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Imprese 4.0 e digitalizzazione, quali aiuti economici per le PMI?

Com’è la situazione italiana in termini di digitalizzazione e innovazione? Il processo di rinnovamento sta trovando effettiva concretizzazione, o siamo ancora fermi a carta e penna?

La digitalizzazione in Italia

Il nostro punto di riferimento è l’Agenda Digitale Europea: un vero e proprio ‘pilastro’, come lo definisce l’UE stessa, che si pone come guida e bussola per la crescita dei Paesi europei in termini di digitalizzazione.

Ben illustrati gli obiettivi di crescita che l’UE dovrebbe riuscire a raggiungere entro il 2020: dalla risoluzione della frammentazione dei mercati digitali, puntando a un panorama unico e interconnesso, anche (e soprattutto) dal punto di vista legale, a una maggior interoperabilità, passando per la lotta alla criminalità informatica, attraverso un potenziamento in termini di cybersecurity, robustezza delle reti, ricerca, innovazione ed educazione sociale. 

Nel nostro piccolo, l’Agenda Digitale Italiana si propone come strumento a sua volta funzionale per realizzare e rispettare quanto previsto dall’Agenda Digitale Europea.

Ma sta funzionando? O è solo un’altra astrazione senza seguito?

Secondo i dati riportati dall’ultimo report DESI, che si occupa di misurare l’avanzamento dell’applicazione dell’Agenda Digitale, l’Italia si trova in coda alla classifica a livello europeo in termini di digitalizzazione. Confermano i Digital Maturity Indexes, indicatori che misurano proprio l’avanzamento del DESI.

Come digitalizzare una PMI

A questo punto, occorre capire come migliorare questa condizione e dare un’effettiva svolta alla condizione italiana, partendo soprattutto dalle PMI.

Il concetto di digitalizzazione è focalizzato sul processo di conversione di segnali analogici o grafici in dati digitali, sequenze di cifre leggibili dai computer. I progetti realizzabili sono tanti e personalizzabili, in grado di implementare in maniera efficace il business, sia in termini gestionali, che operativi ed organizzativi.

Alcune idee riguardo a forme innovative più standard possono riguardare:

Chi sono le figure professionali a cui rivolgersi

Trovare il progetto giusto non è sempre facile, anzi. Spesso, per comprendere le esigenze di ogni realtà può essere necessario rivolgersi e confrontarsi con consulenti che siano competenti nell’analizzare e immaginare il progetto più adatto alla realtà in questione. Una volta compresa la macro area in cui bisogna intervenire con più urgenza, è possibile ricorrere a specialisti del settore.

Tra i profili più adatti a cui rivolgersi è bene segnalare gli innovation manager: specialisti dell’innovazione, sapranno dare contributo di valore per trovare le soluzioni più adatte ad ogni realtà. Accanto a figure consulenziali, primeggia in ambito tecnico quella dello sviluppatore, che sia front-end o back-end, i developer in grado di occuparsi dell’ambito web, software e applicazioni.

Altrettanto importanti i consulenti IoT, gli esperti di Business Intelligence e gli analistidi dati.

Nell’ambito del digital marketing troviamo i content manager, ossia i nuovi scrittori ed editori del web e del mondo social che sono in grado di creare e curare contenuti ad hoc per ogni tipologia di piattaforma, adattando stile e forma alla piattaforma di pubblicazione.

Direttamente collegati, gli esperti Seo, conoscitori delle logiche dei motori di ricerca, in grado di gestire le dinamiche di indicizzazione e posizionamento.

Altra figura utile è quella del digital marketing manager, competente nella gestione di piattaforme AdWords e di pubblicità digitale con annessa analisi del tasso di conversione.

Gli aiuti economici

Essendo il processo di digitalizzazione e innovazione sempre più urgente, è bene sapere che ci sono strumenti e opportunità da non perdere per sostenere e agevolare tutti quei possibili piani di digitalizzazione.

Il bando Smart&Start, si propone di finanziare fino all’80% le spese per un piano d’impresa che sviluppi prodotti, servizi o soluzioni in campo di economia digitale, AI, blockchain e IoT. Rivolto soprattutto alle startup, propone ulteriori aiuti se si tratta di un progetto coinvolgente un team prevalentemente rosa o young. 

Il credito d’imposta 4.0 è sicuramente molto accessibile in termini di requisiti, lo strumento si propone come una forma di aiuto per le aziende a sostegno dei processi di innovazione e rinnovamento, cercando di stimolare la spesa privata in ricerca e sviluppo per innovare processi e prodotti aziendali. Il voucher si concretizza in una somma di denaro per recuperare il 50% dei costi sostenuti con una logica di tipo incrementale.

Rientra negli investimenti 4.0 per la digitalizzazione anche l’iperammortamento, funzionale a supportare le pmi che investono in beni di natura sia materiale che non, pensati per supportare la mutazione tecnologica e digitale dei processi produttivi. 

Gli incentivi

L’incentivo si ramifica in iper e super ammortamento, consentendo rispettivamente la supervalutazione del 250% e del 130% degli investimenti in beni e tecnologie a favore della trasformazione in chiave 4.0 acquistati o in leasing. Inoltre, per chi beneficia dell’ iperammortamento, c’è la possibilità di usufruire anche di una supervalutazione del 140% per gli investimenti in beni strumentali immateriali.

Ci sono tanti modi diversi per realizzare l’implementazione della propria azienda, ognuno deve trovare i servizi più adatti al proprio business e alla propria attività. Per una crescita effettiva bisogna saper rimanere al passo con i nuovi strumenti lavorativi, ma allo stesso tempo riuscire ad inserirli e a farli parlare con la propria attività, per arricchirla e potenziarla concretamente.

Apportare valore all’impresa, potenziarla con le nuove tecnologie e permetterle di rimanere al passo, evitare il rischio di esclusione dai processi tecnologici più recenti sono tra i propositi da tenere in considerazione per tutti coloro che gestiscono imprese di qualsiasi misura.

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