Finestra sul mondo

Il Regno Unito si prepara per una ‘No-deal Brexit’, Catalogna, Stime al ribasso per la Francia nel 2019

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Regno Unito, il mondo degli affari guarda “con orrore” ai preparativi del governo per una “no-deal Bexit”

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Il governo britannico ha deciso ieri, 18 dicembre, di accelerare i preparativi in vista di una “no-deal Bexit”, ossia il recesso del Regno Unito dall’Ue senza un accordo sui futuri rapporti bilaterali in materia di economia, commercio e dogane che entrera’ formalmente in vigore il 20 marzo 2019. Il mondo degli affari britannico ha reagito “con orrore” alla decisione del governo della premier Theresa May. Lo scrive il quotidiano britannico “The Guardian”, riferendo che ieri le cinque principali organizzazioni imprenditoriali del Regno Unito hanno emesso un comunicato in cui si dichiarano estremamente preoccupate per gli ultimi sviluppi della Brexit. Il comunicato afferma che una eventuale “no-deal Bexit” provocherebbe il caos negli scambi commerciali tra Regno Unito e UE e danneggerebbe pesantemente l’economia britannica. Inoltre, gli imprenditori del Regno Unito si dicono convinti che il paese non sia affatto pronto ad una simile eventualita’ e sollecitano i partiti ad uscire dalle loro logiche “politicanti” e ad approvare in parlamento l’accordo per la Brexit siglato il 25 novembre scorso dal premier May e dal presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. L’intesa verra’ votata alla Camera dei comuni il 14 gennaio prossimo. Il comunicato e’ stato sottoscritto da Cbi (la Confindustria britannica), Eef (la federazione dell’industria manifatturiera britannica), Federazione delle piccole aziende, Camere di commercio e dall’Institute Directors (l’associazioe dei top manager).
Finestra sul mondo: Regno Unito, leader laburista Corbyn criticato per non aver presentato in parlamento mozione di sfiducia contro il governo.

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Stati Uniti, Trump, troppo presto per dire se il blocco delle attivita’ governative sara’ evitato

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Nonostante le dichiarazioni della portavoce della Casa Bianca, Sarah H. Sanders, che ha rassicurato in merito al rischio di un blocco delle attivita’ del governo federale (il cosiddetto shutdown) da parte del presidente Usa, Donald Trump, lo stallo governativo appare ancora uno scenario possibile, dopo che i Democratici hanno respinto una nuova offerta da parte dei Repubblicani. Martedi’ il presidente Trump ha infatti dichiarato che e’ “troppo presto” per determinare se un arresto parziale del governo sara’ evitato. “Vedremo cosa accadra’ – ha detto Trump ai giornalisti alla Casa Bianca -. E’ troppo presto per dirlo”. Il presidente ha anche ribadito di essere determinato a ottenere i 5 miliardi per avviare i lavori del muro lungo il confine sudoccidentale con il Messico. “Abbiamo bisogno della sicurezza delle frontiere”, ha detto il presidente. Intanto il leader della maggioranza repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha proposto al Congresso l’approvazione di uno stanziamento di 1,6 miliardi di dollari per il rafforzamento delle barriere al confine, e un altro miliardo di dollari, come fondi riprogrammati, da utilizzare per le politiche sull’immigrazione. Il senatore repubblicano Shelley Moore Capito, che guida il gruppo responsabile dei fondi per la sicurezza nazionale, ha affermato che i fondi riprogrammati non potrebbero essere utilizzati per un muro fisico ma potrebbero essere spesi per altre misure di sicurezza alle frontiere. Il leader della minoranza al Senato, Charles Schumer, ha pero’ bocciato la proposta a nome dei Democratici.

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Stati Uniti, rinviata sentenza di condanna per ex consigliere sicurezza nazionale Flynn

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Il giudice distrettuale degli Stati Uniti, Emmet Sullivan, ha rinviato martedi’ l’udienza di condanna dell’ex consigliere Usa per la sicurezza nazionale Michael Flynn, accusato di aver mentito al Federal Bureau of Investigation (Fbi) in merito ai suoi incontri durante il periodo di transizione presidenziale con l’allora ambasciatore russo negli Stati Uniti, Sergey Kislyak. Sullivan ha deciso di posticipare la condanna di 90 giorni dopo che l’avvocato difensore ha presentato tale richiesta, e ha fissato la prossima udienza per il 13 marzo. Questo permettero’ a Flynn di collaborare ancora per alcuni mesi con il procuratore Mueller. La condanna di Flynn fa parte dell’indagine portata avanti dal procuratore speciale Robert Mueller sui possibili legami tra Mosca e l’allora candidato alla presidenza statunitense, Donald Trump, e sulla campagna di influenza della Russia durante le elezioni presidenziali del 2016. Sullivan ha spiegato che terra’ conto dei 33 anni di servizio di Flynn per gli Stati Uniti, ma ha anche ribadito che mentire all’Fbi costituisce “un grave crimine”. Il giudice ha ripetutamente chiesto a Flynn se fosse sicuro di volersi dichiarare colpevole, domanda alla quale l’ex consigliere alla sicurezza nazionale ha risposto in modo affermativo. La squadra di Mueller ha infatti raccomandato che Flynn non ricevesse alcuna condanna di detenzione data la sua collaborazione alle indagini. Nei giorni scorsi, pero’, sono emersi gravi dubbi in merito alle modalita’ che hanno portato all’incriminazione di Flynn, che sarebbe stato interrogato dall’Fbi senza un legale e in violazione dei regolamenti vigenti. come ammesso dall’ex direttore dell’Fbi James Comey.

