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ilprincipenudo. ‘MigrArti’: il Mibact raddoppia i fondi, ma serve anche un sito dedicato

Angelo Zaccone Teodosi

Un’affollata conferenza stampa, tenutasi ieri pomeriggio presso l’Istituto Centrale per la Grafica (la cui sede si affaccia su Fontana di Trevi), ha caratterizzato un’iniziativa di primo rendiconto di “MigrArti – Cinema e Spettacolo”, progetto avviato nel dicembre 2015 dal Ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini, affidato al suo consigliere per la multiculturalità e le periferie Paolo Masini (dirigente di lungo corso del Partito Democratico, e tra l’altro già assessore durante la Giunta retta Ignazio Marino a Roma).

Per la prima volta in Italia, il Ministero ha deciso di promuovere in modo organico iniziative artistico-culturali realizzate da migranti e comunque finalizzate alla diffusione di una visione inclusiva e integrata di società.

Il ministro Franceschini ha raccontato la genesi di questa idea, ricordando come sia maturata in occasione di un vertice mondiale promosso dal Governo italiano durante Expo a Milano, a fine luglio 2015, che vide la partecipazione di ben 83 ministri della cultura, provenienti da tutto il mondo, ovviamente anche da Paesi colpiti da gravissime crisi interne: “cosa possiamo fare noi, come ministri della cultura, per contribuire a sviluppare società più inclusive e meno conflittuali?”, si domandò il Ministro. Un progetto come “MigrArti” è una possibile e concreta risposta. Franceschini ha sostenuto che “MigrArti” è “la cosa più importante” che ritiene di aver realizzato da quando è Ministro.

L’iniziativa di ieri, pur intitolata “Rapporto MigrArti 2016. La cultura unisce”, non si è posta come vero e proprio “rapporto” ovvero come relazione nel senso tecnico-scientifico del termine, ma piuttosto come occasione di presentazione di alcuni dei 45 progetti vincitori, 24 progetti per il cinema e 21 progetti per lo spettacolo dal vivo (teatro, musica, danza…).

Per ognuna delle due anime “settoriali” di “MigrArti” sono stati chiamati a manifestare a testimoniare una sorta di consuntivo esperienziale 5 rappresentanti di iniziative nel settore cinema e 5 rappresentanti di iniziative nel settore spettacolo dal vivo.

Citiamo, per tutti, l’appassionato intervento di Andrea Satta, esponente del gruppo musicale Têtes de Bois, ma al contempo militante pediatra di periferia, che ha raccontato come l’iniziativa “Ci sarà una volta tour – mamme narranti”, promossa insieme a Veronica Olmi del Teatro Verde di Roma, abbia tra l’altro consentito a mamme straniere, pur residenti nel nostro Paese da molti anni, di aprirsi relazionalmente alla società italiana: è stato messo in scena uno spettacolo di narrazione di fiabe multiculturali con la partecipazione attiva di mamme straniere giustappunto. Intrigante anche l’intervento del giovane Giulio Vita, “calabro-venezuelano” a capo dell’associazione culturale La Guarimba di Amantea: in parallelo ad una rassegna di cinema italiano sull’integrazione, ragazzi calabresi e giovani rifugiati hanno realizzato in coppia dei documentari (al migrante spettava filmare la storia dell’italiano e viceversa)…

Al di là del florilegio proposto ieri, i risultati di un primo consuntivo sono assolutamente significativi e stimolanti, anche in termini quantitativi: sono pervenute circa 1.000 proposte, da tutta Italia, con un coinvolgimento di circa 5.000 variegati soggetti (il bando richiedeva lo sviluppo di partnership e reti, soprattutto con realtà delle comunità locali e multiculturali), tra enti pubblici e privati, compagnie teatrali, società di produzione cinematografica, altre imprese culturali, cooperative, associazioni del terzo settore, realtà laiche e confessionali (cattoliche, protestanti, islamiche, induiste, sikh…) ed altro ancora. Si è trattato di un inedito spaccato di un “universo” che finora non è stato oggetto di significative esplorazioni da parte della sociologia e della ricerca accademica.

