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Il 44,6% delle nuove immatricolazioni, elettriche e ibride plug-in flop: 10%
Il passaggio alle auto elettriche ci è stato detto, è inesorabile, per motivi ambientali e tecnologici. Ma, come spesso accade, i numeri raccontano una storia diversa, perché secondo i dati sulle immatricolazioni sono le auto ibride a vincere la gara delle vendite. Una gara, tra l’altro, molto competitiva visto che la torta si rimpicciolisce, ovvero le nuove immatricolazioni sono mediamente meno di quelle del periodo pre-Covid e degli scorsi decenni.
Nel 2024 secondo l’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri) sono state 1.558.681 le auto immatricolate in Italia, circa 8mila in meno rispetto al 2023 e 17mila in meno rispetto al 2019; sono lontanissimi gli anni tra il 1997 e il 2009 quando superavano stabilmente quota 2 milioni, fino a sfiorare le 2,5 milioni nel 2007, prima della crisi finanziaria. Le ragioni del calo strutturale sono molte, demografiche, collegate all’invecchiamento della popolazione, culturali, l’auto non è più uno status symbol come in passato, economiche, con l’aumento dei prezzi dovuto ai rincari lungo la supply chain internazionale e alle normative ambientali sempre più stringenti.
Quante vendite di auto ibride
A non scendere, ma, anzi, a crescere in modo significativo sono le immatricolazioni di un particolare segmento di auto, le auto ibride, le vetture alimentate in modo misto, sia a carburanti fossili, diesel o benzina, sia dall’elettricità. Nel 2024 ne sono state vendute 622.981 e la loro quota sul totale ha raggiunto per la prima volta il 40%, si tratta di un forte incremento rispetto alle 565.908, con un’incidenza del 36,1%, del 2023 e soprattutto alle 109.920 del 2019, quando le auto ibride erano solo il 5,7% di quelle immatricolate. Il grafico sopra mostra le vendite di auto per tipo di propulsione mostrando la differenza tra il 2019 e il 2024.
Diminuiscono le auto a benzina, le full electric non sfondano, anzi
Parallelamente sono in discesa le vendite delle auto a benzina, 455.291 l’anno scorso, poco più di metà di quelle del 2019, 851.992, e il 29,2% di tutte quelle immatricolate. Il vero crollo, però, è quello dei veicoli diesel, 215.497 nel 2024, meno di un terzo rispetto a sei anni fa e solo il 13,8% del totale, e di quelli a metano, ormai quasi scomparsi, solo 1.242 l’anno scorso.
Se le immatricolazioni a Gpl, 145.547 nel 2024, il 9,3% del totale, sono in leggero aumento, quelle di auto completamente elettriche deludono le aspettative. Dopo la forte crescita tra 2019 e 2021, in cui sono passate da 10,671 a 67.266, anche grazie agli incentivi, nel periodo successivo non c’è stato un incremento, anzi, lo scorso anno sono diminuite a 65.626 e la loro quota sulle vendite non è andata oltre il 4,2%, contro il 4,6% di quattro anni fa. Se poi consideriamo, oltre a quelli full electric, anche i veicoli ibridi, ma plug-in, che si alimentano quindi a ricarica, il calo è significativo, da 136.802 vendite nel 2021 a 118.122 nel 2024, con la quota sul totale scesa dal 9,5% al 7,6%.
La tendenza per il 2025 sembra confermare alcuni trend degli ultimi anni: tra gennaio e maggio di quest’anno la quota di auto ibride tra quelle immatricolate è salita ulteriormente al 44,6%, un record, mentre sono in ripresa quelle elettriche e ibride plug-in, che nel complesso arrivano al 10%, quindi più del 7,6% del 2024. A farne le spese sono i veicoli tradizionali, a benzina, scese al 26,6%, o diesel, ormai solo il 9,8% di quelle vendute.
