fondo per la creatività

ilprincipenudo. Creatività giovanile, al via il progetto Mibac-Siae ‘Per chi crea’ da 12 milioni di euro

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Presentato il bando Mibac-Siae per la creatività giovanile alimentato dalla “copia privata” (12 milioni di euro) alla presenza di due Sottosegretari, ma senza rappresentanti Siae; nel mentre, la Dg Cinema Mibac resta 'vacante'.

ilprincipenudo ragionamenti eterodossi di politica culturale e economia mediale, a cura di Angelo Zaccone Teodosi, Presidente dell’Istituto italiano per l’Industria Culturale – IsICult (www.isicult.it) per Key4biz. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Questa mattina a Roma, nella elegante Sala della Crociera del Collegio Romano (sede del Mibac) abbiamo assistito ad una conferenza stampa che definire “strana” è un eufemismo: è stata presentata la terza edizione di un’iniziativa istituita dal Governo Matteo Renzi (febbraio 2014-dicembre 2016) e fortemente voluta dall’allora Ministro per i Beni e le Attività Culturali Dario Franceschini (febbraio 2014-giugno 2018) ovvero un “fondo” speciale per la creatività giovanile, avviato con la Legge di Stabilità del 2016. Per le prime due edizioni, l’iniziativa è stata denominata “Sillumina – Copia privata per i giovani, per la cultura”, mentre l’edizione 2019 cambia nome e diviene “Per chi crea”. Il soggetto “esecutore” resta la Siae.

Il fondo per la creatività giovanile merita attenzione, per ragioni “politiche” ed al contempo “economiche”: la dotazione del fondo supera quest’anno i 10 milioni di euro; è una iniziativa correlata alla complessa e controversa vicenda della cosiddetta “copia privata” ovvero ai flussi di danaro incassati dalla Società Italiana Autori ed Editori (Siae) per le copie private, il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore. Da anni, questo “compenso” è oggetto di contestazioni da parte dei produttori di “hardware”, e recentemente il Sottosegretario grillino al Mibac, Gianluca Vacca, ha coordinato alcuni tavoli di lavoro (l’ultimo c’è stato martedì della scorsa settimana, 22 gennaio) per addivenire ad un “aggiornamento” della normativa, soprattutto in relazione alle fattispecie di “esenzione”.

Renzi e Franceschini vollero che un 10 % di questo flusso numismatico della “copia privata” dovesse essere destinato “ex lege” alla promozione culturale nazionale e internazionale, con particolare attenzione agli “under 35”. A definire le modalità di destinazione della quota un “apposito atto di indirizzo annuale del Ministro”.

I settori coinvolti sono: arti visive, performative e multimediali, cinema, danza, libro e lettura, musica e teatro.

Ammessi al beneficio tutti i soggetti pubblici e privati previsti dal Codice Civile, compresi quelli non riconosciuti, e le persone fisiche titolari di partita iva: in occasione della prima edizione del “fondo”, fummo noi, sulle colonne di “Key4biz” a segnalare per primi – insieme al mensile del terzo settore “Vita” – che erano state paradossalmente escluse le persone giuridiche “non riconosciute” (la quasi totalità delle associazioni culturali italiane non sono riconosciute), ma Siae apportò presto la necessaria corrigende al bando (vedi “Key4biz” del 25 ottobre 2016, “Siae, marcia indietro sul bando ‘Sillumina’: via i paletti per partecipare”).

I progetti privilegiati hanno come obiettivo l’ampliamento dell’offerta e della domanda culturali, attraverso azioni volte al superamento del “cultural divide”. Si fa riferimento anche a progetti a favore della specializzazione delle professionalità artistiche, dell’internazionalizzazione, che mirano al dialogo interculturale e al coinvolgimento di più istituzioni o realizzati sulla base di accordi di partenariato tra più soggetti proponenti.

