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ilprincipenudo. ‘Abc-Arte Bellezza Cultura’ della Regione Lazio: bel progetto, ma privo di ‘bilancio sociale’

Angelo Zaccone Teodosi

Questa mattina, martedì 9 febbraio, in un’affollata sala della Casa del Cinema di Roma, abbiamo avuto il piacere di assistere ad una “lezione di cinema” di gran livello (intellettuale estetico politico), in occasione dell’incontro con i docenti delle scuole, dedicato a “Cinema&Storia”, nell’economia del progetto di sensibilizzazione culturale e di formazione scolastica ormai noto con l’acronimo “Abc”, che sta per “Arte Bellezza Cultura”, ideato da Giovanna Pugliese (appassionata organizzatrice culturale), e fortemente sostenuto dal Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti.

Perché ne scriviamo sulle colonne di un quotidiano telematico certamente di respiro nazionale, qual è “Key4biz”?

Perché l’iniziativa stimola una serie di riflessioni anche sulla politica culturale nazionale (appunto), che continua ad essere affetta da molto policentrismo e da totale assenza di coordinamento, così come da una qual certa opacità rispetto alle fonti di finanziamento: la questione diviene ancor più complessa, se si passa dal livello nazionale al livello “locale”, con iniziative che si intrecciano, talvolta sovrappongono, spesso senza interagire tra loro.

Una premessa positiva è indispensabile: chiunque dedichi attenzione al rapporto tra scuola ed arti dello spettacolo (cinema, teatro, musica, danza, circo…) merita comunque apprezzamento, quasi “a priori”… dato il ritardo storico che il nostro Paese ha accumulato, nel corso dei decenni, nel rapporto tra formazione ed arti.

Quel che ci si domanda spesso in Italia, anche in occasione di iniziative di buon livello, è se queste “soggettività” sono in contatto con altre “soggettività”, che pure si sviluppano a vari livelli e sull’intero territorio nazionale, e non sia necessaria e comunque opportuna una valutazione preventiva degli effettivi fabbisogni di formazione e delle possibilità di offrire eventi ed iniziative destinati alla popolazione studentesca (con quali caratteristiche, con quali “target”, con quali costi…).

Abbiamo già scritto su queste colonne (vedi “Cinema e teatro a scuola, intesa Mibact-Miur. Bella idea ma confusa”, su “Key4biz” del 4 febbraio 2016), onestamente apprezzando e severamente criticando, la gran bella idea di finalmente inserire anche le arti dello spettacolo nella modificazione in itinere della scuola italiana, messa in atto dalla riforma di cui legge cosiddetta “Buona Scuola”.

Abbiamo apprezzato e criticato l’iniziativa promossa d’intesa tra i due dicasteri più direttamente competenti, il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) ed il Ministero dell’Istruzione, Ricerca ed Università (Miur), che hanno perfezionato pochi giorni fa un “protocollo d’intesa” per la promozione del cinema e del teatro nelle scuole.

Abbiamo apprezzato la buona volontà e finanche gli intenti innovativi.

Abbiamo criticato una qual certa approssimazione, frammentarietà, confusione.

Abbiamo lamentato – soprattutto – l’assenza di ricognizioni preventive, di analisi dei fabbisogni a livello territoriale, di studi che potessero (possano) consentire il miglior incontro tra “domanda” ed “offerta”, ovvero la messa a fuoco dei bisogni reali.

Per esempio, in Italia, ormai da decenni è attivo un progetto promosso dall’Agis (la confindustriale Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), denominato Agiscuola, avviato nel lontano 1985, ed ideato da Luciana Della Fornace (da sempre impegnata su queste tematiche).

Agiscuola interagisce con Miur ed è sostenuta dal Mibact.

Nel biennio 2014-2015, ha sviluppato una pluralità di iniziative, come il Premio “David Giovani”, il Premio “Leoncino d’Oro Agiscuola”, il Campus “Cinema-Scuola Giovani”, il progetto “Cinema e disagio giovanile”, la pubblicazione del volume “I film per le scuole”, ha organizzato corsi di formazione e di aggiornamento per docenti…

Si tratta di iniziative – si ha ragione di ritenere – sostenute finanziariamente in modo consistente dal Mibact: perché di questi sovvenzionamenti non v’è traccia alcuna sul sito di Agiscuola, né v’è traccia di Agiscuola nell’ultima relazione annuale al Parlamento sul Fondo Unico dello Spettacolo (Fus) pubblicata sul sito web del Ministero il 21 dicembre 2014?!