Abbiamo già avuto occasione di segnalare su queste colonne quanto l’iniziativa “MigrArti” sia stata e sia encomiabile, ma quanto fosse purtroppo modesto ed inadeguato il budget finora messo a disposizione, e come si dovesse ragionare sull’esigenza di provocare sinergie con il “public service broadcaster” nazionale: si veda Arte e migranti, due bandi del Mibact. Ma servono sinergie con la Rai”, su Key4biz del 20 gennaio 2016, ed anche Fus: nuove iniziative e progetti speciali, ma il decreto Nastasi può migliorare, su Key4biz del 16 dicembre 2015.

Una parte di quelle critiche e proposte è stata di fatto recepita dal Ministero, se è vero che il Ministro Franceschini ha annunciato che la seconda edizione di “MigrArti” (il bando uscirà a breve) prevede quasi un raddoppio delle risorse: da 800mila euro a 1.500.000 euro, di cui 1.250.000 euro da fondi Mibact e 200mila da fondi dell’Ufficio nazionale Anti Discriminazioni Razziali (Unar) della Presidenza del Consiglio dei Ministri (stranamente ieri assente il Dg Francesco Spano dal tavolo di presidenza). Ed una qualche convergenza tra Mibact e Rai rispetto a “MigrArti” s’è concretizzata: dal rapporto con Cartoons on the Bay (la manifestazione Rai dedicata all’animazione internazionale, diretta da Roberto Genovesi) al Prix Italia (tenutosi qualche giorno fa a Lampedusa, dedicato quest’anno proprio alle migrazioni).

Riteniamo che si tratti dei primi timidi passi, nella direzione giusta di una indispensabile sinergia ancora tutta da sviluppare, e siamo comunque lieti che alcune suggestioni manifestate da Key4biz siano state accolte, sia dal Mibact sia dalla Rai.

Il Ministro ha anche rimarcato l’intenzione di stabilizzare l’iniziativa, affinché essa possa divenire permanente, al di là del Governo in carica “pro tempore”: ottima idea, perché spesso in Italia iniziative di gran qualità vengono rimosse semplicemente perché chi diviene ministro tende a cestinare tutto quel che ha fatto il proprio predecessore.

Ha dichiarato Franceschini: “siccome i governi passano e i ministri cambiano, sto ragionando per stabilizzare questa iniziativa come una scelta permanente”. Ovviamente allineati con entusiasmo alle posizioni del Ministro tutti gli intervenienti, in primis i direttori delle due direzioni generali ministeriali direttamente coinvolte nell’impostazione ed esecuzione del bando, ovvero Nicola Borrelli, Dg per il Cinema, ed Onofrio Cutaia, Dg Spettacolo dal Vivo. In prima fila, tra gli altri, il Direttore Generale della Società Italiana Autori Editori (Siae) Gaetano Blandini ed il Direttore Generale del Centro Sperimentale di Cinematografia (Csc) Marcello Foti, che hanno entrambi contribuito alla riuscita dell’iniziativa “MigrArti”.

Con grande onestà intellettuale, un artista che può essere considerato un’icona italiana della multiculturalità come Ferzan Özpeteck (tra l’altro Presidente della giuria che ha assegnato un collaterale “Premio MigrArti Venezia 2016” durante l’ultima edizione della 73ª Mostra Internazionale d’Arte), ha segnalato come iniziative di questo tipo siano in verità maturate già da tempo in altri Paesi (a cominciare dalla Francia), ed è certamente di buon auspicio che l’Italia abbia finalmente mostrato questa sensibilità. Il regista ha anche evidenziato come, tra le centinaia di film pervenuti al Ministero, si possano scorgere nuovi eccellenti autori, ovvero registi alle prime armi ma talentuosi, destinati ad arricchire la cultura cinematografica non soltanto nazionale ma mondiale.

