La tecnologia

Incendi: nel Mediterraneo aumenteranno. Per combatterli useremo nanosatelliti, IA e cloud

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Brucia l’Italia delle regioni centrali e meridionali. Negli ultimi 20 anni in fumo più di 8,5 milioni di ettari (un'area grande 3,5 volte la Sardegna). Fondamentale migliorare gli strumenti di raccolta dati, analisi e reportistica sugli incendi sul nostro territorio. Ecco le tecnologie a nostra disposizione e come funzionano.

Gli incendi in Italia, i numeri

Nella giornata di ieri, domenica 1° agosto, i Vigili del Fuoco hanno affrontato in tutta Italia 1.508 incendi, impiegando più di 5.000 unità sul campo, mentre nei cieli volava l’intera flotta dei 15 Canadair a disposizione del nostro Paese.

Dal 15 giugno ad oggi sono stati 37.407 gli interventi del corpo dei Vigili del fuoco per incendi boschivi, più di 700 solo nelle ultime 24 ore, soprattutto nel Centro Sud.

Dalla Sardegna alla Sicilia, fino ai roghi terribili di ieri in Abruzzo, in particolare nella zona di Pescara, in troppe regioni italiane si è fatto i conti con l’ennesima estate funestata dagli incendi.

In un’epoca connotata dall’emergenza climatica e dall’aumento della temperatura media globale, in larga dovuto dall’elevata concentrazione di gas serra, tra cui CO2 e metano, veder andare letteralmente in fumo boschi e foreste non solo fa male e fa arrabbiare, ma preoccupa sempre di più.

Secondo una ricerca pubblicata l’anno scorso da Greenpeace Italia e la Società italiana di selvicoltura ed ecologia forestale (Sisef), dal 2000 al 2017 gli incendi hanno interessato 8,5 milion di ettari in Italia, un’area grande più di 3 volte la superficie della Sardegna.

Mediamente, una campagna nazionale di lotta agli incendi costa a Stato e Regioni circa un miliardo di euro: “Non possiamo continuare ad affrontarli con un approccio unicamente emergenziale – ha spiegato in una nota Luca Tonarelli, membro Sisef e direttore tecnico del Centro di addestramento antincendi boschivi della Regione Toscana – dobbiamo puntare su prevenzione e controllo degli incendi. Per farlo, dobbiamo rafforzare la resistenza e resilienza degli ecosistemi forestali attraverso una migliore gestione del territorio e pratiche come la selvicoltura preventiva, soprattutto nelle zone dove abitazioni e aree naturali sono attigue. È altrettanto importante migliorare gli strumenti di raccolta dati, analisi e reportistica sugli incendi, al momento insufficienti”.

Il Mediterraneo, un mare “che brucia”

Come spiegato dal ricercatore del CNR Antonello Provenzale, nel bellissimo libro pubblicato quest’anno dal titolo “Coccodrilli al Polo Nord e ghiacci all’Equatore. Storia del clima della Terra dalle origini ai giorni nostri”, in relazione ai dati contenuti nello scenario RCP 8.5 (Percorsi Rappresentativi di Concentrazione o Representative Concentration Pathways, RCP) illustrato nello Special Report” dell’IPCC del 2018: “In tutti gli scenari, comunque, è prevista una diminuzione delle precipitazioni in Europa meridionale e nell’area del Mediterraneo, amplificando la tendenza alla siccità già registrata negli ultimi decenni”.

Nel Mediterraneo, inoltre, la crescita della temperatura media è il doppio più veloce che nel resto del mondo e purtroppo, più cresce la temperatura maggiore è la possibilità che gli incendi diventino più estesi e incontrollabili.

Dall’esperienza americana, che purtroppo vede ogni anno l’esplosione di roghi di enormi proporzioni e dall’elevato potenziale distruttivo, arrivano buone notizie per aiutare tutti coloro che ogni giorno operano sul campo nel contrasto attivo agli incendi.

Quattro le soluzioni tecnologiche a nostra disposizione da combinare in questa battaglia per la sopravvivenza degli ecosistemi e per la salvaguardia della nostra vita: nanosatelliti, droni, intelligenza artificiale (IA) e cloud computing. Alcune di queste tecnologie sono in fase di sperimentazione anche in Italia, con l’aggiunta del 5G.

Ovviamente, tali soluzioni non possono sostituire il fondamentale lavoro a terra degli uomini del corpo dei Vigili del Fuoco e della Protezione Civile (nonché dei tanti volontari locali), ma possono fornire loro immagini dettagliate dall’alto quasi in tempo reale, valutare entità e tipologia di incendio, velocità e direzione, fino ad una stima previsionale sulle possibili evoluzioni nell’arco di qualche ora.

Fornire dati dettagliati sul comportamento di un rogo, fino dal suo avvio, è di grande aiuto per il suo contrasto attivo a terra e per scegliere le migliori strategie di intervento (non tutti gli incendi sono uguali e il tipo di vegetazione, la conformazione orografica e la morfologia del territorio li caratterizzano moltissimo).

Gli incendi in America e le tecnologie in campo (IA, cloud, satelliti, droni)

Negli Stati Uniti, ad esempio, è attivo un sistema chiamato “Rapid Analytics for Disaster Response”, o RADR, che utilizza la tecnologia di acquisizione delle immagini da satelliti, aerei, droni, intelligenza artificiale e cloud computing, per valutare l’impatto sulle infrastrutture, le costruzioni e gli stessi ecosistemi di disastri naturali, compresi gli incendi.

La nuova versione dello strumento, chiamata RADR-Fire, può rilevare con precisione i confini degli incendi più volte al giorno e calcolare i possibili rischi e danni a strutture e infrastrutture critiche del territorio.

La società tedesca OroraTech mira a fornire dati sugli incendi in tempo reale, ma su scala globale. Con sede a Monaco di Baviera, la startup sta costruendo una costellazione di 100 piccoli satelliti, ciascuno delle dimensioni di una scatola da scarpe, dotati di termocamere a infrarossi per monitorare il pianeta e segnalare, entro un’ora dall’accensione, qualsiasi incendio più grande di 10 metri.

Il primo di questi nanosatelliti verrà lanciato a dicembre con l’aiuto di Spire, una società di data analysis, che opera nel cloud ma anche nel settore aerospaziale, con sede nella Silicon Valley, e Space X. Altri quattordici satelliti potrebbero essere lanciati entro il 2023.

La società attiva nel settore delle applicazioni avanzate dell’intelligenza artificiale, con sede a San Francisco, Chooch AI, utilizza un sistema che analizza le immagini satellitari ogni 10 minuti per identificare dove sono iniziati i nuovi incendi, secondo quanto riportato da Associated Press . 

Un’altra startup tecnologica, Salo Sciences, ha invece collaborato con Planet, una società satellitare fondata dalla NASA, per costruire un sistema di monitoraggio chiamato California Forest Observatory , che utilizza l’intelligenza artificiale e le immagini satellitari per creare una mappa dettagliata dei terreni boschivi in ​​California e dare un concreto aiuto nella prevenzione e il contrasto agli incendi boschivi.

La modellazione del del modo in cui si evolvono e si muovono i grandi incendi ottenuta con l’IA è stata impiegata con successo dall’Università della California, il WIFIRE Lab di San Diego, con ottimi risultati nel supporto informatico e informativo ai Vigili del Fuoco impegnati nella difesa di Los Angeles dai grandi incendi del 2019.