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ilprincipenudo. Concessione Stato-Rai: dopo il letargo, finalmente accelera l’iter

Angelo Zaccone Teodosi

L’iter della convenzione tra Stato e Rai sta registrando in questi giorni un’accelerazione che, per quanto positiva, presenta caratteristiche surreali, dato che il ritardo accumulato ha dell’incredibile.

In effetti, il 10 aprile 2017 (lunedì della prossima settimana) scade quel termine di 30 giorni entro il quale la Commissione Parlamentare Bicamerale per l’Indirizzo Generale e la Vigilanza dei Servizi Radiotelevisivi deve esprimere il proprio parere, obbligatorio ma non vincolante (sic!), sullo schema di decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri “concernente l’affidamento in concessione del servizio pubblico radiofonico, televisivo e multimediale, con l’annesso schema di convenzione” (classificato, nei documenti parlamentari, con l’Atto n. 399).

Abbiamo informato i lettori di “Key4biz”, con gran dettaglio, della situazione in essere, in occasione del convegno promosso da Articolo21 giovedì scorso a Roma presso la Casa del Cinema (vedi “Concessione Stato-Rai: tutte le spine di Viale Mazzini”, su “Key4biz” del 31 marzo 2017).

Riteniamo sia importante proporre un aggiornamento in tempo reale: oggi mercoledì 5 aprile, alle ore 12, è scaduto il termine per la presentazione di emendamenti allo “schema di convenzione”, e sarà interessante domani leggere cosa ha prodotto il lavorio intellettuale e politico dell’eletta schiera dei 40 componenti della Commissione (equamente ripartiti tra 20 deputati e 20 senatori), presieduta dal grillino Roberto Fico.

Per ora è dato sapere che sono stati presentati complessivamente ben 240 emendamenti.

Preliminarmente, vogliamo lamentare e denunciare il ritardo con il quale la Camera dei Deputati mette a disposizione i “resoconti stenografici” delle audizioni: riteniamo che le risorse di cui dispone l’italico Parlamento possano consentirci di “pretendere” – da cittadini prima che da giornalisti – di poter leggere questi resoconti entro 24 ore dalla conclusione dei lavori. Il che non è. Esemplificativamente, ad oggi, mercoledì 5 aprile, alle ore 13, non sono ancora disponibili i resoconti stenografici relativi alle sessioni di venerdì 24 marzo e martedì 28 marzo! Da non crederci. Indegno di un Paese civile. E con buona pace della tanto decantata trasparenza della pubblica amministrazione.

Ed anche la relazione del Presidente dell’Agcom Angelo Marcello Cardani la si è potuta leggere sul sito internet dell’Autorità, ben prima che venisse proposta dal sito della Camera.

Inoltre, va segnalato che, anche quando viene proposto sul sito web della Camera il resoconto stenografico, esso è spesso ancora “in bozza non corretta”. Ad oggi 5 aprile, l’unico disponibile in versione definitiva (e quindi impaginato in formato .pdf) è quello relativo alla seduta del 15 marzo (audizione del Sottosegretario Antonello Giacomelli). Anche qui, da… non crederci.

Riepiloghiamo: questo è l’elenco degli “auditi”, dal 15 al 28 marzo 2017:

– 15 marzo 2017: Sottosegretario di Stato per lo Sviluppo Economico, Antonello Giacomelli

– 16 marzo 2017: Angelo Marcello Cardani, Presidente dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, Francesco Posteraro, Commissario Agcom, e Mario Morcellini, Commissario Agcom;

– 17 marzo 2017: Monica Maggioni, Presidente della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, Direttore Generale della Rai, Arturo Diaconale, Francesco Angelo Siddi, Rita Borioni e Guelfo Guelfi, Consiglieri di Amministrazione della Rai; Vittorio Di Trapani, Segretario dell’Usigrai, e Massimo Cestaro, Segretario generale di Slc-Cgil;

– 22 marzo 2017: Presidente di Apt – Associazione Produttori Televisivi, Marco Follini, Vice Presidenti Giovanni Stabilini e Matteo Levi, Direttrice generale, Chiara Sbarigia; Presidente Agnese Fontana e Vice Presidente, Marco Visalberghi per Doc/it Associazione Documentaristi Italiani; Santino Franchina, rappresentante dell’Ordine Nazionale dei Giornalisti; Francesco Rutelli, presidente dell’Anica – Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, e Responsabile pianificazione strategica, Francesca Medolago Albani; Giovanna Maggioni, Direttrice generale di Upa – Utenti Pubblicità Associati;

– 24 marzo 2017: Vice Ministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando; Direttrice generale dell’Ebu-European Broadcasting Union, Ingrid Deltenre; Enrica Laterza, Presidente della Sezione di Controllo sugli Enti della Corte dei Conti, Luciano Calamaro, Presidente della II Sezione Giurisdizionale Centrale di Appello della Corte dei Conti, Piergiorgio Della Ventura, Consigliere della Corte dei Conti, e Natale Maria Alfonso D’Amico, Consigliere della Corte dei Conti; Riccardo Laganà, Presidente dell’associazione Rai Bene Comune – IndigneRai, ed Emidio Grottola, membro del Coordinamento dell’associazione Rai Bene Comune – IndigneRai.

– 28 marzo 2017: Presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Giovanni Pitruzzella.

Fine.

Martedì 28 marzo, concluse le audizioni, si è aperta la discussione generale, con interventi del deputato Vinicio Giuseppe Guido Peluffo (Partito Democratico) e del senatore Maurizio Rossi (Gruppo Misto-Liguria Civica). Anche lo stenografico di questa seduta, ad oggi – naturalmente… – non è disponibile, e si può soltanto leggere la proposta di parere del relatore Peluffo.

