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Il satellite per realizzare il 5G. La via dell’ESA passa per l’Italia

Per la piena realizzazione del sistema 5G e il raggiungimento di tutti gli ambiziosi obiettivi prestazionali che si pone occorre sviluppare i nuovi sistemi di trasmissione per raggiungere le velocità obiettivo, nonché tutti i nuovi paradigmi di gestione della rete. Ma si dovrà anche utilizzare tutta la rimanente tecnologia esistente in uno scenario di piena integrazione.

I sistemi via satellite possono significativamente contribuire a raggiungere gli obiettivi e a vincere la sfida del 5G. Infatti, oltre a svolgere il tradizionale ruolo di completamento della copertura (gap filler) e a garantire il servizio in aree non servite dai sistemi terrestri (digital divide), possono offrire la loro intrinseca ottima capacità di diffusione e di raccolta per una fornitura efficiente dei servizi di distribuzione e caricamento di contenuti multimediali, che oggi (e domani) rappresentano la fetta principale del mercato.

L’opportunità, senza precedenti per il satellite, di fornire un contributo significativo è legata alla definizione e realizzazione delle slice che, nello sviluppo del 5G, rappresentano quell’insieme di infrastrutture e protocolli messi a disposizione per il soddisfacimento dei requisiti di un servizio, anche attingendo in diversi domini tecnologici e amministrativi (multi-tenant). Proprio partendo dal servizio, e non dalla disponibilità dell’infrastruttura, tutte le tecnologie potranno contribuire sulla base di algoritmi che mirino alla massimizzazione di certi obiettivi prestazionali (anche economici) indipendentemente dalla capacità di penetrazione di mercato degli operatori e/o fornitori di servizio.

In questo quadro, l’Agenzia Spaziale Europea, a seguito di una gara competitiva (ITT 8995: Implementation of Virtualised Network Functions (VNFs) for Broadband Satellite Networks), ha affidato ad un gruppo di enti di ricerca e aziende italiane il compito di progettare e realizzare un Performance Enhancing Proxy (PEP), elemento fondamentale di una rete satellitare, con tecnologia software virtualizzata in conformità agli standard 5G.

Al momento un dispositivo con tali caratteristiche non risulta disponibile e quindi la sua realizzazione renderà più facile e rapido lo sviluppo di sistemi 5G che includano segmenti satellitari.

La piattaforma, che è in fase di sviluppo, rappresenterà uno strumento di riferimento per la futura sperimentazione di servizi 5G laddove il segmento satellitare sia previsto nell’architettura di rete e consentirà di verificare l’effettiva applicazione dei concetti di IaaS e PaaS propri della visione 5G in ambito satellitare. Consentirà anche di valutare e ottimizzare le prestazioni di soluzioni architetturali e protocollari, basate su PEP, e quindi anche di identificare nuove opportunità di mercato per tutti gli attori principali del 5G.

Il gruppo di enti è composto da: Consorzio NITEL (coordinatore), Consorzio CINI, Athonet, Università di Padova. Il progetto, iniziato a marzo 2018, ha una durata prevista di due anni per lo sviluppo mentre il terzo anno la piattaforma sarà a disposizione di terzi per sperimentazione.

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