Entro il 30 giugno 2019, una volta espletata la procedura di selezione pubblica, la Siae provvede all’assegnazione delle risorse. Le risorse vengono assegnate secondo le percentuali fissate dall’atto di indirizzo firmato dal Ministro: il 20 % della quota va al sostegno, la creazione, la promozione, l’edizione e la fissazione di opere prime nei settori indicati; un 15 % della stessa è destinato invece alla creazione di residenze artistiche, anche in collaborazione con istituzioni culturali e università, accademie, conservatori ed enti specializzati; una quota pari al 50 % finanzia la formazione e la promozione culturale promossa da scuole primarie e secondarie, anche in collaborazione con le associazioni di settore; infine, il 15 % della quota oggetto dell’atto di indirizzo è rivolta all’esecuzione pubblica dei repertori originali da parte di giovani in contesti “live” nazionale ed internazionali, nonché alla promozione e distribuzione internazionale dei giovani autori, artisti, interpreti ed esecutori.

L’iniziativa, nelle sue prime edizioni, ha coinvolto migliaia di soggetti, artisti, intellettuali, associazioni culturali (anche se Siae non ha mai rivelato esattamente quanti avessero partecipato al bando…), e sono state sostenute centinaia di iniziative.

Parte significativa della collettività culturale-artistica italiana ne ha beneficiato, anche se purtroppo Siae non ha prodotto un “bilancio sociale” dell’iniziativa, come pure sarebbe (stato) auspicabile. Una minima trasparenza è stata messa in atto, ma il cittadino può soltanto conoscere, dal sito web “Sillumina” (curato da Siae), il nome dell’associazione/società o della persona fisica che è stata selezionata, ed il contributo assegnato: null’altro. Incredibile, ma vero: nemmeno 3 righe tre di sinossi dell’iniziativa, anzi… nemmeno il titolo del progetto!

Immaginiamo che Siae trasmetta al Mibac un resoconto dettagliato (speriamo non soltanto amministrativo), e che venga effettuata una pur minima complessiva valutazione di impatto: se così non fosse, sarebbe grave; se così fosse, sarebbe opportuno che questa valutazione “ad esclusiva circolazione interna” venisse resa di pubblico dominio (anche per rispetto di coloro che hanno partecipato al bando e non l’hanno vinto). Questa “trasparenza a metà” è comunque una patologia che riguarda molte procedure delle pubbliche amministrazioni italiche.

Il bando edizione 2019 ha cambiato nome, ma non la sostanza, anche se, senza dubbio, “il Governo del Cambiamento” ha apportato una parziale correzione di rotta, seppur in una linea di sostanziale continuità con il precedente esecutivo (“continuità” che viene contestata al Ministro grillino Alberto Bonisoli da parte di alcuni esponenti della compagine della maggioranza): il 50 % di questi fondi andranno allocati a favore di iniziative che riguardano le scuole.

E non a caso la conferenza di questa mattina al Collegio Romano ha visto affiancati ben 2 Sottosegretari: i giovani Gianluca Vacca (classe 1967) al Mibac e Salvatore Giuliano (classe 1973) al Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), il primo deputato ed il secondo attivista del Movimento 5 Stelle (a suo tempo presentato da Luigi Di Maio come candidato a guidare il Ministero in caso di vittoria del Movimento), entrambi provenienti dal mondo della scuola (e peraltro anche amici, da quel che hanno dichiarato in conferenza stampa).

Il Sottosegretario Salvatore Giuliano, in particolare, ha rimarcato come sia “la prima volta” che il fondo va ad alimentare iniziative delle scuole: si prevede che possano essere coinvolte almeno 500 scuole, con contributi nell’ordine di 20/30mila euro a progetto, ed una “audience” stimata in circa 150mila studenti. Particolare attenzione verrà assegnata alle iniziative nelle scuole di periferia ed alle realtà che soffrono di processi di disagio sociale. L’iniziativa è finalizzata anche contribuire a ridurre una delle criticità più gravi del sistema italiano: la “dispersione”, ovvero l’abbandono del percorso scolastico da parte degli allievi. Giuliano ha segnalato come nel caso degli istituti tecnico-professionali si arrivi ad una quota di addirittura il 37,5 per cento!

