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Il diritto privato delle nuove tecnologie digitali al centro del nuovo libro di Emilio Tosi

di Emilio Tosi - Direttore Esecutivo DNT® Diritto Nuove Tecnologie® - Centro Studi per l’Innovazione® |

Ventitresimo volume della Collana Diritto delle Nuove Tecnologie. Il libro, articolato in quattordici capitoli distribuiti cinque parti, costituisce un fondamentale contributo allo studio dei profili civilistici delle nuove tecnologie.

Pubblichiamo un breve estratto dall’introduzione del volume Diritto Privato delle Nuove Tecnologie Digitali – Riservatezza, contratti, responsabilità tra persona e mercato”, pubblicato per la Giuffrè Lefebvre e appena giunto in libreria. Si tratta del XXIII volume della Collana Diritto delle Nuove Tecnologie, sempre curata dalla medesima casa editrice Giuffrè Lefebvre.

Il presente studio sui profili privatistici del diritto delle nuove tecnologie digitali nasce negli anni dell’emergenza sanitaria globale Sars-Cov-2.

La pandemia ha cambiato non solo le nostre esistenze ma anche i mercati digitali che ne escono straordinariamente rafforzati dai prolungati e reiterati lockdown sanitari: in particolare i grandi digital player globali raggiungono posizioni di forza economica, informativa e rego- latoria oltre ogni immaginazione, senza precedenti nella storia economica. 

Parafrasando Eli Pariser celebre autore di The Filter Bubble (New York, 2001): “If knowledge is power, then asymmetries in knowledge are asymmetries in power”.

La stessa sovranità digitale degli Stati pare talvolta persino cedere al potere di autoregolazione delle piattaforme digitali sistemiche globali: i signori della rete, i gatekeeperi, Big tech della Silicon Valley.

Emblematico il caso di censura e ban definitivo dell’account del Presidente degli Stati Uniti Donald Trump da parte di Twitter — senza entrare nel merito del contenuto dei messaggi inviati in relazione al noto evento dell’assalto al Congresso di Wasghinton il 6 gennaio 2021 per conte- stare la proclamazione della vittoria del nuovo Presidente Joe Biden — ma limitandoci al metodo a dir poco singolare, al di sopra di ogni autorità amministrativa e giudiziaria precostituita.

Sono finiti i tempi del mito naïf dell’Internet come spazio libero di pensiero e autoregolazione peer to peer.

Il 29 luglio 2020 anche negli Stati Uniti — patria della Silicon Valley luogo di nascita e sviluppo delle principali tecnologie digitali globali — ci si interroga, seriamente, sull’evoluzione monopolistica imprevista e inarrestabile del fenomeno digitale dei Big Tech.

Il Presidente della Sottocommissione Judiciary Antitrust, Commercial and Administrative Law Subcommittee alla House of Representatives a margine del Rapporto “Online Platforms and Market Power” riconosce “…the dominance of Amazon, Apple, Facebook, and Google. Amazon runs the largest online marketplace in America, capturing 70% of all online marketplace sales. (…) Despite a litany of privacy scandals and record-breaking fines, Facebook continues to enjoy booming profits — $18 billion last year alone. Lastly, Google is the world’s largest online search engine, capturing more than 90% of searches online. It controls key technologies in digital ad markets and enjoys more than a billion users across six products — including browsers, smartphones, and digital maps.

Prior to the COVID-19 pandemic, these corporations already stood out as titans in our economy. In the wake of COVID-19, however, they are likely to emerge stronger and more powerful than ever before”.

Anche in Europa è sollecitata da più parti — regolatori, digital players e stakeholders in generale — la riforma invocata da tempo, dell’ormai obsoleta Direttiva e-commerce CE 31/2000.

Il quadro regolatorio allora delineato è, insufficiente a disciplinare i nuovi fenomeni delle piattaforme digitali, della responsabilità giuri- dica degli hosting attivi e a contrastare il dominio dell’algoritmo non solo a protezione dei diritti fondamentali della persona ma in ultima istanza degli stessi mercati digitali e della sovranità digitale degli Stati.

Oltre vent’anni nel diritto delle nuove tecnologie equivalgono, invero, ad un’era geologica passata.

