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Immigrazione in Italia, mai così tanti sbarchi da 5 anni

Nell’agosto 2022 gli arrivi sono stati 16.816. Egiziani e tunisini i più numerosi

Era dal febbraio 2019 che i rapporti tra Italia e Francia non toccavano livelli così bassi, da quando l’Eliseo aveva richiamato a Parigi il proprio ambasciatore a Roma, ma se allora le ragioni erano più politiche oggi a provocare tensione è uno dei grandi temi dei nostri tempi, l’immigrazione, quella in Italia e negli altri Paesi europei.

Le tensioni tra Italia e Francia sull’immigrazione

La decisione del Governo italiano di non fare sbarcare una parte dei migranti ospitati sulle navi delle Organizzazioni Non Governative, spingendo una di questa, l’Ocean Viking, verso Tolone, ha toccato un nervo scoperto. È quello della mancanza di una vera e propria strategia europea verso questo fenomeno.

Fenomeno che era quasi scomparso dalle prime pagine dei giornali, a causa del calo degli sbarchi che si era verificato dal 2017 in poi. Per diversi anni, infatti, anche a causa del Covid, i numeri sono rimasti piuttosto bassi, ma la loro risalita nel 2021 e nel 2022, assieme alla mutata sensibilità politica sul tema dopo le elezioni italiane, ha riportato in primo piano quella che per molti è un’emergenza mai risolta.

I numeri dell’immigrazione in Italia, gli arrivi via mare

Guardiamo allora ai numeri. Secondo l’Unhcr, l’agenzia Onu per i rifugiati, fino al 6 novembre 2022 sono giunte sulla nostre coste 86.810 persone. Si tratta già di una cifra molto maggiore di quella di tutto il 2021, quando i migranti sbarcati furono 67.477.

Come mostra la nostra infografica, che evidenzia i dati mensili, è stato il mese di agosto del 2022 quello in cui gli arrivi sono stati di più, 16.816 in soli 30 giorni. Basti pensare che in tutto il 2019 erano stati solamente 11.471. Questo dà l’idea dell’accelerazione del fenomeno.

Molto numerosi, del resto, sono stati anche gli stranieri sbarcati negli altri mesi di quest’anno, almeno nella stagione calda, la più propensa ai viaggi in mare. A luglio sono stati 13.802, a settembre 13.539, a ottobre 12.282.

Come è evidente dal grafico, nonostante vi sia un andamento stagionale degli sbarchi, che diminuiscono in inverno, la crescita è chiara. Nel 2020 erano stati solo 34.154 tutto l’anno, concentrati nei mesi da luglio in poi, dopo la fine delle restrizioni anti-Covid più dure. Nel 2019, come già detto, si era toccato il minimo, con 11.471 arrivi.

In quel caso, come nel 2018, quando i migranti accolti erano stati 23.370, la ragione dei numeri relativamente piccoli era stata un’azione coordinata con la Guardia Costiera libica che aveva impedito a molte navi di prendere il largo o di partire.

L’esecutivo italiano in carica nel 2017, quello Gentiloni, tra molte polemiche aveva deciso un giro di vite, confermato da quello successivo (primo governo Conte), per diminuire il numero degli sbarchi, che negli anni precedenti avevano toccato vette record.

Nel 2016 181.436 gli immigrati sulle nostre coste

I numeri di Unhcr mostrano come nella storia recente dell’immigrazione in Italia non vi siano mai stati così tanti arrivi come nel 2016, quando giunsero via mare nel nostro Paese 181.436 migranti. Anche nel 2014 e nel 2015, comunque, le cifre erano state abbondantemente sopra le 100mila unità, con rispettivamente 170.100 e 153.842 stranieri sbarcati.

Il record mensile assoluto era stato quello dell’ottobre 2016, quando furono 27.384. Solo un anno dopo, nell’ottobre 2017, erano crollati di più di 4 volte, a 5.979. Il decreto Minniti, dal nome del ministro dell’Interno allora in carica, era diventato operativo, e i risultati a partire da metà 2017 erano diventati visibili, con un crollo degli sbarchi, che in quell’anno infatti erano stati 119.369, circa 62mila meno che nel 2016.

Il timore di molti è che ora dopo anni di calma ci si possa riavvicinare a quelle cifre, ed è per questo, oltre che probabilmente per ragioni politiche, che siamo davanti ad altre restrizioni, anche se per ora riguardano solo gli arrivi tramite le navi delle Ong. Questi costituiscono solo il 14% del totale, in realtà, visto che la grande maggioranza di essi avviene in autonomia, attraverso scafisti nordafricani, oppure in seguito a soccorsi effettuati da mercantili o dalla Guardia Costiera italiana.

Da dove arrivano coloro che sbarcano sulle coste

Da dove vengono gli stranieri che cercano di entrare in Italia e quindi in Europa via mare? Le statistiche sulle nazionalità dei migranti che attraversano il Mediterraneo sono cambiate spesso. Mentre nel corso della prima ondata a essere molto numerosi erano coloro che provenivano dall’Africa Occidentale (Costa d’Avorio, Guinea, Nigeria), oggi a prevalere sono i nordafricani.