Hanno partecipato alla conferenza stampa anche la Capo di Gabinetto del Mibac, Tiziana Coccoluto (aveva lo stesso incarico con Franceschini Ministro: vedi alla voce… “continuità”?!) e la Direttrice della Dg Biblioteche e Istituti Culturali Paola Passarelli (anche lei di nomina franceschiana).

Nessuno dei partecipanti ha citato – nemmeno “en passant” (come sarebbe stato elegante fare) – il nome dell’ideatore dell’iniziativa (ovvero Dario Franceschini), ma è stata invece rivendicata la (parziale) modificazione di rotta: effettivamente, vincolare la metà del fondo ad iniziative delle/con le scuole è una innovazione significativa ed importante. Anche se va ricordato che son stati proprio Renzi e Franceschini ad incrementare la “convergenza” tra Mibac e Miur: si ricordi che nella legge di riforma del cinema e dell’audiovisivo voluta dal precedente Governo, è stato previsto un vincolo del 3 % del fondo (400 milioni di euro l’anno) proprio a favore di iniziative per la promozione del cinema nelle scuole, e sono imminenti i nuovi bandi Miur—Mibac per l’anno 2019.

Il fondo Mibac-Siae per la creatività giovanile peraltro – come ha segnalato la Direttrice Paola Passarelli – beneficia di una dotazione crescente. Ciò non dipende certo direttamente dal Governo (che pure ha ritenuto di non eliminare la norma), ma semplicemente dall’incremento del flusso della “copia privata” a Siae, che è raddoppiato nell’arco di tre anni: “dai 6,3 milioni di euro del primo anno, ai 9,3 milioni dell’anno scorso, ai 12,9 milioni per il prossimo anno”. Il Sottosegretario Vacca ha sostenuto che il flusso da copia privata si prevede ormai nell’ordine di oltre 120 milioni di euro (in effetti, nel bilancio di previsione Siae per il 2019, approvato nel novembre 2018, in verità si legge una stima di 122 milioni).

Abbiamo ricordato che la “copia privata” è il compenso che si applica sui supporti vergini, apparecchi di registrazione e memorie in cambio della possibilità di effettuare registrazioni di opere protette dal diritto d’autore: in questo modo, ognuno può effettuare una copia, con grande risparmio rispetto all’acquisto di un altro originale oltre a quello di cui si è già in possesso. Prima dell’introduzione della copia privata, non era possibile registrare – almeno legalmente – copie di opere tutelate. In Italia, come nella maggior parte dell’Unione Europea, è stata concessa questa chance, a fronte di un pagamento forfettario per compensare gli autori e tutta la “filiera” dell’industria culturale della riduzione dei loro proventi dovuta alle riproduzioni private di opere protette dal diritto d’autore realizzate con idonei dispositivi o apparecchi. L’entità del compenso tiene conto del fatto che sui supporti si possa registrare anche materiale non protetto dal diritto d’autore. Lo Stato italiano ha assegnato alla Siae il ruolo di riscossore di questo compenso, e la Società lo ripartisce ad autori, produttori e artisti interpreti. La vicenda è complessa ed intricata, e meriterà adeguati approfondimenti.

Perché una “quota” del flusso della “copia privata” debba essere vincolata a stimolare la creatività non è dato sapere: sia ben chiaro, tutto quel che produce flussi reddituali in quella direzione non può che essere ben accolto positivamente, ma ci si domanda quale sia la “ratio” strategica della norma, dato che un simile benefico fondo potrebbe essere istituito comunque per legge, indipendentemente dalla “copia privata”. Una parte dei danari che debbono andare agli autori viene trattenuto dalla Siae, per riallocarlo agli autori stessi, ma con modalità altra. Perché?! La norma ci ricorda un po’ la strana e controversa vicenda dell’“extra-gettito” del canone Rai, che alla fin fine viene riallocato per finalità sostanzialmente altre rispetto a quelle genetiche…

