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Il green pass funzionerà così: qr-code sui certificati da inviare ai cittadini via email, con Immuni e app IO

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I certificati devono essere rilasciati in formato cartaceo o digitale, caricati poi nel FSE, e tutti con il qr-code verificabili dalle Forze dell’Ordine con un’app ad hoc. Sogei realizza la piattaforma nazionale digital green certificate. Avvertimento del Garante privacy sulle criticità.

Il green pass o certificato verde Covid-19 sarà rilasciato, per motivi di turismo, ai cittadini interessati sia in formato cartaceo sia digitale e tutti i documenti dovranno contenere una firma qualifica e un qr-code non falsificabile. 

Se in formato digitale, inviato ai cittadini via email, con Immuni e IO

Se rilasciato in formato digitale, il pass può essere inviato ai cittadini, in possesso dei requisiti richiesti, attraverso una delle 3 modalità, come risulta a Key4biz:

  • via email
  • con l’app Immuni, così diventa, finalmente, utile.
  • con l’app IO

I soggetti deputati al controllo delle certificazioni avranno a disposizione un’app ad hoc.

Un software per centri vaccinali, Asl, medici, pediatri e farmacie per generare il “codice a barre”

I centri vaccinali, gli ospedali, le Asl, i medici di medicina generale, pediatri e farmacie saranno in grado di rilasciare i certificati dotati, obbligatoriamente, del qr-code? 
Per loro sarà sviluppato un software interno, userà i dati della tessera sanitaria, con cui sarà possibile generare il “codice a barre”, che consente di verificare l’autenticità, la validità e l’integrità dei dati.

Un Dpcm per specifiche tecniche e protezione dati

Le specifiche tecniche del pass, qui anticipate le principali, saranno contenute in un prossimo decreto del presidente del consiglio dei ministri adottato di concerto con i Ministri della salute, per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale e dell’economia e delle finanze, sentito il Garante per la protezione dei dati personali.

Quali i dati nel green pass? Si seguirà il modello europeo

Infatti il Dpcm indicherà anche i tempi di conservazione dei dati raccolti ai fini dell’emissione delle certificazioni, e le misure per assicurare la protezione dei dati personali contenuti nelle certificazioni. Il decreto legge che lo introduce, indica anche i dati che il pass dovrà contenere. Il digital green pass europeo conterrà gli stessi dati, non leggibili né conservabili dai soggetti autorizzati a verificare il lasciapassare.

Come funziona l’app per verificare il green pass

Le Forze dell’Ordine e gli altri soggetti deputati alla verifica del pass, attraverso un’app ad hoc da sviluppare, dovranno avere solo la possibilità di visualizzare una sorta di “semaforo” sul loro display: luce verde per chi avrà in regola il certificato verde Covid-19, luce rossa nell’altro caso. I dati personali e sanitari non saranno leggibili né conservabili dai soggetti autorizzati a verificare il lasciapassare.

Il ruolo di Sogei

Sarà Sogei a sviluppare e gestire la Piattaforma nazionale digital green certificate (Piattaforma nazionale-DGC) per l’emissione e validazione delle certificazioni verdi COVID-19: sistema informativo nazionale per il rilascio, la verifica e l’accettazione di certificazioni COVID-19 interoperabili a livello nazionale ed europeo. La piattaforma dovrà agganciarsi al gateway centrale, gestito dalla Commissione Europea.

Pass italiano interoperabile con quello europeo

Infatti il pass “italiano” dovrà essere compatibile con il digital green pass europeo, di cui ieri sono state rilasciate le linee guida tecniche, e che dovrà essere pronto per gli Stati membri, secondo la Commissione Ue, da giugno per poi essere implementato dai Paesi e così essere disponibile da luglio. Infatti, il pass italiano resterà in vigore fino all’entrata di quello europeo, il cui costo è di circa 50 milioni di euro. Invece, per quello italiano, il governo, come si legge nell’articolo 9 del decreto “riaperture”, non ha stanziato fondi specifici.

I 3 requisiti per il pass

Le certificazioni verdi Covid-19 sono disciplinate dall’art.9 del decreto legge “riaperture”. Le certificazioni verdi COVID-19 comprovano lo stato di:

  •  Avvenuta vaccinazione contro il SARS-CoV-2 (durata 6 mesi)
  • o guarigione dall’infezione da SARS-CoV-2, (validità di 6 mesi)
  • o l’effettuazione di un test molecolare o antigenico rapido con risultato negativo al virus SARS-CoV-2

Come ottenere il pass dopo aver completato il ciclo vaccinale

La certificazione verde COVID-19 ha una validità di 6 mesi dalla di completamento del ciclo vaccinale ed è rilasciata, su richiesta dell’interessato,

  • in formato cartaceo o digitale,
  • dalla struttura sanitaria ovvero dall’esercente la professione sanitaria che effettua la vaccinazione e contestualmente alla stessa, al termine del prescritto ciclo, e reca indicazione del numero di dosi somministrate rispetto al numero di dosi previste per l’interessato. 
  • Contestualmente al rilascio, la stessa struttura sanitaria, ovvero il predetto esercente la professione sanitaria, anche per il tramite dei sistemi informativi regionali, provvede a rendere disponibile detta certificazione nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato.

Come ottenere il pass se guariti dall’infezione

Il green pass, per chi è guarito dal virus, è rilasciato, su richiesta dell’interessato,

  • in formato cartaceo o digitale, 
  • dalla struttura presso la quale è avvenuto il ricovero del paziente affetto da COVID-19, 
  • ovvero, per i pazienti non ricoverati, dai medici di medicina generale e dai pediatri di libera scelta, ed è resa disponibile nel fascicolo sanitario elettronico dell’interessato. 

Come ottenere il pass dopo tampone negativo

La certificazione verde ha una validità di quarantotto ore dall’esecuzione del test ed è prodotta, su richiesta dell’interessato, 

  • in formato cartaceo o digitale, 
  • dalle strutture sanitarie pubbliche da quelle private autorizzate 
  • o accreditate e dalle farmacie che svolgono i test 
  • ovvero dai medici di medicina generale o pediatri di libera scelta.

Garante Privacy: “Gravi criticità sui pass sanitari” ed invia avvertimento formale al governo

Contro l’articolo 9 del decreto che introduce il pass sanitario si è scagliato il Garante privacy, perché ha rilevato una serie di criticità, così ha inviato al Governo un avvertimento formale. Il Garante osserva innanzitutto che il cosiddetto ‘decreto riaperture’ “non garantisce una base normativa idonea per l’introduzione e l’utilizzo dei certificati verdi su scala nazionale, ed è gravemente incompleto in materia di protezione dei dati, privo di una valutazione dei possibili rischi su larga scala per i diritti e le libertà personali“.