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Il mercato digitale del 2022 e il PNRR: ecco com’è andata

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Il PNRR ha dato un grosso aiuto alla maggior parte degli ambiti di produzione, senza dimenticare però il più importante: il mercato digitale. I numeri.

Rubrica settimanale SosTech, frutto della collaborazione tra Key4biz e SosTariffe. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

PNRR, croce e delizia. Le quattro lettere dell’acronimo che stanno a indicare il Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza sono state sulla bocca di tutti negli ultimi mesi, dai politici di maggior rilievo fino ai dipendenti pubblici e privati che hanno dovuto farci i conti. Nel bene e nel male: nel bene, perché si è trattato, e tuttora si tratta, di cifre molto ingenti nonché – è innegabile – indispensabili per la ripresa del Paese dopo la pandemia, che ha azzerato interi settori produttivi; nel male, perché il PNRR ha messo in luce tutte le inefficienze del sistema burocratico e amministrativo italiano, con scadenze quasi mai rispettate, vincoli che fanno arenare i progetti già approvati, difficoltà a ricevere la liquidità necessaria per partire.

Ciononostante, il PNRR ha dato un grosso aiuto alla maggior parte degli ambiti di produzione, senza dimenticare uno di quelli oggi più importanti: il mercato digitale. Come mostra il recentissimo report di Confindustria Digitale – Anitec-Assinform, Il digitale in Italia 2023. Mercati, dinamiche, policy, nel 2022 l’ecosistema digitale italiano ha registrato un’espansione del 2,4%, portando il valore complessivo del mercato a 77,1 miliardi di euro. Nonostante sia una crescita, si è rivelata più lenta rispetto all’incremento del PIL nazionale, che ha segnato un +3,7%. Ma ci sono dei distinguo da fare, che aiutano a spiegare quando sia composito questo settore al di là della valutazione complessiva.

Boom dei servizi, ma crolla l’hardware

All’interno del mercato digitale, infatti, l’andamento non è stato omogeneo. I servizi ICT si sono distinti come il segmento in più rapida crescita, con un più che considerevole aumento dell’8,5% e un valore complessivo pari a 14,8 miliardi di euro. Un boom dovuto principalmente alla diffusione in sempre più imprese italiane di servizi come il cloud computing e la cybersecurity, con un contributo minore, ma significativo, dei servizi di system integration, sia a livello applicativo che infrastrutturale.

Anche i settori dei contenuti e pubblicità digitali e del software e soluzioni ICT hanno fatto registrare una performance robusta, con tassi di crescita rispettivamente del 6,3% e 6,2% e valori di 14,3 miliardi e 8,6 miliardi di euro. In contrasto, il mercato dei dispositivi e sistemi ha sperimentato una netta inversione di tendenza, registrando un calo dell’1%. Questo fenomeno è stato influenzato principalmente da una contrazione nelle vendite di personal computer, sia desktop che laptop, e di televisori: un dato che deriva da una parte dalla difficoltà ancora persistente nel trovare la componentistica necessaria per realizzare i dispositivi, dall’altra dalle difficoltà economiche che hanno colpito molte famiglie nell’ultimo anno, in seguito soprattutto alla grande inflazione conseguente alla guerra tra Russia e Ucraina. In tanti, insomma, hanno deciso di aspettare ancora un po’ per sostituire i propri accessori elettronici, aspettando tempi più propizi: ecco da dove arriva la crescita apparentemente non entusiasmante di tutto il settore, malgrado una tenuta dei bassi prezzi in settori come gli abbonamenti per la telefonia mobile (che si possono mettere a confronto su SOStariffe.it).

La proiezione del mercato digitale: 2023-2026

Guardando al futuro, il ritmo di crescita del mercato digitale italiano sarà influenzato da diverse variabili nel periodo 2023-2024. Il PNRR sarà tra quelle più determinanti. Le risorse stanziate per i progetti di digitalizzazione dovrebbero fornire un notevole impulso, ma l’effettiva attuazione di questi piani e la loro fattibilità in contesti territoriali ed operativi complessi rimangono questioni cruciali. Parallelamente, l’incertezza economica persiste a livello sia nazionale che internazionale, e ciò rende le previsioni particolarmente difficili. Ulteriori preoccupazioni emergono da un aumento dei costi associati all’industria ICT, che ipoteticamente potrebbe ostacolare la transizione digitale; ciononostante, per il 2023, si prevede ancora una crescita del mercato, ancora più robusta (+3,1%).

Alcuni segmenti saranno colpiti più duramente dall’inflazione, in particolare quello dei consumatori. L’aumento dei prezzi, soprattutto per i beni di largo consumo, continuerà ad avere un impatto significativo sulla spesa in tecnologia. Anche il settore manifatturiero vedrà meno spese e investimenti destinati alla digitalizzazione, a causa della preferenza per investimenti in beni materiali e macchinari rispetto a quelli immateriali come il software.

L’effetto del PNRR sul mercato digitale

Come si è visto, quindi, le proiezioni per i prossimi quattro anni dipenderanno in gran parte dagli investimenti in ICT finanziati attraverso il PNRR. Un’analisi accurata dell’impatto del PNRR deve però tener conto dei ritardi accumulati e previsti nella presentazione di progetti per ottenere finanziamenti dall’UE, così come dei tempi di attuazione, che possono essere influenzati da diverse variabili, prime tra tutte l’onnipresente burocrazia e la complessità di implementazione.

È dunque cruciale prendere in considerazione l’attuazione delle riforme previste dal PNRR, la volontà e la capacità dell’Italia di perseguire gli obiettivi e di sviluppare i progetti necessari per ottenere tutte le risorse finanziarie previste, e l’efficacia della governance dopo le modifiche apportate dal governo alla gestione del PNRR. 15,2 miliardi di euro dei 49 miliardi stanziati dal Piano saranno destinati alla digitalizzazione del Paese. Una stima che peraltro non considera le attività di formazione, gli investimenti nelle reti ultraveloci, il credito di imposta per le macchine strumentali fisiche 4.0, né le somme relative alle Case di Comunità e agli acquisti di apparecchiature elettromedicali.

L’andamento previsto del mercato digitale

Nel 2024, si prevede che il mercato aggiuntivo generato dal Piano aumenterà da 1.225 a 1.445 miliardi di euro, portando la crescita del mercato totale al 3,3% o al 4%, rispettivamente. E dovrebbe aumentare ulteriormente nel 2025, raggiungendo una crescita complessiva del mercato del 3,7% o 4,4%. Nel 2026, l’ultimo anno del piano, il mercato aggiuntivo generato dovrebbe raggiungere i 1.705 miliardi di euro in uno scenario realistico o 1.955 miliardi in uno scenario ottimistico, portando la crescita totale del mercato al 4% o 4,7%.

Le proiezioni sottolineano ancora una volta l’importanza del PNRR per il mercato digitale italiano e il potenziale che ha di guidare la crescita nel settore, ma secondo il report la realizzazione di questi scenari dipenderà da una serie di fattori, tra cui l’efficacia dell’attuazione del piano e l’abilità del settore privato e del governo di sfruttare appieno le opportunità offerte. Il ritmo di implementazione del PNRR e il successo dei suoi progetti di digitalizzazione saranno decisivi per il futuro del mercato digitale italiano. Allo stesso tempo, il mercato deve affrontare una serie di sfide, tra cui l’incertezza economica, l’inflazione e i crescenti costi dell’industria ICT. Il modo in cui si svilupperanno queste tendenze nei prossimi anni, è appena il caso di sottolinearlo, avrà un impatto significativo sulle prospettive del settore.