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Il social Truth di Trump perde 58 milioni di dollari. E il titolo crolla a Wall Street

Maledetta primavera per Donald Trump: a Wall Street il titolo del social Truth è arrivato a perdere fino al 25%, dopo aver rivelato perdite nette – illustra Associated Press – per 58,2 milioni di dollari nel 2023. Instillando forti perplessità tra i revisori dei conti sulla sua capacità di proseguire ad operare. Le azioni hanno successivamente chiuso in ribasso del 21%.

Una brusca frenata d’arresto per il tycoon, peggiorata dal fatto che la sua quota (detiene il 57% delle azioni della Trump Media & Technology Group, il cui esordio sul Nasdaq risale alla scorsa settimana, con una valutazione record di oltre 8 miliardi di dollari) vale circa 4 miliardi, meno di alcuni giorni fa quando si attestava su un valore di 5 miliardi di dollari.

Dubbi sulla capacità di operare

Tornando indietro con la memoria, c’è da dire che la quotazione del social media Truth ha, fin dal principio, destato più di un dubbio nel mercato, che l’ha considerata non in linea con i fondamentali della società. La stessa documentazione depositata alla Sec (Securities and Exchange Commission), l’ente federale statunitense preposto alla vigilanza delle borse valori, parrebbe confermare la difformità esistente fra le valutazioni in Borsa e la realtà.

Nel 2023 Truth Social – piattaforma voluta da Trump per divulgare liberamente le sue opinioni, in risposta al monopolio delle Big Tech – ha infatti realizzato 4 milioni di ricavi, una somma lontana anni luce da motivare i prezzi da capogiro a cui è scambiata. In merito alle perdite (che hanno superato quota 58 milioni di dollari), la società di revisione dei conti BF Borgers fa presente come esse “aumentano dubbi sulla sua capacità di continuare”.

Oltremodo, rammenta Reuters, il miliardario non è autorizzato né a vendere né a prendere in prestito le sue azioni per sei mesi. La stessa agenzia di stampa riprende poi le parole di Ross Benes, giornalista e analista di Insider Intelligence, secondo cui “Truth era sopravvalutato e questa realtà sta trascinando al ribasso il titolo. Poiché il servizio non ha un percorso chiaro verso la redditività e le sue entrate sono scarse, il suo debutto elevato non era sostenibile”.

Dalla “scrivania” alla “verità”

Per continuare a comunicare coi propri sostenitori anche dopo essere stato espulso dai principali social media, a inizio maggio 2021 Trump aveva cominciato a farsi sentire attraverso “la scrivania di Donald Trump”, una sezione del suo sito ufficiale su cui venivano condivisi sia comunicati stampa, sia brevi messaggi che ricordavano i tweet che il tycoon pubblicava quando ancora era in carica.

Fin dal principio, però il suo staff puntualizzava che la “scrivania” non era il nuovo social media per i suoi sostenitori, e infatti a inizio giugno la sezione era stata chiusa e messa offline. Quindi è arrivata Truth Social, la piattaforma che funziona in modo simile a X, consentendo agli utenti di pubblicare commenti di testo, foto e video su un feed (con l’ulteriore opportunità di mettere mi piace ai post altrui, attraverso l’uso di una funzionalità simile al retweet).

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