere servizi critici, infrastrutture e dati in modo autonomo e resiliente.
Per accelerare questo percorso fondamentale è la politica e alla Prima Conferenza in Italia sull’Indipendenza Digitale, promossa e organizzata da Key4biz, in collaborazione con ReD OPEN – Spin-off Università degli Studi di Milano Bicocca, si è dato il palco proprio ai rappresentati delle Istituzioni.
Il primo ad intervenire nel panel dal titolo “Parlamento e Indipendenza Digitale: priorità italiane ed europee” è stato Andrea Casu, VP, IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), Camera dei Deputati.

Si deve partire dal confronto e ha ricordato Casu che proprio ieri “abbiamo avuto in commissione il Commissario europeo alla sicurezza dello Spazio europeo, Kubilius, e abbiamo ribadito che si sta parlando adesso di una legislazione europea in cui è necessario inserire dei criteri di premialità, che consentano al ministero dei Lavori pubblici di sfruttare anche la crescita dell’economia dello Spazio, che sarà sostanziosa nei prossimi 10 anni, come leva per realizzare la nostra politica digitale. Perché se la rete verrà creata attraverso infrastrutture spaziali, noi dobbiamo essere in grado di riorientare la nostra politica industriale. Sui satelliti non possiamo essere spettatori che pagheranno per accedere ai servizi a un costo che è stato determinato da chi può pagare di più”.
“Non possiamo limitarci a dire avanziamo a livello europeo come semplici reseller. Noi non saremo in grado di gestire i processi e difenderci dai cambiamenti troppo rapidi e fuori controllo. Sia Europa, sia la Nato, sono in ritardo sul campo della premialità dei contratti. I player europei non hanno stimoli per recuperare il gap, accelerare nella crescita e nella capacità di competere”, ha sottolineato Casu.
Riguardo all’annuncio del ministro Salvini della sperimentazione di Starlink sui treni dell’alta velocità in Italia, Casu ha sottolineato che “quando si parla della connettività, della rete ferroviaria italiana, non stiamo parlando solo della velocità con cui carichiamo le celle a bordo mentre ci muoviamo in treno. Stiamo parlando di sistemi europei, ERTMS, European Rail Traffic Management System, di una nuova tecnologia che dovrebbe portare a una transizione oltre GSM-R, Global System for Mobile Communications – Railway, nell’ambito del 5G, per cui sono stati definiti programmi precisi. Questo tipo di transizione riguarda la sicurezza ferroviaria, riguarda mezzi sempre più tecnologici che vanno a 300 km/h di velocità, passando dei centri urbani e che devono avere dei sistemi chiusi, protetti, direttamente gestiti a livello nazionale. Bisogna fare molta attenzione su questo e lavorare seriamente sul concetto di sicurezza nazionale tecnologica.
La sovranità digitale non può essere solo una parola e non può essere questione di mettere il nostro paese al servizio dei programmi digitali di questo o quel Paese”.
“Sono sempre stata scettica sul concetto di indipendenza, intesa come autarchia – ha dichiarato Giulia Pastorella, IX Commissione (Trasporti, Poste e Telecomunicazioni), Camera dei Deputati – e auspico maggiore diversificazione del rischio e una maggiore autonomia. Nel rapporto si parla di tutti i settori in cui subiamo una qualche forma di dipendenza. C’è la questione Starlink, ma non solo questa, perché tutti i player internazionali possono fare ‘on’/’off’ rispetto ai servizi digitali che offrono all’Europa.
La consapevolezza di questo in politica va aumentata a tutti i livelli”.

“I data center sono centrali in questo discorso. La regolamentazione europea vede una forte spinta sul modello francese, che si poneva questa domanda: basta che i data center siano solo ubicati su territorio azionale per stare tranquilli? No, serve anche un attore europeo e una ownership per l’ubicazione legale non solo fisica dell’infrastruttura.
Non dobbiamo solo proteggerci dagli attacchi, ma chiderci sotto quale tutela giuridica è l’infrastruttura. Una sicurezza legata al framework giuridico che ci dice chi può accedere e cosa può farci con i dati raccolti nei server”, ha precisato Pastorella.

“Il mondo è sempre più complesso. L’indipendenza energetica è difficile ma le soluzioni si intravedono, nel settore tecnologico la situazione è molto più complicato trovare l’exit strategy. Pensiamo ai nuovi computer quantistici, un giorno arriverà il quantum day, quando tutti i computer bucheranno i sistemi crittografici più avanzati. L’unica soluzione è non subire dall’estero le nuove tecnologie puntando sulle soluzioni proprietarie in casa. Nel settore energetico abbiamo avuto l’energy manager, esperto di indipendenza e sicurezza energetica negli enti pubblici, serve lo stesso da un punto di visto tecnologico. Ci saranno anche qui piccole aziende che avranno difficoltà ad adattarsi, ma la politica potrebbe definire una figura di questo tipo e aiutare tutte le realtà in questo percorso di maggiore sicurezza digitale. Il futuro è difficile da immaginare e pensare che la politica possa oggi trovare delle soluzioni in grado di anticipare le criticità dei prossimi anni è difficile, anche per le evidenti difficoltà di stare al passo con l’innovazione”, ha detto Antonio Trevisi, 6ª Commissione (Finanze e tesoro), Senato.
“La Cina e gli Usa potrebbero un giorno tagliare i servizi digitali per l’Europa. Un piano B potrebbe anche essere l’assegnazione di quote per favorire imprese europee ed italiane. Dovremmo puntare su questo, sulle tecnologie sviluppate in casa, dobbiamo però essere aperti mentalmente e puntare su un cambiamento culturale di cui la politica ha tanto bisogno”, ha concluso Trevisi.