Il parere

I Garanti privacy europei: “Vietare il riconoscimento facciale in luoghi pubblici”

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L’Edps (European data protection supervisor) e l’Edpb (European data protection board) hanno unito le forze per chiedere il bando dell’utilizzo del riconoscimento facciale in luoghi pubblici.

I due organismi che rappresentano i Garanti europei, vale a dire l’Edps (European data protection supervisor) e l’Edpb (European data protection board) hanno unito le forze per chiedere il bando dell’utilizzo del riconoscimento facciale in luoghi pubblici. Il parere è in contrasto con la bozza del nuovo regolamento sull’Intelligenza Artificiale dell’Unione Europea, che propone invece l’uso in pubblico della tecnologia per motivi di sicurezza.

Proposta già ad aprile

Ad aprile la Commissione Ue ha proposto un nuovo pacchetto di regole sull’intelligenza artificiale (già bocciata all’epoca dal Garante Ue), che propone il bando di gran parte delle tecnologie di sorveglianza per mettere un freno e fissare un perimetro in un mercato, quello della sorveglianza e del controllo biometrico, dominato a livello globale da Cina e Usa.

Ma la proposta consente l’utilizzo di applicazioni di intelligenza artificiale  ad alto rischio privacy in aree come la migrazione e le forze dell’ordine, sebbene preveda rigorose salvaguardie, con la minaccia di multe fino al 6% del fatturato globale di un’azienda per violazioni.

La proposta ora deve essere negoziata con gli Stati membri della Ue e il regolatore europeo prima di diventare legge.

Le due agenzie per la privacy, il Comitato europeo per la protezione dei dati (EDPB) e il Garante europeo per la protezione dei dati (EDPS), hanno messo in guardia sui rischi estremamente elevati posti dall’identificazione biometrica a distanza delle persone nelle aree pubbliche.

Chiesto divieto generale

“L’EDPB e l’EDPS chiedono un divieto generale di qualsiasi uso dell’IA per il riconoscimento automatico di caratteristiche umane in spazi accessibili al pubblico, come il riconoscimento di volti, andatura, impronte digitali, DNA, voce, sequenze di tasti e altri segnali biometrici o comportamentali”, hanno detto i due cani da guardia in un parere congiunto.

Nel loro parere le due agenzie hanno altresì affermato che anche i sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano la biometria per classificare gli individui in gruppi in base a etnia, genere, orientamento politico o sessuale dovrebbero essere vietati.

Anche l’uso della tecnologia per dedurre le emozioni di una persona dovrebbe essere vietato, tranne che in casi molto specifici, come per motivi di salute.

Parere non vincolante, ma pesa

“Un divieto generale all’uso del riconoscimento facciale nelle aree accessibili al pubblico è il punto di partenza necessario se vogliamo preservare le nostre libertà e creare un quadro giuridico incentrato sull’uomo per l’IA”, hanno affermato il presidente dell’EDPB Andrea Jelinek e il capo dell’EDPS Wojciech Wiewiorowski.

“Il regolamento proposto dovrebbe anche vietare qualsiasi tipo di utilizzo dell’IA per la classificazione sociale, poiché è contrario ai valori fondamentali dell’UE e può portare a discriminazioni”, hanno affermato.

Sebbene il parere non sia vincolante, ha un peso presso la Commissione, i paesi dell’UE e il Parlamento europeo.