Le auto ibride piacciono anche in Europa, ma non come in Italia
Il successo delle auto ibride è anche europeo, anche se non si raggiungono le quote di immatricolazioni italiane, e questi veicoli nel 2024 hanno rappresentato il 38,6% delle vendite in Spagna, il 35,3% nel Regno Unito, il 34,3% in Francia. La differenza rispetto al mercato italiano è che in questi Paesi sono state di più le vendite di veicoli elettrici, tra full electric e ibrido plug-in hanno raggiunto il 28,2% nel Regno Unito e il 25,4% in Francia, circa il triplo che in Italia.
La crescente diffusione delle auto ibride, comunque, sta avendo anche conseguenze politiche: a Bruxelles potrebbe essere rimesso parzialmente in discussione il contestatissimo blocco alla vendita di veicoli alimentati con combustibili fossili che dovrebbe entrare in vigore nel 2035 e che metterebbe fuorilegge automobili a benzina, a diesel e persino ibride. L’ipotesi è di escludere proprio queste ultime dal provvedimento, anche perché, a causa del loro successo, come si vede, la diffusione dell’elettrico puro va molto a rilento.
I giovani non vogliono più comprare auto
Tra i motivi di tale lentezza ovviamente in primis c’è il mancato boom negli acquisti di veicoli full electric, cui però si aggiungono anche altri fattori, come l’invecchiamento del parco auto: se nel 2009 quelle realmente circolanti erano mediamente vecchie 7,9 anni, oggi raggiungono i 12,8 anni, ovvero si cambia automobile più raramente e per un rinnovo del parco auto stesso ci vuole più tempo. Infatti, se consideriamo non i veicoli venduti, ma quelli esistenti, in Italia alla fine del 2024 quelli elettrici erano solo lo 0,7%, come gli ibridi plug in, mentre le auto ibride rappresentavano non più del 6,9% e a dominare, con il 42% e il 40,9%, erano ancora quelle a benzina e diesel.
Si tratta di un dato collegato anche alla transizione demografica, con l’incremento dell’età dei possessori e anche degli acquirenti privati: nel 2005 il 53,2% di quanti compravano un’auto aveva tra 18 e 45 anni, nel 2024 questa percentuale è scesa al 30,4%, mentre gli over 65 sono passati dal 10% al 21,7%.
In Italia 11 punti di ricarica ogni 100 km, in Germania 22,3
A contribuire alla scarsissima passione degli italiani per l’elettrico, oltre ai costi, c’è anche la bassa diffusione dei punti di ricarica. Secondo l’Eafo (European Alternative Fuel Observatory), questi nel settembre 2024 erano 53.994, che corrispondono a 11 ogni 100 km di strade, contro una media europea di 16,4. Nei Paesi Bassi, invece, si arriva a una diffusione veramente capillare, di 125,2 punti ricarica ogni 100 km. Certo, si tratta di un Paese molto densamente popolato, ma in una realtà più simile a quella italiana, la Germania, sono comunque più del doppio, 22,3. La classifica sulla presenza delle ricariche per auto elettriche assomiglia moltissimo ad altre di ambito economico, con i Paesi dell’Est agli ultimi posti e la Spagna, con solo 5,6 ogni 100 km, dietro l’Italia, anche se pure qui va considerata la densità di popolazione, molto bassa nel Paese iberico.
C’è una graduatoria, invece, in cui invece siamo sopra la media Ue ma non è positiva, è quella sulle emissioni medie delle nuove auto immatricolate. I dati più recenti dell’Unrae sono del 2023 e mostravano che nel caso italiano si trattava mediamente di 120,1 grammi di CO2 per km, un dato maggiore, appunto, di quello medio europeo, 107,8. Si scendeva invece a 60,9 e 61 in Finlandia e Svezia, dove l’acquisto di auto elettriche è più diffuso da tempo.
Fonte Unrae
I dati si riferiscono al 2023/2025