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Spagna, il Psoe boccia la proposta di Cs di commissionare la Catalogna

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – La Camera dei deputati ha bocciato ieri, 18 dicembre, la proposta avanzata da Ciudadanos che chiedeva l’applicazione dell’articolo 155 della Costituzione contro la Generalitat, un provvedimento che, di fatto, prevede il commissariamento dei poteri dell’amministrazione locale per cederli, in via temporanea, al governo centrale. Lo riferisce il quotidiano spagnolo “El Mundo”, precisando che la misura non e’ passata a causa dei voti contrari degli indipendentisti, del Partito nazionale basco, di Unidos Podemos e anche del Partito socialista operaio (Psoe). “Non ci sono fatti oggettivi” che giustifichino l’applicazione di questo articolo, hanno dichiarato fonti socialiste. Il leader di Cs, Albert Rivera, e il Partito popolare (Pp) sono dunque rimasti i soli a richiedere la sospensione delle funzioni della Generalitat per fare in modo che “i separatisti smettano di umiliare” la Spagna e per proteggere i “catalani che si sentono spagnoli” da continue molestie e prevaricazioni. Contestualmente, invece, il parlamento regionale della Catalogna ha approvato una mozione promossa dal Cup che definisce la Costituzione spagnola come “antidemocratica e antisociale”. Le principali critiche al testo riguardano gli articoli relativi al capo dello Stato, all’organizzazione territoriale o al ruolo delle Forze armate. Il primo punto della risoluzione – approvato dai partiti separatisti e da un deputato di Ciudadanos, che avrebbe sbagliato a votare – critica la figura del re e il mancato riconoscimento del “diritto all’autodeterminazione”. Nel testo si legge, in particolare, che la Costituzione “tutela” i privilegi della Chiesa cattolica e non definisce come “fondamentale” il diritto alla salute pubblica.

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Spagna, per Sanchez “i catalani in carcere non solo detenuti politici ma persone che hanno commesso reati”

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – In Spagna non ci sono detenuti politici ma solo politici che hanno commesso illegalita’, come confermato anche da Amnesty International. Lo ha detto, durante un’udienza in Senato, il primo ministro, Pedro Sanchez, in risposta all’intervento della senatrice Cer, Mirella Corte’s, che ha lamentato la decisione delle autorita’ giudiziarie spagnole di imporre la carcerazione preventiva a diversi ex rappresentanti della Generalitat per aver convocato il referendum illegale sull’indipendenza nell’ottobre del 2017. Questi politici “non si possono accusare” di ribellione o sedizione, dal momento che “non c’e’ stata violenza” nelle loro azioni, ha detto la Corte’s. “L’accusa non cerca di fare giustizia, e’ semplicemente il braccio vendicatore del nazionalismo spagnolo onnipresente”, ha incalzato la parlamentare, citata dalla “Vanguardia”. Di fronte alle dure parole di Corte’s, Sanchez ha chiesto una maggior “autocritica” e ha dichiarato che le forze indipendentiste hanno tenuto il referendum solo per compiacersi. Alle consultazioni del 9 novembre 2014 e del 1° ottobre 2017 “solo il 30 per cento degli elettori ha votato”, ha ricordato il leader socialista.

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Brexit

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Il leader del Partito laburista, Jeremy Corbyn, e’ stato criticato dai suoi stessi deputati per non aver presentato in parlamento la mozione di sfiducia contro il governo che pure aveva minacciato. Lo riportano oggi i principali quotidiani britannici, sottolineando “la pessima figura” di Corbyn nella sfida con il primo ministro Theresa May. Per “The Times”, dopo settimane in cui la dirigenza laburista ha accarezzato l’idea di presentare una mozione di sfiducia formale che avrebbe potuto sfruttare il caos nel Partito conservatore sulla Brexit, provocare la caduta del governo e portare il Regno Unito a ad elezioni anticipate, Corbyn ha scelto una mossa parlamentare di dubbia efficacia. Si tratta della mozione di censura nei confronti della sola leadership della premier May, una procedura informale il cui voto non e’ neanche garantita dal regolamento parlamentare. La mossa e’ quindi abortita sul nascere, provocando l’effetto boomerang di ricompattare i Conservatori e il loro alleati del Partito democratico unionista (Dup) attorno a May. Questo magro risultato, racconta il “Times”, ha suscitato un’ondata di critiche nei confronti di Corbyn da parte degli stessi deputati laburisti, secondo cui la mozione di censura e’ una “pantomima” ed una “decisione idiota”. La vera ragione che ha ispirato questa di questa tattica fallimentare, sostiene il “Times”, e’ che Corbyn teme di dover prendere una posizione netta sulla Brexit. Se una sua piena mozione di sfiducia contro il governo dovesse essere battuta, il leader laburista sarebbe costretto a sostenere la convocazione di un secondo referendum popolare sulla Brexit. Un tema su cui il Partito laburista e’ diviso proprio come i Tory. Inoltre, la richiesta di un secondo referendum sulla Brexit da parte di Corbyn alienerebbe ai laburisti il consenso di un larga parte del loro stesso elettorato, soprattutto nello storico bacino elettorale nel nord dell’Inghilterra.

