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Imprese 4.0, il 50% delle aziende italiane pronto ad investire per disporre di più dati e migliorare la produttività

L’industria 4.0 (i4.0) significa prima di tutto creare valore, valore per il cliente. L’efficienza operativa e i risparmi che ne derivano sono elementi già insiti in questo nuovo sistema di produzione. Le prospettive sono più che rosee, con un mercato valutato circa 152 miliardi di dollari al 2022.

Industrial robotics, cybersecurity, internet of things, stampa 3D, big data, intelligenza artificiale, realtà aumentata/virtuale, sono tante le tecnologie che stanno alla base dell’industria 4.0 e della stessa trasformazione digitale (DX). Un ecosistema 4.0 che l’anno passato ha raggiunto i 67 miliardi di dollari a livello mondiale, secondo una ricerca Markets and Markets della scorsa estate, e che dovrebbe mantenere un tasso di crescita annuo (Carg) di quasi il 15%.

In uno studio PWC dell’anno scorso, addirittura l’i4.0 dovrebbe stimolare un monte investimenti (diretto e indiretto) di circa 4.500 miliardi di dollari nel 2020, con una media (2016-2020) di 900 miliardi di investimenti l’anno, soprattutto nell’elettronica, nel settore engineering e delle costruzioni, nel manifatturiero ovviamente.

Tuttavia, spiega un nuovo studio KPMG (“Beyond the hype. Separating ambition from reality in i4.0”), “ad oggi, poche aziende sembrano pronte a integrare appieno nel ciclo di vita del proprio prodotto le opportunità offerte dall’Industry 4.0”. In effetti, continuano i ricercatori, “sembra esserci ancora un significativo disallineamento tra le aziende che implementano i4.0 all’interno dei processi e quelle che progettano e sviluppano prodotti più smart”.

Per sbloccare il vero valore sottostante all’Industry 4.0 e sfruttarne a pieno il potenziale economico, ci si deve focalizzare maggiormente sul rapporto che esiste tra due dimensioni: quella del prodotto e quella del processo ‘smart’.

Sostanzialmente, si legge nel documento, le aziende devono: iniziare a pensare alla stretta connessione tra prodotti e operations più smart; valutare attentamente le attuali capacità e il modello operativo, nonché risorse IT e contesto competitivo; avere un approccio prudenziale su ciò che possono ottenere concretamente e a partire da quando; sincronizzare i cicli di vita e i dati di prodotto con la strategia a lungo termine, per ottenere progressi misurabili.

Seguendo i dati illustrati nella survey “Industry 4.0: quali strategie per le aziende Made in Italy” (Elaborazioni Kpmg e Università Ca’ Foscari), le imprese evidenziano i principali benefici che si attendono dall’i4.0: nel 63,1% dei casi una grande disponibilità di dati, nel 54,1% un aumento della produttività, nel 50,5% lo sviluppo di nuovi prodotti e servizi, nel 43,2% maggiore flessibilità, nel 37,8% una diminuzione dei costi.

Per quanto riguarda gli investimenti previsti per l’i4.0, il 31% delle aziende ha dichiarato di voler/poter allocare meno del 5% della spesa prevista, il 41% delle aziende ha prospettato un range di spesa tra il 5% ed il 10%, mentre il 28% ben oltre il 10% del monte investimenti.

Alla domanda “Esiste un budget per l’Industria 4.0 già assegnato o gestito in azienda?”, la stragrande maggioranza (36%) ha risposto di sì, ma “ancora non specifico”; un 25% invece ha risposto di no, ma che ci sta pensando; il 26% no su tutta la linea; mentre un 13% ha risposto positivamente con allocazione di budget dedicato.

Circa la metà delle imprese italiane si può dire essere pronta per una spera più decisa in soluzioni e sistemi per l’i4.0.

Tra le imprese manifatturiere soprattutto, per colmare il divario tra prodotti e processi, si sta procedendo alla scoperta di nuove opportunità per creare valore per il cliente e migliorare le performance, come ad esempio: usare i dati per migliorare il valore per il cliente finale e sfruttare i dati dei clienti e dei prodotti per migliorare il modo in cui i prodotti sono progettati, sviluppati e fabbricati.

Altri importanti passi in avanti sono stati individuati nel migliorare l’integrazione tra clienti e prodotti; nell’utilizzare i prodotti più smart per rafforzare la relazione con i clienti; nel passare dal prodotto al servizio; nel creare e proporre servizi che generino profitti aggiuntivi; nel passare a soluzioni predittive, utilizzando le loro capacità di analisi e una profonda conoscenza del prodotto per fornire ulteriori insights ai clienti.

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