Si ricordi che il progetto è stato lanciato dal Ministro Franceschini il 15 dicembre 2015, a distanza di pochi giorni dal grandioso annuncio del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che ha deciso di allocare ben 2 miliardi di euro per iniziative in ambito culturale, come provocatoria risposta simbolica (e fattuale) agli attentati terroristici jihadisti di Parigi del 13 novembre 2015. Il bando “MigrArti” è scaduto il 31 gennaio 2016, ed i risultati sono stati noti il 15 marzo 2016.

Il bando legato al cinema prevedeva rassegne, convegni, manifestazioni e anche cortometraggi, oltre a uno spot di 30 secondi per promuovere giustappunto “MigrArti” (con un unico vincitore, a cui stati assegnati 8mila euro). Il bando legato allo spettacolo dal vivo prevedeva letture, “mise en espace” o spettacoli, ovvero realizzazione di “progetti artistici a carattere laboratoriale, mono o pluridisciplinari, con esiti di dimostrazione al pubblico, che prevedano la partecipazione e il coinvolgimento diretto degli immigrati”.

Ieri sono stati resi alcuni dati stimolanti: se era già noto che son stati presentati 503 progetti per il cinema e 443 per il teatro (e 45 son stati i vincitori), è stato interessante apprendere che – specificamente per il cinema – sono stati inoltrati al Ministero, in risposta al bando, rispettivamente ben 295 cortometraggi, 91 proposte di rassegne cinematografiche, 103 proposte di “rassegna + cortometraggio”, 16 proposte di “spot” (promo del progetto “MigrArti”), e che sono risultati vincitori 16 corti (su 295 candidati), 7 progetti di “rassegna + corto” (su 103 proposte) ed 1 spot (su 16 candidati).

Si ricordi anche che è stata realizzata una sezione “grafica” del progetto, ovvero un concorso nazionale per il logotipo di “MigrArti”, d’intesa tra Mibact e Miur, rivolto a licei artistici ed istituti tecnici (sono stati messi in palio 4mila euro): hanno partecipato 279 candidati, ed il premio per il miglior logo è stato vinto da Viktoria Tribus, una studentessa di Merano, e dal suo logo è stata realizzata una composizione in legno (utilizzando legno delle imbarcazioni di fortuna con le quali sono giunti sulle nostre coste i migranti provenienti dall’Africa) del maestro Francesco Tuccio di Lampedusa, utilizzata come premio al Festival di Venezia.

Quel che riteniamo continui purtroppo a mancare nell’iniziativa “MigrArti” è una migliore capacità comunicazionale e promozionale (anche oggi la rassegna stampa, almeno sui quotidiani nazionali, è assolutamente inadeguata rispetto alla qualità del progetto) ed anche una capacità di mettere a disposizione della collettività tutta e quindi di far fruttare culturalmente il grande e prezioso “database” che il progetto sta consentendo di costruire (una sorta di prima mappatura “viva” di iniziative artistiche-culturali presenti su tutto il territorio nazionale).

Si auspica quindi che nel bando imminente della seconda edizione di “MigrArti” venga dedicata adeguata attenzione sia alle attività di comunicazione e promozione, così come di studio e ricerca.

Sarebbe anche assolutamente opportuno ideare un sito web dedicato: in effetti, è quasi incredibile che un progetto serio ed ambizioso come “MigrArti” non lo abbia ancora. Sarebbe anche opportuno mettere online tutti i video che hanno vinto il concorso della Sezione Cinema, e finanche – previa liberatoria dei detentori dei diritti ovviamente – la totalità dei 295 cortometraggi che hanno partecipato al bando. Di almeno i 45 progetti vincitori, sarebbe opportuno disporre di una scheda descrittiva, di accesso a materiali documentativi scritti ed audiovisivi (anche per quanto riguarda le iniziative di spettacolo dal vivo ovviamente), dei link ai siti web di autori, promotori, organizzatori, associazioni… Tutto questo, in buona parte, ancora manca.