Un primo quesito “metodologico” sorge naturale: perché non sono stati ascoltati anche altri soggetti, espressione della società civile?!

Nessuna traccia del Forum del Terzo Settore, per esempio.

Nessuna traccia di Articolo21, a fronte invece dell’audizione della certamente meno consolidata Rai Bene Comune – IndigneRai.

Nessuna traccia di InfoCivica e di Eurovisioni, o di soggetti come Appello Donne e Media e, ancora, Donne In Quota e Rete per la Parità

Nessuna traccia delle associazioni che rappresentano l’anima creativa del settore audiovisivo italiano: dai 100autori all’Anac passando per Wgi ed Anart… Eppure crediamo che – anche loro… – qualcosina da dire, in materia di “contratto di servizio” l’avrebbero.

Eccetera eccetera eccetera.

E che dire del non coinvolgimento del Consiglio Nazionale degli Utenti (Cnu), che sarà anche soltanto “ente ausiliare” dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, ma che pure rappresenta gli utenti finali giustappunto, i radio-telespettatori, ovvero coloro che dovrebbero essere in fondo i veri “stakeholder” del servizio pubblico radiotelevisivo?!

Nessuna traccia, ancora, del socio di minoranza della Rai, qual è (seppur con soltanto lo 0,44 % delle quote azionarie) la Siae – Società Italiana Autori Editori.

E nessuna traccia dei due dicasteri più rilevanti, nell’economia politica della Rai, ovvero il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) e del Ministero dell’Istruzione, Ricerca e Università (Miur)…

Capiamo i tempi strettissimi cui è stata costretta la Commissione bicamerale (tempi ridicoli, a fronte dei tanti ritardi del Governo), ma qualcosa comunque non quadra…

Troppe assenze. Troppe distrazioni. Troppe rimozioni.

E perché, ancora, la Commissione di Vigilanza non ha ritenuto di affrontare la evidente a-sintonia tra gli esiti della consultazione pubblica “CambieRai” e quanto l’Esecutivo ha alla fin fine redatto nello schema di convenzione?!

Torneremo presto su queste gravi criticità.

Riteniamo di far cosa utile ai lettori, proponendo un documento che riproduce i testi di tutti i resoconti stenografici disponibili ad oggi (sia in versione definitiva sia “in bozza non corretta”), dal 15 al 22 marzo 2017. Si tratta di 100 pagine: una lettura forse faticosa, ma in verità importante, per comprendere cosa sta accadendo nelle stanze della Vigilanza.

E separatamente (ovvero con file a parte) proponiamo la proposta di parere del Relatore Peluffo presentata ieri l’altro 3 aprile.

In relazione a quest’ultimo documento, ci limitiamo a segnalare che non ci sembra abbia recepito al meglio le tante (e talvolta configgenti tra loro) istanze emerse durante le accelerate audizioni.

Un sorriso emerge nell’osservare che la concessionaria dovrebbe prestare maggiore attenzione ovvero favorire la “tutela del patrimonio floro-faunistico” (emendamento all’art. 1): la questione, a fronte delle tante criticità della missione di servizio pubblico della Rai, è così importante e merita essere sollevata in questa sede?!

Perplessità emergono dalla lettura di proposte come l’emendamento previsto all’articolo 3 dello schema di decreto di concessione, allorquando si imporrebbe a Rai di fornire e installare all’utente “senza oneri a carico di quest’ultimo”, la “scheda di decrittazione, un decoder e una parabola”, per garantire la ricezione gratuita del segnale al 100 % della popolazione, via etere o, quando non sia possibile, via cavo e via satellite… Cioè la Rai dovrebbe fornire gratuitamente all’utente finanche la… parabola?!

Interessante, anche se assume un sapore quasi divertente se non provocatorio, la proposta di introduzione di un articolo “17-bis”, intitolato “Norma transitoria” prevede che, “qualora il Ministero dello Sviluppo Economico e la società concessionaria non abbiano ancora stipulato il contratto di servizio entro il 15 gennaio 2018”, scatti un termine imperativo di 5 giorni per riferire alla Vigilanza, e, dopo 7 giorni, in assenza di perfezionamento del contratto (e verifica dell’inadempienza da parte dell’Agcom), si introduce una penale “pari all’ammontare del canone annuo di concessione delle frequenze”. Si ricordi che questo canone, nell’ultimo bilancio Rai, relativo all’esercizio 2015, risulta essere stato di 35,8 milioni di euro (a fronte dei 25,3 milioni dell’esercizio 2014). Verrebbe da osservare che si tratta di una somma non granché rilevante, per un gruppo che nel 2015 ha mosso 2.493 milioni di euro (totale ricavi, come da conto economico consolidato). Insomma, come spesso accade in Italia, si corre finanche il rischio che si preferisca pagare la “multa” piuttosto che rispettare il “contratto”! Nel caso in ispecie, si tratta di poco più di 1 % del fatturato…

Si ricordi che, al 5 aprile 2017, è ancora paradossalmente in vigore il contratto di servizio per il periodo 1° gennaio 2010 – 31 dicembre 2012. Anche se, di fatto, è scaduto da… quattro anni e mezzo!

Con sano ed amaro sarcasmo, osserviamo che il Parlamento prevede, al 3 aprile 2017, che il “contratto di servizio” tra Stato e Rai potrebbe (…) non essere perfezionato nemmeno tra 9 mesi: ciò basti, tra Pulcinella ed Arlecchino.

[ Ha collaborato Martina Paliani. ]

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