Perché questi deficit informativi, questa opacità?!

Il problema è quello di sempre: perché non viene imposto per legge un obbligo, per tutti i soggetti che operano nel settore culturale, di rendere di pubblico dominio l’entità dei sostegni pubblici, siano essi nazionali o regionali o comunali e finanche europei?!

La pubblicazione di un bilancio dovrebbe essere una esigenza naturale di chi organizza iniziative sostenute dalla mano pubblica: se così non avviene spontaneamente (ed è veramente “rara avis”), perché non lo si impone per legge, e comunque non lo si richiede nei bandi ed avvisi pubblici?!

In fondo, non è né complicato né gravoso richiedere, a chi beneficia di danaro pubblico, di “rendicontare” non soltanto all’amministrazione di riferimento, ma anche agli “stakeholder”, l’utilizzo delle sovvenzioni: e, essendo tutti i cittadini “portatori di interesse” (in quanto contribuenti), è del tutto naturale “pretendere” che si spieghi loro come son state finanziate le iniziative realizzate.

Semplicemente, si chiama “trasparenza”.

Oppure, con vezzo anglosassone, e significato più profondo: “accountability”, cioè la strumentazione informativo-cognitiva che possa consentire agli “stakeholder” di valutare l’operato di chi gestisce… e finanche all’elettorato di valutare l’operato di chi è stato eletto.

Stesso obbligo, anzi più intenso, dovrebbe valere per tutte le iniziative promosse e sostenute direttamente dalle pubbliche amministrazioni, o da loro emanazioni, siano esse società “in-house” e fondazioni ed altri soggetti.

Questa “rendicontazione” – che dovrebbe essere dettagliata ed assumere sempre la forma del “bilancio sociale” – deve prevedere anche dati quantitativi, oltre che qualitativi: dimensioni del pubblico (popolazione) raggiunta, obiettivi prefissati ed obiettivi raggiunti, indagini demoscopiche…

Di tutto questo, in Italia, quasi mai si parla: rari sono i soggetti (dagli assessorati alle società controllate) che propongono auto-analisi approfondite ed accurate del proprio operato, valutazioni d’impatto, dati e studi.

Perché?!

Il Progetto “Abc Arte Bellezza Cultura” è una iniziativa promossa dalla Regione Lazio con Roma Capitale, di cui è ente attuatore Zètema Progetto Cultura (società “in house” giustappunto di Roma Capitale): un progetto che si sviluppa in collaborazione e partnership con enti e istituzioni a carattere pubblico e privato, che svolge la sua azione all’interno del territorio del Lazio per promuovere e valorizzare le migliori idee e i progetti culturali che ne abbiano necessità, nelle diverse discipline artistiche, mettendo a disposizione il proprio know-how e l’esperienza di cui dispone, i contatti, con le risorse culturali che si muovono sul territorio al fine di migliorarne l’offerta e renderne più efficace anche l’utilizzo da parte dei diversi pubblici e utenze. Tra le attività di “Abc”, la realizzazione di progetti per le Scuole (“Cinema&Storia”; “Cinema&Società”; “Racconti in movimento. Immagini, suoni, social”; “Resistenza in lettere”; “Il Bene e il Male. Moravia, Calvino, Sciascia”; “Il terrorismo raccontato ai ragazzi”) e di attività culturali per la valorizzazione di luoghi quali Civita di Bagnoregio e la Valla dei Calanchi; Rieti e il Cammino di Francesco con la Valle Santa; Cassino e la Valle di Comino; Formia e le isole Ponziane; Il Castello di Santa Severa.

Il Progetto sviluppa anche attività teatrali e di formazione sul tema “Corpo Rete Racconto” ed ha promosso attività a trecentosessanta gradi, fino a qualche mese fa, nell’ambito degli spazi culturali di Palazzo Incontro, che si trova nel cuore storico della Capitale, e che è stato però chiuso e restituito ai proprietari.

Quanti studenti son stati raggiunti, nel corso degli anni?

Quante scuole son state coinvolte?

Quante ore di formazione sono state offerte?

È stata mai realizzata un’indagine quali-quantitativa sugli utenti?!

Il comunicato stampa della kermesse di questa mattina recita “tornano a grande richiesta”: bene, ma per favore ci si informi dell’entità di questa richiesta, se è vero che “Cinema&Storia” e “Cinema&Società” sono “due iniziative tra le più gettonate” (testuale).

