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Il metaverso può sembrare lontano, ma gli standard lo avvicinano. La proposta di Chiariglione

Il termine metaverso ha messo l’industria in ebollizione. In effetti, il metaverso può essere considerato una pietra miliare nel processo di comunicazione iniziato quando gli umani cominciarono ad avere la capacità di parlare, per arrivare al WWW ed ai media digitali.

Leonardo Chiariglione

Quando saranno disponibili alcune tecnologie, oggi mancanti o immature, il metaverso potrà offrire nuove esperienze, opportunità e posti di lavoro.

Senza però aspettare quel giorno, basta guardarsi intorno per scoprire che, a seconda di come lo si voglia definire, il metaverso è già in mezzo a noi e milioni di utenti lo stanno usando.

Tutto a posto, quindi? In realtà no.

L’industria ha capito che il WWW ha avuto l’universale successo che tutti conosciamo perché ne sono stati posti alla base alcuni standard che fanno sì che un browser ci possa portare da una pagina all’altra senza incompatibilità. Invece al momento, per il metaverso ognuno fa da sé.

Il rischio è che, quando grandi colossi abbiano fatto investimenti su certe tecnologie proprietarie, sia difficile portarli sulla strada di tecnologie condivise ed interoperabili.

Nel 2022 MPAI (Moving Picture, Audio, and Data Coding by Artificial Intelligence) un’organizzazione internazionale e senza scopo di lucro che sviluppa standard basati sull’intelligenza artificiale, ha affrontato il problema di come sviluppare standard per il metaverso ed ha preparato una proposta operativa.

Da parte sua, MPAI ha il vantaggio di essere un organismo che sviluppa standard, specificatamente per l’intelligenza artificiale e di avere tra i suoi membri persone con una lunga esperienza in progetti internazionali di standardizzazione che coinvolgono industrie con interessi diversi.

Per definizione, gli standard per il metaverso sono multidisciplinari, quindi l’idea di avere standard per il metaverso che soddisfino tutti è semplicemente un pio desiderio. Questa situazione ricorda quella di trent’anni fa quando tutti erano d’accordo sul fatto che servisse uno standard per la televisione digitale (MPEG-2), ma i principali Paesi la vedevano ognuno in modo diverso dagli altri. La situazione fu risolta definendo dei profili. Implementazioni di due profili diversi pur non perfetta, permettevano un certo grado di interoperabilità.

Profili per il metaverso sono pensabili, ma occorre tener presente che abbiamo di fronte due situazioni molto diverse.

Per citare le più importanti, là c’era la TV digitale, qui il metaverso, e quindi:

  1. le industrie (cavo, satellite, terrestre, DVD) erano poco diverse, qui sono enormemente diverse;
  2. le funzionalità richieste dalla TV digitale erano approssimativamente note, per il metaverso spesso c’è un punto interrogativo;
  3. la tecnologia per la digitalizzazione era sostanzialmente disponibile, qui mancano tecnologie importanti;
  4. i profili erano ricavati dallo stesso standard MPEG-2, qui c’è una grande varietà di standard da mettere insieme;
  5. la regolamentazione era sostanzialmente nota, qui non c’è molto a cui ispirarsi;
  6. l’ambito di applicazione era nazionale o al più sub-continentale, qui è globale;
  7. la tecnologia usata era il tradizionale data processing, qui c’è molta intelligenza artificiale;
  8. infine, il modello di licenza era quello tradizionale dell’elettronica di consumo, qui il modello invece è ignoto.

Pur conscio delle difficoltà, MPAI propone un approccio al problema che si basa sui seguenti principi operativi:

  1. Le funzionalità del metaverso espresse dai requisiti del settore sono identificate e classificate.
  2. Ci saranno specifiche comuni del metaverso (CMS) che forniranno tecnologie standard per realizzare le funzionalità identificate.
  3. Le tecnologie sono raggruppate in “profili” definiti sulla base di specifiche richieste applicative.

MPAI ha pubblicato il suo Modello di Metaverso (MPAI Metaverse Model – MMM, vai a https://mmm.mpai.community/), che si articola in 10 capitoli:

Il documento MMM è pubblicato con richiesta di commenti.

Chiunque voglia intervenire, può scrivere a secretariat@mpai.community segnalando commenti e proposte.

MPAI li esaminerà prima della pubblicazione in via definitiva del MMM il 25 gennaio 2023.

L’effetto degli standard sulla diffusione dei servizi è nota. Come oggi passiamo da un sito web ad un altro senza problemi, così dovremo essere in grado di passare da un metaverso all’altro senza problemi. Per questo ci vogliono standard ed MMM è il primo passo in questa direzione.

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