Ricordiamo anche che, in occasione della presentazione dell’iniziativa, nel dicembre del 2015, il Ministro Franceschini dichiarò che, con “MigrArti”, “stiamo recuperando un ritardo dello Stato, perché i Comuni che portano avanti queste attività sono tanti, anche se con sensibilità diverse… Cercheremo di fare un censimento di tutte le associazioni di diverse nazionalità che operano sul territorio nazionale…”.

Questo lavoro di “censimento” è stato impostato, ma è ancora tutto da sviluppare, e potrebbe essere strutturato attraverso un “Osservatorio” ad hoc: si segnala che l’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult sta lavorando da tempo ad un “Osservatorio delle Culture Migranti”, in parallelo al progetto di ricerca “L’immaginario Migrante”, sviluppato in regime di partenariato tra IsICult e la Fondazione Migrantes, organismo pastorale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei).

Si tratta di una iniziativa di studio che intende giustappunto esplorare quei territori che non sono finora stati oggetto di adeguata attenzione, né a livello di ricerca saggistica (accademica o meno) né a livello di interesse pubblicistico (se non estemporaneamente): dal censimento/anagrafe delle iniziative culturali, sull’intero territorio nazionale, promosse da migranti – o che comunque li coinvolgano attivamente – ad una prima analisi delle caratteristiche sociali e strutturali di queste iniziative, affinché possa emergere una fotografia-radiografia originale di un fenomeno finora purtroppo trascurato.

Il sottotitolo della ricerca IsICult-Migrantes è “Culture e media delle comunità immigrate in Italia”, ed intende rispondere, in modo finalmente organico, a quesiti come: quali sono i valori, i simboli, le icone dell’“immaginario” migrante in Italia, rispetto alle culture di origine ed all’incontro/scontro con il sistema culturale del “sistema-Paese” nel suo complesso, ed alle dinamiche della globalizzazione culturale planetaria?

Come si informano i migranti rispetto alla realtà nazionale e di quella del Paese d’origine, tra relazionalità ed appartenenza?

Quale l’uso delle tecnologie e dei media?

Quali le differenze tra prima e seconda generazione?

Quali le differenze a livello di gender (maschile/femminile)?

Quali le loro esperienze rispetto ad un’utilizzazione attiva della cultura, come artisti e produttori culturali?

L’esplorazione delle culture immigrate e lo studio dell’immaginario dei migranti rappresentano territori di ricerca affascinanti, che possono fornire preziose e inedite chiavi di lettura di un fenomeno finora troppo spesso viziato da interpretazioni distorte e distorcenti (allarmiste ed economiciste), che hanno purtroppo trascurato due dimensioni della migrazione assai poco mediatizzate, ma assolutamente fondamentali e strategiche, quella umana e quella spirituale.

Chi redige queste noterelle ha infine apprezzato la qualità iconica e finanche di messaggio ideologico-emozionale dello spot che ha vinto la sezione “spot” della prima edizione del progetto “MigrArti”: si tratta di “Uno. Un’unica squadra”, per la regia di Ivano Facchini, prodotto da Roberta Trovato della “start-up” sicula Mowe.

Sarebbe però forse stato meglio scegliere un prodotto audiovisivo più centrato sullo specifico culturale-artistico: senza dubbio, anche il calcio è “cultura” (in senso lato ed in prospettiva post-moderna), e la metafora della squadra di calcio multietnica è senza dubbio efficace, ma forse non focalizza abbastanza che è specificamente… la cultura ad “unire”, ovvero, come giustamente recita l’“headline” della campagna: “la cultura unisce”.

Conclusivamente, “MigrArti” è senza dubbio una iniziativa assolutamente encomiabile, prima fase di un ambizioso progetto strategico che potrebbe coinvolgere di più non soltanto Rai ma anche dicasteri altri rispetto al Mibact: non resta quindi che augurarsi che “MigrArti” possa presto svilupparsi meglio – come merita – sia in termini di comunicazione sia in termini di analisi, al fine di un’ottimale promozione e disseminazione dell’iniziativa.

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