Si ha ragione di ritenere che il progetto sia un’iniziativa valida (come Agiscuola), ma perché i promotori (ovvero la Regione Lazio stessa per “Abc” ed il Mibact per “Agiscuola”) non ha finora sentito la necessità di documentare “per tabulas”, con numeri ed analisi, la penetrazione quali-quantitativa dell’iniziativa sul territorio regionale, di misurare la sua efficacia in termini socio-culturali, di finanche valutarne l’efficienza?!

Una simile dotazione di dati ed analisi consentirebbe al progetto “Abc” di rafforzare il senso stesso dell’iniziativa, dimostrando – “per tabulas” appunto – la qualità dell’iniziativa.

Ciò andrebbe fatto anche per evitare – sia consentito, conoscendo quest’Italia malata – che il Presidente della Regione che verrà vada ad accantonare l’iniziativa (ridimensionandola o finanche rimuovendola), semplicemente perché molto sostenuta dal proprio predecessore: patologia tipica del nostro sistema politico, e di molte amministrazioni, nazionali o locali che siano.

La disponibilità di dati oggettivi consente di “bypassare” gli umori del principe di turno.

Questa mattina, alla Casa del Cinema di Roma, abbiamo assistito, insieme ad un centinaio di docenti, a belle dotte argute dissertazioni su film di maestri come Ettore Scola e Pietro Germi, con la conduzione colta di Fabio Ferzetti, critico cinematografico ed ideatore del progetto “100+1 Cento Film e un Paese, l’Italia”.

Sono intervenuti – tra gli altri – Silvia Scola (figlia del famoso regista ed intellettuale) ed un autore del livello (e della simpatia) di Giuliano Montaldo.

Sono trascorse quattro belle ore tra citazioni, battute, ricordi personali… Una vera “lezione di cinema”, di gran livello.

L’evento non era trasmesso in “streaming” (perché?!), ma è stato videoregistrato e ci si augura possa essere presto messo a disposizione “online”, perché si è trattato di una kermesse degna di una trasmissione Rai (e per Rai intendiamo Rai “tout-court”, non per le nicchie di Rai 5 e simili…).

Il Direttore Generale del Cinema Nicola Borrelli è intervenuto per ricordare che un’iniziativa come “Abc” ha seminato il terreno da alcuni anni, e la recente stipula del protocollo d’intesa tra Mibact e Miur così come l’introduzione del tema “cinema” nella legge “Buona Scuola” sono la riprova che il Governo a guida Matteo Renzi ha fatto propria – anche grazie all’impulso del Ministro Dario Franceschini – un’esigenza latente da molti anni.

Tra gli altri, è intervenuto anche Roberto Cicutto, amministratore delegato dell’Istituto Luce Cinecittà (una società – controllata dal Mibact – il cui profilo identitario ci sembra sempre più evanescente, al di là della sacrosanta miglior cura dell’archivio storico del Luce), che si è dapprima soffermato sul riconoscimento Unesco a Roma come “città creativa del cinema” (un’iniziativa autocelebrativa che temiamo assai poco andrà a produrre concretamente), per poi tratteggiare il progetto di Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo (“Miac”), fortemente voluto dal Ministro Dario Franceschini, la cui realizzazione è stata affidata giustappunto a Luce Cinecittà.

L’iniziativa rientra nel primo piano strategico “Grandi progetti beni culturali” previsto dalla legge cosiddetta “Art Bonus”, approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni il 22 gennaio 2015.

A distanza di un anno, piacerebbe conoscere a che punto è concretamente il progetto: e – ancora una volta – sarebbe interessante sapere se è stato realizzato uno studio di fattibilità che consenta di stimare le potenzialità di pubblico, i target di riferimento, la previsione di costi/ricavi…

Ci auguriamo che queste analisi siano state realizzate, e che semplicemente non siano state rese di pubblico dominio. Anche se – trattandosi di un’iniziativa pubblica, realizzata con pubblici danari – crediamo che simili studi, se realizzati, dovrebbero essere messi a disposizione della comunità professionale e della collettività tutta.

Vedi supra, alla voce “accountability”.

Clicca qui, per accedere al sito web del progetto “Abc Arte Bellezza Cultura” promosso da Regione Lazio e curato da Zètema Progetto Cultura.

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