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Immuni, focus sui 5 rilievi del Garante privacy sul back-end. E l’app è più scaricata su Android

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Dei 12 rilievi su Immuni, ci sono “alcune difficoltà nell’adempimento di 5” spiega il Garante privacy, che spera di trovare le soluzioni nella nuova DPIA ora all’esame dell’Autorità. I 5 rilievi sono sul back-end. Ecco quali sono.

Il primo giugno scorso il Garante privacy ha indicato al ministero della Salute 12 rilievi all’app Immuni. Il ministero ha risposto il 23 giugno. A seguito di questo riscontro, sono stati avviati incontri tra gli uffici del Garante e del ministero per individuare “le migliori soluzioni – tuttora all’esame dell’Autorità – ad alcune difficoltà emerse nell’adempimento”,  scrive il Garante privacy nella memoria sul ddl di conversione in legge del decreto-legge con le misure urgenti connesse con la proroga della dichiarazione dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 e per la continuità operativa del sistema di allerta COVID.

I 5 rilievi sul back-end

Il riferimento è ai seguenti 5 rilievi, riferiti al back-end di Immuni, non al funziomanto dell’applicazione, ossia riguarda la parte dell’elaborazione dei dati generati dall’applicazione.

  1. adeguata protezione degli analytics nel backend di Immuni, evitandone ogni forma di riassociazione a soggetti identificabili;
  2. integrazione, sulla base del principio di responsabilizzazione, della valutazione d’impatto con la descrizione del ruolo e delle operazioni ascrivibili ad altri soggetti suscettibili di coinvolgimento nel Sistema Immuni;
  3. – commisurazione dei tempi di conservazione degli indirizzi ip nella misura strettamente necessaria al rilevamento di anomalie e di attacchi;
  4. – garanzia del tracciamento delle operazioni compiute dagli amministratori di sistema sui sistemi operativi, sulla rete e sulle basi dati;
  5. – adozione di misure tecniche e organizzative per mitigare i rischi derivanti dall’upload di TEK non riferite a soggetti positivi a seguito di eventuali errori materiali o diagnostici.

Nuova Dpia all’esame del Garante privacy

Il ministero della Salute ha inviato al Garante privacy una nuova Dpia (valutazione d’impatto sulla protezione dati) di Immuni per l’interoperabilità con le altre applicazioni di contact tracing in Europa.

In questa nuova DPIA, ora all’esame dell’Autorità per la protezione dei dati personali, si spera di trovare le soluzioni ai 5 rilievi.

Immuni più scaricata su Android che iPhone

Infine, sul sito di Immuni è spuntato un nuovo dato: l’app è più scaricata sugli smartphone Android (73%) che sugli iPhone (23%).