Finestra sul mondo

Il finanziamento libico della campagna di Sarkozy, Crisi Medio Oriente, Torra invita i catalani alla ‘resistenza’

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Francia, il figlio di Gheddafi torna a denunciare il finanziamento libico della campagna di Sarkozy

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – Saif Al Islam Gheddafi, figlio del rais libico ucciso nel 2011, ha inviato una lettera alla giustizia francese dove afferma ancora una volta che il padre ha finanziato la campagna elettorale dell’ex presidente Nicolas Sarkozy nel 2007. Lo riferisce “Le Monde”, ricordando che il secondogenito di Gheddafi evoco’ per la prima volta il finanziamento libico in un’intervista a “Euronews” nel 2011. Attraverso i suoi avvocati inglesi, Saif Al Islam Gheddafi ha fatto recapitare una lettera ai giudici francesi. Secondo il quotidiano, le sue affermazioni sono “da prendere con precauzione” visto che non vengono fornite prove concrete. Il figlio di Muammar Gheddafi ha subito dei traumi a causa delle torture ricevute e mantiene segreta la sua residenza. Secondo le ricostruzioni fornite, i primi contatti sono avvenuti durante le negoziazioni per l’acquisto di aerei Airbus da parte della Libia che si sono concluse nel 2006 con la firma di un accordo. Saif Al Islam Gheddafi e’ stato liberato nel 2016 grazie a un’amnistia votata da Paramento di Tobruk dominato dal generale Khalifa Haftar, che cercava il sostegno del gruppo pro-Gheddafi. Tuttavia, il figlio de rais non e’ mai apparso in pubblico, neanche in video. Per questo la testimonianza deve essere “letta con prudenza”.

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Medio Oriente, Stati Uniti chiudono ufficio Organizzazione liberazione Palestina a Washington

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – L’amministrazione presidenziale statunitense ha stabilito la chiusura dell’ufficio della delegazione generale dell’Organizzazione per la liberazione della Palestina (Olp) a Washington, dopo un’attenta analisi delle azioni portate avanti dall’Olp in questi anni rispetto al processo di pace in Medio Oriente. Lo riferisce un comunicato del dipartimento di Stato. “Abbiamo permesso all’ufficio dell’Olp di condurre operazioni il cui obiettivo era il raggiungimento di una pace duratura e globale tra israeliani e palestinesi dopo la scadenza di una precedente rinuncia nel novembre 2017”, prosegue la nota. Il dipartimento di Stato statunitense aggiunge: “Tuttavia, l’Olp non ha preso provvedimenti per avviare negoziati diretti e significativi con Israele”. Al contrario, evidenzia il dipartimento di Stato Usa, “la leadership dell’Olp ha condannato un piano di pace degli Stati Uniti che non ha ancora visto e si e’ rifiutato di impegnarsi con il governo degli Stati Uniti per quanto riguarda gli sforzi di pace e altro”. Per queste ragioni, spiega la nota, tenendo conto delle “preoccupazioni del Congresso, l’amministrazione ha deciso che l’ufficio dell’Olp a Washington a questo punto chiudera’”.

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Stati Uniti-Ue, nessun progresso dopo incontro tra negoziatori Usa ed europei su accordo commerciale transatlantico

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – Ancora nessun progresso tra Stati Uniti ed Unione europea nei negoziati in corso tra i loro principali funzionari commerciali per raggiungere un accordo che garantisca il taglio dei dazi e un aumento del commercio, come definito durante il recente incontro tra il presidente statunitense Donald Trump e il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Il rappresentante Commerciale degli Stati Uniti Robert Lighthizer e la commissaria europea per il Commercio, Cecilia Malmstrom, hanno dichiarato di avere avuto un incontro “costruttivo” e “lungimirante”, ma non hanno fornito nessun dettaglio, scrive il “Wall Street Journal”. I colloqui seguono alcuni battibecchi pubblici tra i funzionari statunitensi ed europei sulla questione se l’accordo proposto da Trump e Juncker riguarderebbe o meno l’agricoltura, un settore controverso che potrebbe trasformarsi in una minaccia precoce ai progressi dei colloqui. Con 1.000 miliardi di dollari di scambi bilaterali annuali, gli Stati Uniti e l’Ue hanno ripetutamente cercato di ridurre i dazi transatlantici, allineare i regolamenti e aprire nuovi mercati. I progressi tra le due parti, tuttavia, incontrare non poche difficolta’. L’Unione Europea sembra infatti aver fatto un passo indietro rispetto a un’importante concessione fatta in agosto. Malmstrom aveva detto che l’Ue era disposta ad azzerare i dazi su veicoli se gli Stati Uniti avessero fatto lo stesso. Il presidente Trump aveva definito la concessione “inadeguata” e ora la linea europea e’ che la Malmstrom avra’ bisogno dell’approvazione dei 28 Stati membri dell’Unione europea prima di approfondire i colloqui sulla questione.

