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Il WEF boccia l’Italia sul digitale

Il WEF (World Economic Forum) bacchetta l’Italia sul digitale, piazzandola al 55esimo posto in una classifica di 143 paesi.

Dal Global Information Technology Report 2015, non esce un’immagine positiva dell’Italia. Il nostro paese è, di fatto, in netto ritardo sulle tecnologie di ultima generazione e sullo sviluppo della banda ultralarga.

In termini di sviluppo tecnologico, l’Italia si piazza al di sotto di paesi come Croazia (54), Ungheria (53) o Polonia (50), mantenendo, sí, lo status di economia ad alto reddito all’interno dell’Unione Europea ma portando la tara di evidenti carenze ‘tecnologiche’.

Rispetto allo scorso anno, l’Italia è passata dal 58esimo al 55esimo posto. Nel frattempo, paesi come Francia, Germania, Inghilterra progrediscono rapidamente costruendo e utilizzando a pieno regime i propri eco-sistemi digitali.

Evoluzione del digital divide su 131 paesi

In  Italia, invece, si registrano carenze persistenti nell’ambito politico-normativo (si trova al 102esimo posto), nel settore del business e innovazione (72) e nel, cosí detto, ‘government usage’ (76) –ovvero l’importanza che i governi pongono sulla realizzazione di politiche in materia di ICT, politiche digitali per migliorare il benessere dei propri cittadini e il numero di servizi pubblici on-line che forniscono-.

Ma non tutto è negativo. Nella sezione di analisi delle infrastrutture e contenuti digitali siamo al 37esimo posto come anche nel settore ‘individual usage’ -che misura la diffusione e penetrazione a livello individuale dell’ICT- dove tocchiamo il 33esimo posto.

Inoltre, sempre secondo il report, l’agenzia del governo nata nel 2012 per implementare l’agenda digitale nazionale ha largamente disatteso le promesse” facendo presumere- come se già non lo sapessimo – che la strada verso il ‘riassetto’ tecno-digitale italiano è ancora tortuosa.

 

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