Quel che ha stupito della conferenza stampa odierna è stata la totale assenza di rappresentanti della Siae: non il Presidente Mogol alias Giulio Rapetti, non il Vice Presidente Salvo Nastasi, non il Direttore Generale Gaetano Blandini, né un “delegato” di sorta (come sempre s’usa in casi come questo). Nessun cenno a Siae, se non come… “esecutore”. Nessuna “giustificazione” per l’assenza degli esponenti Siae, e nemmeno un rituale messaggio di saluto. Dinamica veramente molto curiosa. Il Maestro Mogol pare sia stato costretto a casa per un’influenza, ma in occasioni di questo tipo la “coreografia” assume significati che vanno oltre l’aspetto formale: gatta ci cova, nel rapporto tra Siae e Governo?!

Si resta in attesa di leggere il bando che Siae andrà ad elaborare, sulla base dell’atto di indirizzo del Ministro. La Dg Paola Passarelli ha sostenuto che il Ministero chiederà in modo netto all’“esecutore” Siae di definire in modo preciso “gli indicatori”, ovvero i criteri di valutazione ed il loro peso nel processo selettivo. Ci è sembrato di percepire “tra le righe” una qualche perplessità rispetto alla selezione degli anni precedenti (si ricorda che la Siae si è finora avvalsa, nel processo selettivo del bando “Sillumina”, della consulenza tecnica della società Cles srl, presieduta da Alessandro Leon).

Non è stato rimarcato durante la conferenza stampa, ma qui riteniamo opportuno segnalare che il nuovo “atto di indirizzo” ha introdotto un criterio innovativo ed importante, assente nelle prime due edizioni dell’iniziativa: il comma 5 dell’articolo 2 del decreto ministeriale firmato il 18 dicembre 2018 da Alberto Bonisoli prevede che “non possono essere finanziati i progetti che siano già beneficiari, a qualunque titolo, di contributi da parte del Ministero dei Beni e le Attività Culturali”.

In effetti, leggendo l’elenco dei “beneficiati” delle prime due edizioni, qualche dubbio emergeva naturalmente, e qualcuno ha finanche insinuato che un’eletta schiera di autori, artisti ed organizzatori culturali fosse privilegiata da una sovvenzione ministeriale… “duplicata” (con quale logica?!).

Saggia… “correzione di rotta”, quindi.

Da segnalare infine che anche nei corridoi del Collegio Romano si respirava un’atmosfera di curiosità – ma al contempo di preoccupazione – rispetto al destino della Direzione Generale Cinema del Ministero: come abbiamo segnalato più volte anche su queste colonne (vedi “Key4biz” del 18 gennaio 2019, “La situazione ‘statico stagnante’ di Rai e Ministero della Cultura”), il 21 dicembre 2018 è cessato l’incarico del Direttore Nicola Borrelli, ma il Ministro Alberto Bonisoli sembra non abbia ancora deciso di apporre la propria firma sul decreto che rinnova l’incarico.

C’è chi sostiene che sia in atto un (piccolo) “braccio di ferro” tra il Ministro stesso e la Sottosegretaria delegata, la leghista Lucia Borgonzoni (che di Borrelli è grande estimatrice), nell’economia complessiva delle crescenti tensioni tra le due componenti partitiche della maggioranza di governo (e d’altronde anche rispetto allo scontro Soundreef vs Siae, ci sono voci plurali assai, all’interno del Governo): che sia vero o meno, poco importa in fondo; quel che resta grave è questa spiacevole situazione di “sospensione” e di “congelamento”, che determina criticità oggettive per il settore e tutta la sua comunità professionale. Non resta che auspicare che il Ministro finalmente si decida.

 

Clicca qui, per leggere l’“atto di indirizzo per la promozione culturale nazionale e internazionale dei giovani autori, ai sensi dell’articolo 1, comma 335, della legge 28 dicembre 2015, n. 208”, alias fondo per la creatività giovanile Mibac-Siae, a firma del Ministro Alberto Bonisoli, in data 19 dicembre 2018.