cybersec 2024

Il messaggio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano al CyberSec 2024

di Alfredo Mantovano, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio |

Il messaggio del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano al CyberSec 2024 organizzato da Cybersecurity Italia in corso a Roma il 6 e 7 marzo.

Roma, 5 marzo 2024

Gent.le Direttore,

ringrazio Lei e la testata giornalistica CyberSecurity Italia per avermi invitato – anche quest’anno – al Vostro evento “CyberSec 2024”.

Con piacere rivolgo alle Autorità politiche, militari e civili presenti, così come a tutti i relatori e ai partecipanti in sala e da remoto, il mio saluto e i miei migliori auspici per l’approfondimento che oggi vi apprestate a compiere su uno dei temi più rilevanti per il futuro del nostro Paese, non a caso posto al centro, tra i temi di maggior rilievo, del G7 di quest’anno a guida italiana: quello dell’intelligenza artificiale.

Essa, infatti, rappresenta già oggi – e ancor più lo sarà nei prossimi anni – uno dei fenomeni che maggiormente rivoluzioneranno ogni aspetto della nostra vita e i cui effetti si dispiegheranno, come è inevitabile, anche sulla sicurezza nazionale. Il rapido sviluppo e la repentina adozione di tecnologie basate sull’intelligenza artificiale genereranno un insieme complesso di opportunità e di sfide, le quali necessitano fin da subito di una profonda analisi e di azioni strategiche ben congegnate e pianificate.

Tuttavia, come accade per la maggior parte delle tecnologie, anche l’intelligenza artificiale può essere esaminata attraverso una duplice lente di osservazione.

Se consideriamo gli effetti positivi per la nostra sicurezza nazionale, l’intelligenza artificiale può elaborare e analizzare rapidamente una grande mole di dati e di informazioni, rilevando, ad esempio, schemi e correlazioni utili a far emergere imminenti minacce alla sicurezza nazionale. Così come può prevedere e coordinare in maniera tempestiva ed efficace le risposte in emergenza, ottimizzando il dispiegamento di risorse. Inoltre, attraverso l’analisi mirata e automatizzata delle comunicazioni e delle transazioni finanziarie, l’intelligenza artificiale può supportare

anche i nostri operatori nell’identificazione e nel monitoraggio di individui o gruppi sospettati di terrorismo o appartenenti alla criminalità organizzata. Infine, non meno rilevante è il tema della cybersicurezza, nell’ambito della quale questa tecnologia può continuare ad innalzare le capacità di identificazione e valutazione degli attacchi informatici, contrastandoli in tempo reale e con sempre maggiore efficacia.

Se questi esempi, però, rappresentano il lato “positivo” della medaglia, occorre concentrarsi anche sul suo rovescio.

Non possiamo sottacere, infatti, il ruolo cardinale dell’intelligenza artificiale nella diffusione di messaggi e contenuti di propaganda e disinformazione. È noto come queste tecnologie siano sempre più utilizzate per creare, coordinare e condividere campagne ingannevoli con una sofisticazione e con un’efficacia impensabili anche solo fino a pochissimi anni orsono, influenzando così l’opinione pubblica e minando la fiducia nelle istituzioni.

Ancora, l’impiego di algoritmi di intelligenza artificiale per la sorveglianza di massa porterebbe ad una ciclica e ingiustificabile violazione della privacy e dei diritti fondamentali dei cittadini, con il rischio di creare società orwelliane dove ogni movimento può essere monitorato, registrato e profilato.

Ultimo, ma non per importanza, occorre riflettere su quanto la corsa allo sviluppo e all’impiego dell’intelligenza artificiale potrebbe ampliare anche il rischio di accrescere il divario tra le nazioni tecnologicamente avanzate e quelle in via di sviluppo, accentuando così le disuguaglianze globali.

In conclusione, mentre l’intelligenza artificiale offre – ed offrirà sempre di più – opportunità senza precedenti per migliorare la nostra sicurezza nazionale, essa contestualmente rappresenterà una delle sfide più significative per gli apparati di sicurezza, non solo sul piano tecnico, ma anche su quello etico e dei diritti fondamentali.

Anche solo per queste ragioni, che ho provato qui oggi – seppur sinteticamente – a richiamare, rinnovo i miei complimenti per questa ulteriore pregevole iniziativa promossa da CyberSecurity Italia e invio a tutti i presenti i miei più cordiali saluti e gli auspici di buon lavoro.