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Spagna, l’ex vicepremier Santamaria lascia la politica

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – A poco piu’ di un mese dalla sconfitta elettorale subita alle primarie del Partito popolare (Pp), Soraya Sa’enz de Santamari’a, ha annunciato l’intenzione di “abbandonare l’attivita’ politica e intraprendere una nuova tappa” della sua vita. L’ex numero due di Mariano Rajoy ha comunicato la decisione al leader del Pp, Pablo Casado, dopo una “profonda riflessione” e ha spiegato che la sua rinuncia fara’ bene alla nuova dirigenza della formazione, alla sua famiglia e a se stessa. Santamaria, che continuera’ a militare nel Pp, lascera’ anche il seggio che occupa dal 2004 in Parlamento. In una dichiarazione scritta, diffusa da tutti i principali media spagnoli, l’ex vicepremier, che ha rifiutato le proposte di integrazione di Casado nella nuova dirigenza dei popolari e la candidatura alle elezioni di Madrid, ha espresso “profonda gratitudine per l’inestimabile esperienza vissuta in questi 18 anni” e affermato di aver cercato di dare il massimo sia nel partito che nel servizio reso ai cittadini”. Secondo “El Pais”, la decisione di Santamari’a di lasciare la politica sarebbe stata accolta con sollievo dalla direzione popolare, ansiosa di guarire dalle ferite ricevute durante la lotta per le primarie. L’addio della storica dirigente, a quattro mesi dalla caduta del governo di centro destra, chiude definitivamente l’era di Mariano Rajoy e priva Casado di un utile alibi per ritardare la radicale riforma del Pp promessa durante la campagna elettorale.

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Spagna, nel giorno della “Diada” Torra invita i catalani alla “resistenza”

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – In occasione della “Diada”, la giornata nazionale della Catalogna che si celebra ogni anno l’11 settembre, il presidente della Generalitat, Quim Torra, ha pronunciato un discorso che suona ancora una volta come una dimostrazione di forza per gli indipendentisti e che, a un anno dal referendum illegale del 1 ottobre, mostra i chiari segni di frattura e disorientamento. Lo rende noto il quotidiano “Abc”. Con magniloquenza e tono epico, il leader catalano ha tracciato un confronto tra quanto avvenuto nel 1714, quando la citta’ di Barcellona capitolo’ di fronte alle truppe borboniche durante la Guerra di Successione, e ha detto che, come “300 anni fa, siamo a un bivio storico per il nostro paese perche’ dobbiamo decidere se di fronte all’ingiustizia, alle minacce, alla paura, alla violenza, alle prigioni e all’esilio ci conformiamo o resistiamo e andiamo avanti”. “Il nostro governo – ha poi aggiunto nel suo discorso trasmesso dall’emittente televisiva TV3 – si e’ impegnato a instaurare la repubblica”, un obiettivo che perseguiremo a nome di “tutti i prigionieri politici e degli esiliati”. Intanto, a poche settimane dall’anniversario del referendum sull’indipendenza, un rapporto della polizia spagnola evidenzia la crescente attivita’ degli autoproclamati Comitati per la difesa della Repubblica (Cdr). Lo rende noto “El Pais”, secondo cui ci sarebbe il forte rischio che questi gruppi radicali blocchino strade, costruiscano accampamenti nei luoghi emblematici della Comunita’ o occupino le scuole in cui sono stati registrati scontri in occasione della consultazione illegale dello scorso anno. La polizia teme che alcuni Cdr stiano pianificando proteste con “un certo grado di violenza”. Pertanto, il ministero dell’Interno non esclude il rafforzamento dei sistemi di sicurezza con l’invio di piu’ agenti oltre i mille gia’ trasferiti in Catalogna. L’analisi dei canali utilizzati per impartire slogan – ovvero Facebook e blog vari – ha permesso di scoprire l’esistenza di piu’ di 250 Cdr divisi per quartieri.

