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Il settore delle costruzioni, oltre il Superbonus per una visione a lungo termine

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Il Superbonus è stata una misura che ha avuto il merito di scongiurare il peggio nel difficile momento di crisi vissuto con la pandemia. Ma le varie criticità nella sua attuazione hanno rischiato di generare l’effetto inverso.

Espansione del +5% su base annua, per il terzo anno consecutivo, con un aumento degli investimenti settoriali negli ultimi tre anni di circa 75 miliardi. Sono questi alcuni dati che emergono dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni 2024, lo studio realizzato da ANCE che traccia un quadro sul settore delle costruzioni e sulle prospettive di sviluppo.

Uno scenario di crescita che negli ultimi anni è stato stimolato e favorito da misure economiche come il Superbonus e il PNRR, che devono, tuttavia, spingere a guardare oltre e a costruire, sin da oggi, nuove traiettorie per rendere dinamico e attrattivo il settore.

In questa fase di esaurimento del Superbonus e del suo meccanismo, è necessario fare un bilancio su questa misura e sulle criticità che ne hanno segnato il percorso. Il Decreto legge salva-spese, approvato alla fine del 2023, non scioglie i nodi più nevralgici della questione.

Secondo le più recenti informazioni fornite dal monitoraggio ENEA-MASE, si stima che nei condomini i lavori ancora da completare corrispondano a 10 miliardi di euro. Questo si traduce in un totale approssimativo di 40.000 cantieri condominiali rimasti incompiuti.

Senza l’emissione di un SAL straordinario o la concessione di una breve mini-proroga mirata a completare i cantieri con uno stato di avanzamento significativo, si rischia non solo di lasciare incompiuti i lavori avviati, ma anche di aumentare considerevolmente il rischio di decine di migliaia di contenziosi tra condomini e imprese. Uno scenario che potrebbe rendere vani gli sforzi compiuti in questi anni per efficientare il patrimonio edilizio.

Da subito il comparto delle costruzioni ha espresso la necessità di rivedere il Superbonus, con l’obiettivo di trovare delle misure strutturali e sostenibili che possano garantire una crescita di lungo termine all’edilizia e favorire l’efficientamento energetico del patrimonio immobiliare italiano. Per segnare la fine di questo percorso e l’inizio di un nuovo capitolo incardinato sulla Direttiva “case green” europea, occorre mettere a terra una strategia che tenga conto delle lezioni che abbiamo appreso negli ultimi tre anni.

Il Superbonus è stata una misura che ha avuto il merito di scongiurare il peggio nel difficile momento di crisi vissuto con la pandemia. Ma le varie criticità nella sua attuazione hanno rischiato di generare l’effetto inverso.

La vera crescita, d’altra parte, si ottiene adottando una visione che vada al di là di singole misure, nate in un contesto di perenne emergenza. Una visione che va costruita su dei cardini precisi per affrontare le sfide già alle porte. Transizione energetica, sostenibilità e nuove tecnologie, che impongono di puntare innanzitutto sulla formazione.

Secondo le stime di ANCE, nel prossimo biennio saranno necessari 54.000 operai e oltre 10.500 impiegati in più per ricoprire il fabbisogno occupazionale generato dagli investimenti aggiuntivi del PNRR, ma anche per rispondere alla continua richiesta di nuove competenze. Anche questo fa parte di una strategia che, dopo l’effetto oramai esaurito del Superbonus, guarda oltre il 2026 e il PNRR e necessita di una pianificazione che possa partire già da oggi e che permetta di cogliere le opportunità, in termini di investimenti e di nuove competenze.

Tra PNRR, i fondi nazionali ed europei e altri stanziamenti, nei prossimi 15 anni l’Italia avrà a disposizione circa 230 miliardi di euro per il settore: risorse significative che hanno bisogno di essere indirizzate e convogliate in una visione a lungo termine che punti sull’efficientamento energetico del parco immobiliare del nostro paese, che richiede sin da oggi investimenti importanti.