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Il giallo del Bando delle Aree Grigie: modificato l’articolo 8 che avrebbe escluso Open Fiber dalle gare

Oggi nell’audizione del ministro Vittorio Colao alla Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera dei Deputati, abbiamo scoperto, attraverso l’intervento dell’on. Alessio Butti (Fratelli d’Italia), il caso allarmante relativo al Bando di Gara per l’assegnazione delle Aree Grigie agli operatori di telecomunicazioni, pubblicato pochi giorni fa. (Vai al testo integrale qui).

L’antefatto è che sono in ballo 3,7 miliardi di euro per il finanziamento della rete in quelle aree. Bando di gara quindi molto atteso e il venerdì 14 gennaio Infratel (società in-house controllata dal MiSE) pubblica il Bando.

ll ministero di Vittorio Colao diffonde il giorno successivo, sabato 15 gennaio, il comunicato stampa che annuncia la pubblicazione, citando espressamente i pareri ricevuti da AGCOM e da AGCM assieme alla Comfort Letter della Commissione Europea, ma senza chiarire se tali pareri si riferissero al testo del Bando o al “Piano Italia a 1 Giga”.

Ma dov’è il caso?

Il Bando di Gara per l’assegnazione delle Aree Grigie prevede l’assegnazione di 15 lotti, ma, “casualmente”, l’Articolo 8 impone ai concorrenti dei limiti di partecipazione in relazione alla consistenza dei bilanci degli ultimi tre esercizi disponibili (ovvero 2018-2019-2020, perché i bilanci 2021 verranno approvati solo a fine primavera).

Il Bando di gara suscita subito le attenzioni degli addetti ai lavori e si scopre che il testo avrebbe escluso dalla gara parte degli operatori italiani (con Open Fiber tra essi) a favore sostanzialmente di TIM.

Proprio ieri sera (alle ore 19,52, da firma elettronica dell’AD), Infratel mette mano all’Articolo 8, modificando quelle clausole capestro, frutto purtroppo non di un errore, né di una svista, ma di una scelta consapevole degli estensori (Vai al nuovo testo dell’Articolo 8).

Si potrebbe dire: è bene tutto ciò che finisce bene?

Certo. Tuttavia viene da chiedersi: ma se nessuno si fosse accorto dell’impostura? Se si fosse fatta una gara con quel Bando, che sarebbe successo? E chi è che ha curato la stesura originaria, accollandosi la responsabilità di quanto riportato nella prima versione? E come è possibile che nel ministero di Vittorio Colao nessuno si sia accorto del testo furbastro? Come si fa a fare un Bando di gara da 3,7 miliardi di euro senza assicurarsi di ogni dettaglio?

Tutte domande che rimangono senza risposta.

Che è esattamente quanto ribadito sibillinamente dal ministro Vittorio Colao, che questa mattina in audizione alla Camera dei Deputati ha liquidato la vicenda con due parole: “…Ci siamo accorti dell’errore e ci dovete dare atto che abbiamo corretto immediatamente…”.

Francamente un po’ poco.

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