La ricerca

Il corpo umano come antenna 6G e batteria per tecnologie indossabili. Lo studio

di |

Una nuova ricerca dell’Università del Massachusetts ha sfruttato il corpo umano per alimentare wearable device tramite sistemi di comunicazione Vlc, che trasmettono dati a larga banda attraverso la luce. Soluzioni che potrebbero un giorno favorire lo sviluppo di reti 6G.

Lo studio dell’Università del Massachusetts

Basta solo un braccialetto di rame dal costo di 50 centesimi circa, tutto il resto lo farà una tecnologia che è stata scoperta originariamente da Alexander Graham Bell nel 1880, la Visible light communication (Vlc). Questa, secondo una ricerca appena pubblicata dall’Università del Massachusetts ad Amherst (dal titolo “Next-generation wireless technology may leverage the human body for energy“), potrebbe essere la strada per arrivare a sfruttare il corpo umano come “antenna” per la rete 6G e batteria ‘rinnovabile’ per alimentare piccoli dispositivi indossabili.

Suona strano e certo a nessuno piace immaginarsi come un’antenna o parte di un sistema di comunicazione, ma i ricercatori vedono in questa tecnologia una soluzione ad esempio all’alimentazione di piccole tecnologie per il monitoraggio della salute e del benessere del corpo, ma anche per lo sviluppo della rete 6G.

Il ruolo della tecnologia Vlc per lo sviluppo della rete 6G

Le reti ottiche wireless e radio insieme possono integrarsi per migliorare le prestazioni di un sistema di comunicazione in modo da poter raggiungere i target pensati per il 6G, ovvero bitrate molto elevati (100 Gbits), affidabilità (~99,999%) e latenza ultra-bassa (< 1 ms), ha spiegato in un recente studio un team di ricerca italiano composto da Giampaolo Susanna, Chiara Lodovisi, Andrea Reale e Silvello Betti dell’Università di Roma Tor Vergata e della Direzione generale per le tecnologie delle comunicazioni e la sicurezza informatica – Istituto superiore delle comunicazioni e delle tecnologie dell’informazione.

Applicazioni VLC, come ad esempio la tecnologia Li-Fi (Light-Fidelity, che appunto invia dati utilizzando la luce piuttosto che le onde radio), sono molto promettenti per il 6G; in particolare per gli aspetti legati alla sicurezza durante la comunicazione, per le applicazioni in campi chimici e medici (in cui altre frequenze possono essere pericolose), automazione (industria robotica), sicurezza stradale e trasporto intelligente (semafori collegati e veicoli autonomi), comunicazione sottomarina (dove le radiofrequenze sono limitate per via delle forti attenuazioni) e tantissimi altri.

La Vlc è la soluzione che consente di trasmettere informazioni a larga banda attraverso la luce. Come conferma anche il nostro Consiglio nazionale della ricerca (Cnr), “basta modulare la luce a LED molto velocemente, in modo che la variazione di intensità sia invisibile all’occhio umano, per poter trasmettere dati gratuitamente su larga banda, in modo del tutto sicuro per la salute umana”.

Il bello, secondo la ricerca, è che l’infrastruttura è già attorno a noi, perché ovunque ci sono luci a LED su cui trasmettere dati.

Il corpo umano come antenna e batteria rinnovabile

Come anticipato, si tratta di principi scientifici sviluppati ormai più di 120 anni fa da Bell attraverso il fotofono (sistema di telecomunicazione che permetteva di trasmettere la voce attraverso un raggio di luce) ripresi dal team di studiosi guidato dal professor Jie Xiong e applicati alle tecnologie indossabili o wearable device che potrebbero inviare dati proprio attraverso soluzioni Vlc al proprio smartphone o laptop.

I wearables in questione saranno alimentati dall’energia di scarto del sistema Vlc, che poi sarà ‘raccolta’ dal nostro corpo tramite “Bracelet+”, il braccialetto smart in rame sviluppato dall’Università del Massachusetts in grado di sviluppare i micro-watt necessari a supportare molti sensori, tra cui quelli che consentono il monitoraggio della salute sul corpo.

Un modo innovativo e a basso costo per raccogliere l’energia di scarto da Vlc utilizzando il corpo umano come antenna.

Una tecnologia interessante e un settore di studi che sicuramente in futuro troverà ulteriori spazi di applicazione, soprattutto per lo sviluppo della rete 6G.