Transizione

Tra blackout e Aree Idonee, Fratin: “L’Italia ha bisogno di nucleare e regole chiare”

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Sul palco della kermesse romana dedicata al mondo della pubblica amministrazione, il ministro dell’Ambiente spazia dal caos Regioni-Stato alla sicurezza energetica: “Serve una svolta concreta, non battaglie ideologiche”.

Conflitto di competenze tra Stato e Regioni, blackout internazionali, sicurezza della rete elettrica e il ritorno al nucleare: sono stati questi i temi caldi affrontati dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin in apertura del Forum PA 2025, partito oggi nella Capitale.

Subito al centro del dibattito il contestato Decreto Aree Idonee, recentemente modificato dal TAR del Lazio. Il Ministro ha ammesso che il provvedimento presenta “elementi fallaci”, soprattutto laddove assegna troppa autonomia alle Regioni. Ha definito la situazione “convulsa”, in riferimento alla sovrapposizione di competenze tra Stato e autonomie locali nel recepimento delle normative europee. Un nodo che ha già portato all’impugnazione di numerosi atti regionali da parte della giustizia amministrativa.

“Ci troviamo di fronte a un vero e proprio ribaltamento dei modelli ordinari. È indispensabile chiarire che quanto stabilito dalla legge sulle Aree Idonee non è derogabile. Era già implicito, ma ora va normato con maggiore precisione, soprattutto riguardo alle distanze”, ha spiegato Fratin.

60 giorni di tempo: tanto avranno le Regioni per adeguare le rispettive normative. Il Ministero, intanto, lavora a un confronto rapido con il sistema regionale, in attesa del verdetto della Corte Costituzionale.

“Serve un riordino costituzionale su ambiente ed energia”

Il Ministro ha poi sollevato un tema più ampio: la struttura costituzionale italiana, che lascia molte competenze in ambito ambientale e energetico in una zona grigia tra Stato e Regioni. Il risultato? Conflitti e paralisi.

“Forse è arrivato il momento di mettere un punto fermo. Tocca al Parlamento, ma credo valga la pena riflettere su un aggiornamento del quadro normativo, anche alla luce della riforma del 2001. Dopo oltre vent’anni, serve chiarezza nel riparto delle competenze.”

Blackout, il fotovoltaico e il paradosso dell’energia pulita

Il recente blackout che ha colpito Spagna e Portogallo è stato un altro dei temi affrontati con toni netti. Per Fratin, dietro al guasto si nasconderebbe un paradosso: l’eccesso di energia fotovoltaica.

“Un’anomalia che si comincia a conoscere solo ora in Europa. Le rinnovabili sono fondamentali, ma non gestibili come le fonti tradizionali. Servono sistemi di accumulo avanzati, infrastrutture più robuste e capacità di previsione molto più sofisticate.”

Secondo le prime analisi, il blackout sarebbe stato causato da un problema di frequenza nella rete, un evento critico in un sistema elettrico europeo altamente interconnesso e automatizzato.

Sull’Italia, però, il Ministro lancia un messaggio rassicurante:

“Uso il condizionale, perché la prudenza è d’obbligo, ma secondo i tecnici la nostra rete è oggi più avanzata di quella spagnola. Dopo il blackout di 22 anni fa, abbiamo fatto enormi investimenti nei sistemi di controllo.”

Il ritorno del nucleare: “Serve energia stabile, non ideologia”

Non è una novità: il Governo punta sul nuovo nucleare come asse strategico per il futuro. Fratin lo ha ribadito con forza, definendolo una delle poche opzioni realmente percorribili per garantire continuità e sicurezza nella transizione energetica.

“Il nucleare fa discutere, ma dobbiamo distinguere tra ideologia e realtà. Oggi consumiamo circa 300 miliardi di kilowattora l’anno, ma nei prossimi 20 anni il fabbisogno potrebbe raddoppiare. Dove troveremo tutta questa energia?”

Il Ministro guarda con fiducia alle nuove tecnologie nucleari, in particolare alla fissione avanzata di terza e quarta generazione, con sistemi di raffreddamento innovativi e sicurezza potenziata. Le prime applicazioni potrebbero vedere la luce entro 4-5 anni.

Il percorso istituzionale, intanto, è in corso. Il parere della Conferenza Unificata dovrebbe arrivare a giorni e, chiarisce Fratin, non bloccherà l’iter parlamentare:

“Il Parlamento deciderà tempi e modalità. Quel parere non è vincolante.”

Green Deal: “Troppa attenzione agli strumenti, non agli obiettivi”

Sul Green Deal, Fratin ha lanciato una critica precisa: l’errore, finora, è stato concentrarsi sugli strumenti invece che sul traguardo.

“Il Green Deal è un obiettivo: la decarbonizzazione entro il 2050. Che sia per l’UE o per l’Unione Africana al 2060, l’importante è arrivarci. Ma per farlo serve pragmatismo.”

Secondo il Ministro, molte scelte dell’UE – come il divieto ai motori endotermici dal 2035 – sono state prese senza tenere conto delle evoluzioni tecnologiche, che oggi permettono, ad esempio, di produrre auto a idrogeno con motori endotermici a emissioni zero.

“Se l’obiettivo è ridurre le emissioni, non possiamo fossilizzarci su un solo strumento. Servono tutte le soluzioni possibili.”

Auto elettriche e rottamazione, in arrivo 600 milioni

Infine, Fratin ha confermato la riattivazione del piano di rottamazione con fondi del PNRR. Si parla di 600 milioni di euro per incentivare l’acquisto di auto elettriche e a basse emissioni. Un intervento necessario per sostituire i circa 2,5 milioni di veicoli Euro 1 ed Euro 2 ancora in circolazione.

“Inizialmente quei fondi erano destinati all’idrogeno, ma la domanda industriale non ha risposto. L’idrogeno resta una scommessa del futuro, ma intanto dobbiamo affrontare l’emergenza ambientale delle nostre città.”

Il piano prevede incentivi per privati e veicoli commerciali, in particolare quelli utilizzati nei mercati ambulanti, spesso obsoleti e molto inquinanti.

“È anche una questione sanitaria. Quei mezzi trasportano spesso alimentari: aiutare il ricambio vuol dire tutelare la salute di tutti.”

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