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Il robot-badante che assiste gli anziani (video)

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Si chiama Zora, è alto 58 cm e pesa 12 kg. La sua missione? Assistere gli anziani della casa di riposo di Issy-les-Moulineau, vicino Parigi.

I robot sono ormai diventati parte integrante di molte realtà. E adesso sbarcano anche nelle case di riposo. E’ il caso di Zora, un umanoide alto 58 cm per 12 chilogrammi, che da due settimane si aggira tra gli anziani di una struttura a Issy-les-Moulineau, vicino Parigi.

Il robot costa 150 mila euro e ha un’autonomia di due ore.

Cosa fa Zora? Tira i numeri della tombola, fa corsi di ginnastica e legge pure.

E’ vero, la sua andatura è un po’ meccanica, la voce è metallica ma ha uno sguardo quasi umano.

Questo modello di robot Nao, creato dal leader francese della robotica Aldebaran, passato recentemente sotto il controllo giapponese, è adesso dotato di un software integrato ‘cura, riabilitazione e intrattenimento per gli anziani’, sviluppato dalla società belga Zora Robotics.

Zora tiene compagnia ai residenti di questa casa di riposo e assiste il personale nel programma di intrattenimento o nei laboratori terapeutici: esercizi di fisioterapia, stretching e Tai Chi per risvegliare le articolazioni e la memoria.

Questo robot parla 19 lingue ed è in grado di eseguire diverse coreografie di ballo.

Se qualcuno lo afferra bruscamente per un braccio, esclama ‘ahi!’

Anche se ci vorrà del tempo per valutare i vantaggi della robotica nei servizi a favore degli anziani, “Zora, così come la pet-terapia, rientra nel nostro progetto medico che punta a stimolare i residenti in tutti i modi” con l’obiettivo di ridurre l’uso di psicofarmaci, ha spiegato Fabrice Goffin, cofondatore di Zora Robotics.

Zora sostituirà il personale medico e gli animatori?

“Assolutamente no“, assicura Goffin.

“Lo scopo – precisa – è di affidargli compiti ripetitivi o che richiedono molto tempo, come leggere il giornale, il menu del giorno o annunciare le informazioni meteo, in modo che il personale medico possa concentrarsi sulla loro missione primaria, quella di curare e ascoltare le persone”.

Per la Francia si tratta del primo esperimento del genere mentre nei Paesi Bassi o in Belgio lavorano già 80 robot nelle case di riposo.