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Il crimine nell’era della tecnologia

Raffaele Barberio

Qual è lo stato del crimine in Europa e quali le sue evoluzioni? Ma, ancor di più, quali sono i possibili sviluppi attraverso l’adozione di tecnologie sempre più sofisticate, che non sono più appannaggio delle sole autorità inquirenti? Sono le domande a cui ha cercato di dare risposte il Rapporto Socta redatto dall’Europol.

I dati di mercato

In Europa sono attualmente sotto indagine oltre 5.000 gruppi internazionali di crimine organizzato (GCO), distribuiti su oltre 180 differenti nazionalità.

Il numero dei GCO coinvolti in più di una attività criminale sono aumentati di circa la metà in pochi anni, passando dal 33% del 2013 al 45% del 2016.

In quasi tutti i settori del crimine organizzato si sta assistendo ad una rapida adozione di tecnologie sofisticate da parte di tutti i GCO.

Le pratiche di criptoware (il ransomware che fa ricorso all’encryption, ovvero la pratica di criptare i file della vittima, negando a questi ogni accesso fintantoché non ha pagato un riscatto per liberare i file catturati) è diventata la pratica prevalente in termini di minaccia e di impatto.

Il furto di documenti sta diventando uno dei reati prevalenti tra quelli connessi all’emergenza migrazione.

Ma il dato prevalente è che il riciclaggio di denaro sporco, il furto di documenti e la vendita di online di prodotti o servizi illeciti sono diventati il motore del crimine organizzato.

Le priorità di intervento

Dal quadro descritto, emergono almeno 5 priorità:

Criminalità e tecnologia

Furto di documenti, riciclaggio di denaro sporco e commercio online di prodotti e servizi illegali si confermano come i veri motori del crimine organizzato. Si tratta di tre settori abilitanti che consentono lo sviluppo di numerose altre attività criminali.

In tutto questo, la tecnologia la fa da padrona. I GCO hanno sempre avuto una particolare sensibilità verso le nuove tecnologie, quantomeno per neutralizzare o replicare la capacità di fuoco delle forze di polizia. Ma è anche vero che nel corso degli ultimi anni, questa specifica attenzione, se non addirittura inclinazione, dei GCO è letteralmente esplosa.

Ad esempio, le tecnologie dei droni consentiranno a breve spostamenti anche su distanze relativamente grandi per la consegna di merci anche di peso considerevole. E i GCO del traffico di droghe stanno già investendo in modo massiccio nelle tecnologie dei droni, con l’obiettivo di gestire quel nuovo traffico di merci che può circolare aggirando i controlli di frontiera, assieme a quelli in porti e aeroporti. Inoltre, i GCO usano ogni genere di servizi online asservendoli alle esigenze di tutte le modalità di furti: dal controllo delle piattaforme social per assicurarsi che determinati target di persone siano lontani dalle residenze abituali, sino ai più sofisticati tool di navigazione usati per controllare i vicini di casa dell’obiettivo prescelto.

I dati sono ormai diventati una commodity per i criminali. La connettività capillare di cittadini, settori di affari e pubbliche amministrazioni, coniugata al numero esponenziale di device e sensori dell’Internet delle Cose creerà nuove e sconfinate opportunità anche per i criminali dei GCO.

Infine una considerazione sui legami, qualitativamente differenti, tra criminalità e terrorismo. Un certo nesso tra i due fenomeni esiste. Se il supporto a volte dato dai GCO ai terroristi non è un fenomeno nuovo, è anche vero che il coinvolgimento di sospetti terroristi con trascorsi in organizzazioni criminali internazionali e quindi con accesso a facilities tecnologiche dei GCO sta diventando un fenomeno sempre più consistente.

In conclusione, la tecnologia è diventata una componente chiave per la quasi totalità delle forme di crimine organizzato, assumendo il ruolo di vero e proprio abilitatore di ogni forma nuova di attività illecita. E il crimine organizzato su base tecnologica è diventato una minaccia straordinariamente seria in tutti i paesi della UE, con gruppi criminali e criminali che operano individualmente ormai capaci di generare profitti illeciti di svariati milioni di euro.

Ma l’impatto della tecnologia sul crimine organizzato si estende ben oltre internet e comprende ogni genere di avanzamento tecnologico, dalla tecnologia dei droni, alla logistica automatizzata, alle tecnologie avanzate di stampa in 3D.

Lo scenario che abbiamo davanti è allarmante, ma rientra nella continua corsa centrata sulla competizione tra problemi e soluzioni.

Si tratta di una sfida che al di là della risoluzione tecnologica di un fenomeno critico come quello che abbiamo descritto, deve contribuire al rafforzamento della democrazia e allo sviluppo di ogni pratica di trasparenza, che rimane pur sempre l’arma migliore per fronteggiare qualsiasi forma di crimine.

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