Secondo Unhcr tra coloro che sono giunti nei primi 9 mesi del 2022 la maggioranza relativa, il 22,2% è egiziana. Si tratta di 15.932 persone. Dopo di loro vengono i tunisini, 14.656.

bengalesi sono il terzo gruppo più grande: 11.029 migranti hanno il passaporto del popoloso Paese asiatico. Seguono siriani, 5.825 e afghani, 5.655. Relativamente pochi, invece, gli ivoriani, 2.393. Si tratta comunque della comunità dell’Africa subsahariana più importante in questo ambito.

L’immigrazione totale in Italia non è però cresciuta negli ultimi anni

Ad attirare maggiormente l’attenzione dell’opinione pubblica, della politica e dei media è soprattutto l’immigrazione in Italia che avviene via mare, eppure è solo una parte, per quanto la più visibile, dei flussi di stranieri che giungono nel nostro Paese.

La maggioranza giunge in altro modo, via terra o in aereo, clandestinamente o attraverso visti turistici (che sono però difficili da ottenere per chi non è europeo) o utilizzando le modalità legali che la legge Bossi-Fini consente, come il ricongiungimento familiare.

Eurostat mostra come nel 2020 siano stati i 149.130 i cittadini extracomunitari immigrati in Italia legalmente, nel 2019 erano stati 205.873, nel 2018 228.117, mentre anche negli anni precedenti il loro numero era oscillato intorno alle 200mila, e non si era intravisto un trend di crescita. Naturalmente in questo insieme vi sono anche inglesi, americani o persone di altri Paesi avanzati che si trasferiscono in Italia, ma sono una piccola minoranza. In gran parte provengono, infatti, da realtà in via di sviluppo. A questi si aggiungono quanti arrivano da Paesi comunitari come la Romania.

Sempre secondo Eurostat nel 2021 sono stati 274.095 i permessi di soggiorno rilasciati, temporanei o di lungo periodo, e la maggioranza relativa di essi, 120.520, è stata concessa per ragioni familiari, ovvero l’avvicinamento a parenti stretti già residenti legalmente nel nostro Paese. Poco più di 50 mila, invece, gli ingressi per motivi di lavoro: è il caso, per esempio, degli stagionali dell’agricoltura.

Quelli per “altre ragioni” sono stati 85.171: sono pensionati che vengono a vivere in Italia o stranieri accolti per canali straordinari, diversi da quelli dell’asilo politico o della protezione umanitaria. Gli altri arrivi sono stati motivati da ragioni di istruzione.

Gran parte delle richieste di asilo sono solitamente bocciate

Nell’ambito dell’immigrazione in Italia le richieste di asilo sono un capitolo a parte. Il numero delle domande nel tempo ha oscillato molto, seguendo quello degli sbarchi. Vi è stato un picco di 126.550 nel 2017, e un minimo di 21.330 nel 2020. Le decisioni delle autorità, spesso giunte piuttosto in ritardo, sono state di solito negative. Il 2021 ha fatto eccezione: è stata garantita una forma di protezione a 21.805 persone, a fronte di 43.550 richieste prese in esame, ma negli anni precedenti la percentuale di rigetti era stata molto superiore: nel 2019 ne erano state accettate solo 18.375 su 93.485.

Cosa fanno coloro che si vedono la propria domanda rifiutata? In gran parte cercano di andare all’estero, riuscendoci, oppure rimangono in Italia come clandestini.

Secondo le stime, per forza di cose incerte, sono circa 500 mila quanti circolano nel nostro Paese senza documenti validi. È la somma di coloro cui la richiesta di asilo viene rigettata, di quelli che entrano in modo irregolare senza fare alcuna domanda e di quanti cui il permesso di soggiorno è scaduto nel tempo.

Immigrazione in Italia: gli stranieri residenti regolarmente sono poco più di 5 milioni

Questo numero va ad aggiungersi a quello di coloro che vivono legalmente in Italia, che è, in base ai numeri del 2021, di 5.171.894 persone. In termini percentuali si tratta dell’8,7% dei residenti, e non è aumentato molto nel corso del tempo, ha superato la soglia dei 5 milioni nel 2015, per rimanere poi stabile nei 5 anni successivi e crescere di 132mila unità proprio tra 2020 e 2021.

Sull’andamento di tale cifra oltre al trend dell’immigrazione in Italia hanno peso anche le acquisizioni di cittadinanza: dal 2013 a oggi tra 100 e 200mila stranieri sono diventati italiani ogni anno, il 2-3% di quelli presenti.

Considerando che la fertilità delle donne immigrate sta calando, avvicinandosi a quella delle italiane, e che gli ingressi regolari non hanno subito molte oscillazioni negli ultimi anni, potrebbe effettivamente essere l’andamento degli sbarchi in futuro ad influenzare in modo decisivo l’entità del fenomeno migratorio nel nostro Paese.

I dati si riferiscono al 2014-2022
Fonte: Unhcr, Eurostat, Istat

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