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Il Mukaab, lo smart cube nel deserto saudita

James Hansen

Abbiamo già riferito – (qui) – della proposta di costruzione in Arabia Saudita di una sorta di città lineare, denominata “The Line”, un’unica struttura alta 500 metri, larga 200 e lunga 170 chilometri, da realizzare nel deserto della penisola arabica e collegata per tutta la sua lunghezza da una ferrovia sotterranea ad alta velocità. La sua eventuale costruzione è da molti considerata improbabile, ma, per niente scoraggiati, i Sauditi hanno da poco annunciato l’edificazione di un altro (quasi altrettanto improbabile) palazzo a dir poco ‘monumentale’.

Il Mukaab – raffigurato qui a sinistra – è un ulteriore esercizio di geometria perversa, un cubo perfetto di quattrocento metri per lato, da intendersi come il punto focale del rinnovo urbano di Riyad, la capitale saudita. La nuova struttura dovrebbe essere il più grande edificio urbano del mondo ed è descritta nei materiali distribuiti dal Governo del Paese come “grande abbastanza per contenere venti Empire State Building”, il noto grattacielo di New York…

Per essere più precisi, il suo volume consisterebbe in circa due milioni di metri quadri di spazi commerciali e residenziali. All’interno, tra le altre meraviglie, la nuova costruzione dovrebbe avere una sorta di torre residenziale, forse molto vagamente ispirata dalla Torre Eiffel parigina, ma un po’ più alta… Oltre alle dimensioni meramente ‘architettoniche’ e secondo l’annuncio fatto, l’interno del Mukaab – grazie all’esteso impiego di avanzate tecnologie digitali e virtuali – dovrebbe essere in grado di trasformarsi visivamente in ambienti che vanno dal fondo del mare alla ricreazione della superficie di Marte – ciò almeno secondo il filmato di presentazione del progetto (qui, da vedere).

Non tocca a Nota Design pronosticare se la struttura – che sfiderebbe le tecnologie e la potenza economica di paesi ben più forti della pur ricca Arabia Saudita – verrà mai effettivamente costruita, ma è interessante chiedersi il perché di questi annunci fantasiosi.

Forse è il caso di ricordare che il principe ereditario Mohammad bin Salman – il ‘dominus’ del Paese – prima di darsi all’architettura futuribile era più noto a livello internazionale come il presunto mandante del brutale assassino del giornalista oppositore Jamal Khashoggi, fatto letteralmente a pezzi da una squadra di aguzzini all’interno del Consolato saudita di Istanbul nel 2018. 

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