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Regno Unito, accelerazione della crescita economica durante l’estate

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – Nonostante le incertezze legate alla Brexit, durante l’estate l’economia del Regno Unito ha sperimentato un’accelerazione della crescita segnando il picco massimo da un anno a questa parte. Lo rende noto il quotidiano britannico “The Times”, riferendo che la sterlina e’ stata spinta in rialzo dai ai dati economici di luglio, migliori delle aspettative. A muovere la valuta britannica in positivo hanno contribuito anche i toni conciliatori utilizzati dal capo negoziatore dell’Ue per la Brexit, Michel Barnier, secondo cui e’ possibile raggiungere un accordo sul recesso del Regno Unito dall’Unione europea entro due mesi. I dati diffusi ieri, 10 settembre, dall’Ufficio nazionale di statistica britannico mostrano che l’economia del Regno Unito e’ cresciuta dello 0,6 per cento nel trimestre che si e’ concluso alla fine di luglio, grazie ad un forte aumento dei consumi e ad un ulteriore rimbalzo del settore edilizio dopo il debole avvio del 2018 dovuto al cattivo tempo. Quell terminato a luglio scorso e’ stato il miglior trimestre dall’agosto 2017 e dimostra che l’economia del Regno Unito si sta rafforzando dopo la debole partenza del primo trimestre 2018. Il direttore del settore Previsioni macroeconomiche dell’Istituto nazionale per le ricerche economiche e sociali britannico, Amit Kara, ha detto al “Times” di prevedere “per agosto e settembre la medesima tendenza di crescita dello 0,6 per cento trimestrale, guidata dal rafforzamento dei settori dei servizi e delle costruzioni”. Tuttavia, il “Times” ricorda che, secondo la Banca d’Inghilterra, il Regno Unito continua ad arrancare dietro alle economie avanzate piu’ avanzate. In particolare, per la banca centrale britannica, alla fine del 2018 l’economia del Regno Unito registrera’ un tasso di crescita deludente, pari all’1,4 per cento.

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Francia, il presidente Macron riorganizza l’Eliseo per ripartire dopo le ultime difficolta’

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – Per riprendersi dalle difficolta’ delle ultime settimane, il presidente francese, Emmanuel Macron “cerca di rimettere in ordine l’Eliseo” chiamando attorno a se’ i suoi collaboratori piu’ fedeli. Lo scrive “Le Figaro”, spiegando che, oltre alla riorganizzazione completa del servizio di comunicazione della presidenza, si dovrebbe presto aggiungere un nuovo tassello: l’elezione del deputato Richard Ferrand all’Assemblea nazionale. Il posto di portavoce dell’Eliseo, precedentemente occupato da Bruno Roger Petit, sara’ soppresso. Secondo il quotidiano, questa riorganizzazione “non ha niente di nuovo”. Macron ha affidato il ruolo di responsabile della comunicazione a Sylvain Fort, considerato la sua “penna”, l’uomo che ha contribuito alla vittoria alle presidenziali nel corso della campagna elettorale”. Il capo dello Stato francese potra’ contare su un solido sostegno anche nell’Assemblea nazionale, visto che i deputati e il capogruppo della Re’publique en marche, Richard Ferrand, e’ stato eletto dai deputati del suo partito candidato alla presidenza della camera bassa del Parlamento. Vista la schiacciante maggioranza di En Marche Ferrand non dovrebbe avere problemi ad aggiudicarsi la poltrona. Adesso che la riorganizzazione dell’Eliseo e’ stata completata, e’ necessario far ripartire la macchina istituzionale. Per questo, afferma il quotidiano, ci sara’ bisogno di un po’ di tempo.

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L’Onu invia gli ispettori in Italia per le accuse di attacchi razzisti contro gli immigrati