Il cantiere legislativo europeo ferve di iniziative regolatorie negli svariati settori afferenti ai mercati digitali.

La Commissione UE il 15 dicembre 2020 ha, finalmente, presen- tato l’atteso e ambizioso progetto di riforma europea The Digital Services Act Package che comprende due innovativi Regolamenti e precisamente:

  • Digital Services Act (DSA):

Proposta di Regolamento della Commissione UE del 15/12/2020 COM(2020) 825 final aggiornamento Direttiva CE 31/2000;

  • Digital Markets Act (DMA):

Proposta di Regolamento della Commissione UE del 15/12/2020 COM(2020) 842 final creazione di mercati equi e contendibili.

Si evidenziano, senza pretese di esaustività, i seguenti macro profili di intervento regolatorio:

  • Norme specifiche per le grandi piattaforme digitali che svol- gono una funzione sistemica di controllo di accesso al mercato (gatek- keeper);
  • Rafforzamento protezione per i consumatori dai prodotti ille- gali, contraffatti e non sicuri;
  • Regole più incisive per pubblicità mirata e controlli su conte- nuti online;
  • Obbligatorietà delle norme introdotte anche per i prestatori stranieri di servizi.

Anche in Europa il quadro regolatorio si avvia, dunque, a un consolidamento delle molteplici orientamenti e fonti ma soprattutto a un rafforzamento delle tutele a protezione del soggetto debole nei rapporti asimmetrici, sempre più disegnati con le piattaforme digitali e più in generale della dignità della persona.

Non si può non partire dalla presa d’atto della centralità dei temi della protezione della persona dalle insidie tecnologiche pervasive, della regolazione dei mercati digitali, dell’innovazione contrattuale e delle regole di utilizzo dei dati personali scevra da pregiudizi dogmatici, senza escludere, anzi, il tema dello sfruttamento economico e della rilevanza patrimoniale propri del capitalismo estrattivo della sorveglianza digitale.

Emergono i tratti distintivi asimmetrici dei rapporti tra consumatori, piattaforme digitali e titolari del trattamento dei dati personali che richiedono protezione normativa convergente tra i settori regolatori contigui della tutela dei consumatori e della tutela dei dati personali.

Così come lo strumentario rimediale protettivo della persona- consumatore-contraente debole deve essere oltre che individuale — nullità conformativa, conformità dell’oggetto contrattuale e amplia- mente del rimedio risarcitorio — anche meta-individuale per rafforzare ulteriormente la protezione nella dimensione collettiva propria delle azioni di classe e, in ultima istanza, anche deterrente sanzionatorio a tutela della trasparenza e correttezza dei mercati digitali.

Tale convergenza protettiva risulta, peraltro, in linea con le più recenti evoluzioni normative europee nel settore che qui ci occupa, come vedremo in relazione all’apparato deterrente sanzionatorio del GDPR e a quello analogo in materia di contratti consumeristici anche alla luce della recente Direttiva UE 2161/2019.

I tempi sono, dunque, maturi per la presentazione di uno studio giuridico aggiornato sui complessi profili e intersezioni del diritto privato delle nuove tecnologie digitali: persona, mercati, contratti, forme elettroniche, consumatori, riservatezza e dati personali, responsabilità civili delle piattaforme digitali, motori di ricerca, social network e aggregatori di contenuti, tutela dei contenuti digitali e della proprietà industriale, responsabilità civile oggettiva per illecito trattamento dei dati personali sono i grandi temi trattati nel presente studio sistematico.

Si attribuisce correntemente a Marshall McLuhan l’ammonizione, quanto mai attuale, circa il rischio di essere dominati dagli strumenti tecnologici ideati dall’uomo: “We shape our tools and thereafter our tools shape us”.

Occorre scongiurare tale rischio e riprendere il controllo delle tecnologie digitali prima che sia troppo tardi.

Constatato il fallimento dell’originario mito naïf della sola autoregolazione che ha cessato di essere incisiva nel momento in cui si è conclamato il fenomeno della progressiva commercializzazione della rete Internetoccorre sviluppare un’efficace etero-regolazione per proteggere i diritti fondamentali della persona in generale — non solo il consumatore, non solo i dati personali — e in ultima istanza assicurare correttezza, trasparenza, equità e concorrenza effettiva ai mercati digitali.