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Il costo del cibo in Europa è al 7,4% in ottobre

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Il calo dell’inflazione è certamente una buona notizia, quindi, purtroppo, però, è dovuto principalmente al crollo dei prezzi delle materie prime energetiche dato che il costo del cibo in Europa resta ancora molto elevato.

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L’inflazione in Europa, in ottobre, è stata stimata da Eurostat a quota 2,9% rispetto al 4,3% di settembre 2023. Un risultato importantissimo che, oltre a rendere la vita degli europei meno costosa, potrebbe convincere la Bce a rallentare i tassi d’interesse, ora al 4,5%. Una speranza forse vana dato che la presidente della Banca Centrale europea, Christine Lagarde ha detto che i tassi resteranno elevati “ancora per qualche trimestre”. Il calo dell’inflazione è certamente una buona notizia, quindi, purtroppo, però, è dovuto principalmente al crollo dei prezzi delle materie prime energetiche dato che il costo del cibo in Europa resta ancora molto elevato.

L’inflazione del cibo doppio rispetto all’inflazione generale

Il grafico sopra mostra, infatti, Paese per Paese, l’inflazione dei soli beni alimentari ad ottobre 2023 in tutta Europa più il dato della sola Eurozona (cioè dei Paesi che hanno adottato l’euro). Un’avvertenza: per vedere l’andamento del prezzo del cibo in un Paese occorre cliccare sul nome degli altri Paesi nella legenda del grafico interattivo in modo da eliminarli dalla visualizzazione. In questo modo si possono fare confronti tra i vari Paesi e la media dell’Eurozona.

L’inflazione dei beni alimentari Paese per Paese

Rispetto ad un’inflazione dei beni alimentari, cioè, appunto, il costo del cibo, nell’Eurozona che è del 7,4%, ci sono Paesi che mostrano andamenti molto ma molto superiori. Un particolare importante: l’inflazione dei beni alimentari nell’Eurozona è identica a quella dell’Unione europea, sempre 7,4% e, altro particolare importante: l’inflazione dei beni alimentari è più del doppio rispetto all’inflazione generale.

Partiamo dall”Italia. In ottobre 2023 il nostro Paese mostra un’inflazione del 6,7%, in calo rispetto al dato di settembre quando il costo del cibo era all’8,9%. Se si pensa che in agosto il dato era del 10,2% si può apprezzare ancora di più il calo. L’Italia è, quindi, tra i Paesi che sono sotto la media dell’eurozona. Così come la Germania che è al 6,5% rispetto al 7,9% e al 9,3% rispettivamente di settembre ed agosto. La Francia, invece, tra i grandi Paesi dell’Eurozona, ha un’inflazione dei beni alimentari superiore alla media: 7,8%. la Spagna fa peggio: a ottobre l’inflazione dei soli beni alimentari è del 9,3%. La Grecia fa ancora peggio: lì l’inflazione è del 10,3% per di più in crescita dal dato di settembre quando era a quota 9,6%, comunque sempre sopra la media dell’Eurozona.

Costo del cibo, il caso dell’Ungheria

Ma tra tutti i Paesi spicca il caso dell’Ungheria che mostra un andamento incredibile. A gennaio del 2023 l’inflazione dei beni alimentari era pari al 48,2%. Da lì una lunga e velocissima discesa dell’indice che è arrivato all’11,7% di settembre e al 6% di ottobre. L’Ungheria, cioè, è riuscita a scendere sotto la media dell’Eurozona.

Come viene calcolato l’indice del costo del cibo

L’indice dei prezzi dei beni alimentari calcolato da Eurostat misura le variazioni dei costi degli alimenti e la procedura per arrivare al dato medio è molto simile alla procedura che si segue per calcolare all’Indice dei prezzi al consumo (CPI), cioè l’inflazione generale.

Il processo inizia con la selezione di un gruppo rappresentativo di beni alimentari che riflette i consumi medi della popolazione. Questo “paniere” può includere cereali, carne, pesce, latticini, frutta, verdura e altri prodotti di consumo comune. Successivamente, vengono raccolti sistematicamente i prezzi di questi prodotti in diverse aree dell’Unione Europea, dai supermercati ai mercati locali fino ai negozi di prossimità. Questi prezzi vengono ponderati in base alla loro importanza nel consumo medio: ad esempio, alimenti di base come pane e latte hanno avere un peso maggiore rispetto ad altri prodotti meno consumati.

L’indice viene quindi calcolato utilizzando una formula che tiene conto dei cambiamenti percentuali dei prezzi ponderati nel paniere. Questo indice permette di confrontare i costi dei beni alimentari rispetto a un periodo di riferimento. Questo processo di aggiornamento dell’indice avviene  mensilmente.

I dati si riferiscono al: ottobre 2023

Fonte: Eurostat