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – La nuova responsabile dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i diritti umani inviera’ in Italia una squadra di ispettori per indagare sull’asserita ondata di attacchi razzisti contro immigrati e profughi: lo riporta il quotidiano britannico “The Telegraph”. Nel suo reportage, il corrispondente da Roma Nick Squires del giornale conservatore riferisce che la ex presediente del Cile, Michelle Bachelet ieri lunedi’ 10 settembre ha annunciato a Ginevra l’invio degli ispettori in Italia per “verificare le notizie di un drastico aumento degli atti di violenza e di razzismo contro i migranti, le persone di origine fricana ed i Rom” dopo l’arrivo al governo nel giugno scorso della coalizione populista formata dal Movimento 5 stelle e dalla Lega di estrema destra. Secondo la Bachelet, la condizione degli immigrati in Italia e’ molto peggiorata dopo la chiusura dei porti italiani alle organizzazioni umanitarie internazionali. All’annuncio fatto dalla Bachelet ha reagito rabbiosamente il vice premier e ministro dell’Interno italiano Matteo Salvini, che e’ anche leader della Lega e che e’ accusato dalle organizzazioni umanitarie di aver fomentato in Italia il clima di odio contro gli immigrati: “Negli ultimi anni l’Italia ha accolto 700 mila immigrati senza mai ricevere cooperazione dagli altri paesi europei”, ha detto Salvini, “per questo motivo noi non accettiamo lezioni da nessuno, tantomeno dall’Onu che e’ prevenuto, costoso e disinformato; la polizia italiana”, ha aggiunto il ministro dell’Interno, “nega che esista una emergenza razzismo nel paese”. Tuttavia lo stesso Salvini sempre ieri ha dovuto ammettere l’impossibilita’ di realizzare la promessa fatta in campagna elettorale di espellere 500 mila immigrati irregolari dall’Italia: una volta che il leader della Lega e’ diventato ministro dell’Interno si e’ accorto che ala realizzazione di quell’obbiettivo si frappongono formidabili ostacoli sopprattutto di tipo legale, a causa della mancanza di accordi specifici con diversi paesi di origine degli immigrati, ma anche pratici ed organizzativi. “Al ritmo attuale di rimatri, ci vorranno 80 anni per rimandare nei loro paesi di origine tutti gli immigrati irregolari arrivati in Italia”, ha ammesso Salvini in un’intervista radiofonica.

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Germania: uno degli accusati per l’omicidio di Koethen avrebbe dovuto essere rimpatriato

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – Uno degli imputati, un afgano, nel caso della morte di un giovane tedesco avvenuta durante la notte del 9 settembre a Koethen, in Sassonia-Anhalt, avrebbe dovuto lasciare la Germania poiche’ era stata respinta la sua domanda di permesso di soggiorno. Lo riferisce il quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”. Gia’ a meta’ aprile era stata chiesta l’espulsione dell’immigrato alla Procura federale perche’ l’uomo era accusato di lesioni gravi. Tuttavia, la richiesta era stata respinta poiche’ le indagini non risultavano essere complete. Ripresentate in agosto erano state approvate il 6 settembre scorso. “Nel breve periodo non e’ possibile organizzare un rimpatrio forzato”, ha affermato il ministro dell’Interno della Sassonia-Anhalt, Holger Stahlknecht, aggiungendo che “non c’e’ ogni giorno un aereo per l’Afghanistan”. Inoltre, le circostanze desono ancora poco chiare. La vittima, secondo il rapporto dell’autopsia, e’ deceduta per “insufficienza cardiaca acuta”, ma non risulterebbero evidenti segni di percosse. “Si continua ad indagare in tutte le direzioni”, ha detto il procuratore Horst Nopens. I due imputati sono in stato di detenzione e “lo Stato di diritto non funziona alla stessa velocita’ dei social network”, ha dichiarato Stahlknecht. A Koethen, un gruppo di cittadini ha partecipato ad una marcia di protesta e a una veglia funebre in cui sarebbero stati coinvolti esponenti dell’estrema destra locale, della Sassonia-Anhalt, della Bassa Sassonia e della Turingia. Tuttavia, molti cittadini di Koethen hanno partecipato a titolo personale. Stahlknecht li ha ringraziati per la loro prudenza e ha chiesto di non metterli sotto generale sospetto. “Dobbiamo accettare se esprimono pacificamente la loro preoccupazione”, ha affermato Stahlknecht.

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L’Italia attrae investitori nonostante l’elevato debito pubblico

11 set 10:45 – (Agenzia Nova) – L’Italia continua ad attrarre investitori nonostante l’elevato debito pubblico, il secondo piu’ alto dopo quello della Grecia tra tutti gli Stati membri dell’Eurozona. E’ quanto si legge sul quotidiano tedesco “Handelsblatt”, che commenta l’andamento positivo registrato nella giornata di ieri, 10 settembre, dalla Borsa italiana. In particolare, i titoli di banche come Unicredit o Intesa Sanpaolo hanno sperimentato una notevole domanda. L’indice del settore finanziario e’ aumentato del 4,5 per cento e l’indice della Borsa di Milano e’ salito dell’1,8 percento a 20.820 punti. Data l’elevata domanda di titoli di Stato, il rendimento di quelli a 10 anni e’ sceso al 2,74 per cento, il minimo delle ultime sei settimane.

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