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Francia, dietrofront del governo su compensazioni, prima le annulla poi le ripristina

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Nel pomeriggio di ieri, 18 dicembre, il governo francese ha annullato parte delle misure adottate a novembre scorso per calmare la protesta dei gilet gialli, per poi tornare sui suoi passi poche ore dopo annunciando il mantenimento dei provvedimenti. Il quotidiano francese “Le Monde” sottolinea la confusione che ha regnato tra le fila dell’esecutivo. Tra i provvedimenti oggetto di questa “retromarcia” vi e’ l’aumento dell’assegno energia e il premio all’acquisto di mezzi non inquinanti. Fonti vicine al primo ministro Edouard Philippe, hanno spiegato che, alla fine, la “scelta politica” ha avuto la meglio sulla “scelta di bilancio”. “Ci sembrava normale sopprimere la compensazione all’aumento della tassa sul carburante dal momento in cui l’incremento stesso e’ stato soppresso”, ha affermato la fonte di “Le Monde”. Intanto, il governo fa sapere che “bisognera’ trovare altrove” i 130 milioni di euro che si pensava di ricavare dal taglio delle compensazioni. Alla notizia della cancellazione delle misure sono seguite una serie di telefonate tra i deputati della maggioranza, preoccupati per la scelta. “Il governo e il primo ministro hanno cosi’ deciso di mantenere il piano da 500 milioni di euro per timore di non essere capiti”, ha reso noto l’ufficio del primo ministro Philippe.

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Francia, crescita 2018 rivista al ribasso all’1,5 per cento

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – L’Istituto nazionale delle statistiche e degli studi economici francese (Insee) ha corretto al ribasso le prospettive di crescita per il 2018, portandole dall’1,6 all’1,5 per cento. Lo riferisce “Le Figaro”, spiegando che le proteste dei gilet gialli dovrebbero costare 0,1 punti percentuali crescita nell’ultimo trimestre dell’anno. Se confrontata con la crescita del 2,3 per cento registrata nel 2017, quella di quest’anno rappresenta un duro colpo per il governo, che puntava molto sulle misure riguardanti il potere d’acquisto volte a sostenere l’attivita’ economica. Il governo ha adottato misure per 10 miliardi con l’obiettivo di calmare le proteste dei gilet gialli. Una crescita debole prospetta in Francia anche per l’inizio del 2019, con la ripresa che non dovrebbe registrare particolari accelerazioni, rimanendo all’1 per cento nel primo semestre. Il primo ministro francese, Edouard Philippe, dovrebbe annunciare oggi al termine del consiglio dei ministri delle misure economiche e sociali.

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Germania, ex ministro Difesa zu Guttenberg pone in discussione candidatura Soeder a presidente Csu

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – L’ex ministro della Difesa tedesco, Karl-Theodor zu Guttenberg, ha posto in discussione la candidatura del presidente della Baviera, Markus Soeder, a prossimo presidente dell’Unione cristiano-sociale (Csu). Secondo quanto riferito dal settimanale tedesco “Die Zeit”, zu Guttenberg ha affermato che la Csu “deve accertarsi” di quanto una presidenza di Soeder sia “sostenibile nel lungo periodo” e di quanto il presidente della Baviera sia “adatto a questo grande compito”. Il nuovo presidente della Csu verra’ eletto al congresso che il partito terra’ il 24 novembre prossimo per nominare il successore dell’attuale leader, il ministro dell’Interno Horst Seehofer.

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Italia-Ue, ministero Economia, raggiunto “accordo informale” su legge di stabilita’

19 dic 11:04 – (Agenzia Nova) – Italia e Commissione europea hanno raggiunto un “accordo informale” sulla legge di stabilita’ per il 2019. Lo ha annunciato nella serata di ieri, 18 dicembre, un portavoce del ministero dell’Economia e delle Finanze. Il contenuto dell’intesa non e’ ancora noto, si legge sul quotidiano tedesco “Handelsblatt” che evidenzia come la Commissione europea ancora non si sia pronunciata su alcun accordo con l’Italia sulla legge di bilancio. Un portavoce della Commissione europea si e’ limitato a comunicare che i commissari si riuniranno oggi a Bruxelles per discutere del provvedimento.

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