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Il domicilio digitale si attiverà dall’ANPR accedendo con SPID e CIE. Ecco come

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Il ministro Colao ha previsto, in accordo la ministra Lamorgese, la norma per permettere di iscrivere e gestire online il proprio domicilio digitale direttamente dall’anagrafe nazionale della popolazione residente accedendo con SPID e CIE.

Le persone da 18 anni in poi, i professionisti non iscritti agli Ordini o albi e le imprese potranno accedere all’Anagrafe Nazionale Popolazione Residente per attivare e gestire il proprio domicilio digitale. La novità è prevista dal decreto legge sul fronte della transizione digitale approvato ieri dal Consiglio dei ministri e voluta dal ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, in accordo con gli uffici del Ministro dell’Interno Luciana Lamorgese.

Attivare dall’ANPR il domicilio digitale, da quando?

La funzionalità online, come risulta a Key4biz, sarà attivata entro la metà del 2022. C’è la volontà di renderla disponibile nel breve tempo possibile, anche perché tecnicamente è anche facile da realizzare. 

Invece, richiederà più tempo dar vita alle ‘pagine bianche’ dei domicili digitali, ossia all’INAD. È l’elenco pubblico contenente i domicili digitali eletti (ai sensi dell’articolo 3-bis, commi 1-bis e 1-ter del CAD) dalle persone fisiche nonché dai professionisti e dagli enti di diritto privato non tenuti all’iscrizione in albi, elenchi o registri professionali o nel registro delle imprese.

Il domicilio digitale, come funzionerà

Dunque, funzionerà così, una volta attivata online la funzionalità:

  • Sull’Anagrafe digitale si eleggerà il proprio domicilio digitale.
  • La Pubblica amministrazione consulterà prima l’INAD per trovare il domicilio digitale di cittadini, professionisti ed imprese a cui inviare, questa volta in modo telematico, le raccomandate.

Che cos’è il domicilio digitale?

Stando alle linee guida di AgID, il domicilio digitale è l’indirizzo elettronico eletto presso un servizio di posta elettronica certificata (PEC) o un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, come definito dal Regolamento eIDAS, valido ai fini delle comunicazioni elettroniche aventi valore legale.

Quale scegliere come domicilio digitale?

In futuro il domicilio digitale può essere anche un servizio elettronico di recapito certificato qualificato, ossia recapito elettronico SERCQ, introdotto dal Regolamento europeo eIDAS, ed a breve sarà realtà. “Saranno erogati come la PEC da soggetti qualificati ai sensi di eIDAS”, ci spiega Giovanni Manca. “Utilizzano”, aggiunge l’esperto di firma digitale, “gli standard di ETSI per la REM Registered Electronic Mail. È simile alla PEC nei protocolli di rete”.

Gli standard ETSI in materia si differenziano, infatti, prevedendo i requisiti dei due servizi tra REM e ERDS (ERDS/REM/Q e ERDS/Q).

Ricordiamo, secondo il decreto legislativo 217/2017, il domicilio digitale può essere eletto sia con PEC sia con SERCQ qualificato. L’Italia ha intrapreso un percorso legislativo che intende evolvere la nostra PEC, sia in termini di adozione che in termini di funzionalità/sicurezza, in un servizio di recapito certificato qualificato conforme all’art. 44 eIDAS. Ne è dimostrazione il decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135. Quindi, si vuole evolvere l’attuale servizio, tramite un processo di transizione che preservi gli utenti pubblici e privati e tutti i processi attualmente implementati tramite l’attuale Posta Elettronica Certificata.

La certezza di inviare un messaggio al destinatario corretto?

Le garanzie derivano dall’essere all’interno di un circuito “Trust” per cui il Gestore del destinatario:

  • verifica la correttezza dell’indirizzo prima di effettuare il delivery.
  • consente l’accesso al servizio (e quindi ai messaggi ricevuti) solo ad utenti che si autenticano in maniera forte (e che in fase di attivazione del servizio erano stati identificati in maniera certa).

La certezza di inviare un messaggio al destinatario corretto viene data solo dall’identificazione certa dei titolari all’interno del “circuito trust” costituito dai Provider di SERCQ e dall’adozione di banche dati dei domicili digitali come INAD (non dimentichiamo che oggi esiste già il registro INI-PEC per le imprese).

Ora che l’ANPR è quasi completa, il domicilio digitale può decollare

L’attivazione del domicilio digitale per i cittadini è stata annunciata da anni da diversi Governi nonostante l’ANPR fosse al palo. Ora è concretamente possibile da realizzare, perché l’Anagrafe unica è quasi completata: mancano solo circa 90 Comuni. 

Se il tuo Comune è “subentrato” già nell’anagrafe, puoi vedere, scaricare e stampare i tuoi dati anagrafici. Ad esempio le tue generalità, la composizione della tua famiglia, gli estremi del tuo atto di nascita) e richiedere autocertificazioni sostitutive delle certificazioni anagrafiche.

Se tutto dovesse procedere speditamente, dall’ANPR sarà possibile entro la metà del 2022 anche eleggere il proprio domicilio digitale. Comodo, semplice sostenibile e con un notevole risparmio economico (ogni volta che la PA invia una raccomandata A/R spende 5 euro circa).