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In Italia 1.034 Comuni senza Responsabile per la Transizione Digitale. Piemonte in testa (123), seguono Campania (115) e Lombardia (103)

Sono ancora 1.034 i Comuni italiani che non hanno ancora nominato il Responsabile della transizione digitale, una figura obbligatoria per la Pubblica Amministrazione dal 2018 da quando è entrato in vigore l’obbligo di nominare un Responsabile della Transazione al Digitale (RTD).

Secondo il rapporto Csel- Centro Studi Enti Locali, elaborato per l’Adnkronos, oltre la metà di questi enti inadempienti sono collocati nel sud e nelle isole.

La classifica delle Regioni

Al primo posto di questa classifica troviamo il Piemonte con 123 Comuni, circa il 12% del totale. Seguono la Campania con 115 comuni, 11% del totale, la Lombardia (103), la Calabria (104) e l’Abruzzo (96). 

Scendendo ancora, troviamo: Lazio (87 comuni senza RTD), Sicilia (72), Liguria (46), Basilicata (43), Puglia (39), Molise e Sardegna (34), Veneto (33), Toscana (26), Emilia Romagna (21), Marche (16), Umbria (13), Friuli Venezia Giulia (11), Valle d’Aosta (10) e Trentino Alto Adige (8). 

Stando alla ricerca, di basata dati estratti dall’Indice dei domicili digitali della Pubblica Amministrazione e dei gestori di pubblici servizi, nello specifico, si rileva che i comuni meridionali che non hanno ancora nominato un RTD sono 537 (52%), contro i 355 del nord (34%) e 142 del centro (14%).

Compiti e funzioni del Responsabile per la Transizione al Digitale

Il Responsabile per la Transizione al Digitale (RTD) ha tra le principali funzioni quella di garantire operativamente la trasformazione digitale della Pubblica Amministrazione, coordinandola nello sviluppo dei servizi pubblici digitali e nell’adozione di modelli di relazione trasparenti e aperti con i cittadini.

L’ articolo 17 del Codice dell’Amministrazione Digitale obbliga tutte le amministrazioni a individuare un ufficio per la transizione alla modalità digitale – il cui responsabile è il RTD – a cui competono le attività e i processi organizzativi ad essa collegati e necessari alla realizzazione di un’amministrazione digitale e all’erogazione di servizi fruibili, utili e di qualità.

Con la Circolare n. 3 del 1 ottobre 2018, adottata dal Ministro per la Pubblica Amministrazione, si sollecitano tutte le amministrazioni pubbliche a individuare al loro interno un RTD.

Migrazione in cloud, sicurezza informatica, rafforzamento delle competenze digitali, infrastrutture: sono solo alcune delle voci lautamente finanziate da questi fondi e va da sé che l’assenza negli organici di oltre mille enti locali delle figure manageriali apicali che avrebbero proprio il compito di governare questi processi, è un problema da non sottovalutare.

Come formare il responsabile della transizione digitale? La guida del prof. Donato Limone

Il prof. Donato Limone, uno dei massimi esperti di pubblica amministrazione digitale, scriveva su Key4biz già nel 2018 come formare al meglio il “manager” della Transizione digitale.

“Il responsabile della transizione è un “manager”  in quanto deve governare questa transizione e quindi lo deve fare con un approccio metodologico di tipo sistemico, multidisciplinare, con grande capacità di gestire “progetti” (la transizione è appunto un progetto, anzi il progetto per eccellenza)”, scriveva Limone, evidenziando un percorso formativo e una preparazione delle seguenti aeree:

  1. Il Document Management e la gestione dei processi digitali a norma.

2. Il documento informatico e la gestione dei flussi informativi e documentali.

3. Lo sviluppo delle infrastrutture informatiche e gli strumenti digitali.

  1. La risorsa dati

5. La comunicazione digitale

6. Il corretto trattamento dei dati personali nei processi digitali e nei sistemi documentali digitali.

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