Anche crisi economica

Il coronavirus fa paura anche ai Big Tech. Le decisioni di Google&Co in Cina

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Il coronavirus è anche una crisi economica per la Cina, è a rischio l’1% di Pil nel primo trimestre del 2020. Ma il calo cinese potrebbe avere ripercussioni mondiali. Google ha chiuso, temporaneamente, tutti i suoi uffici in Cina ed è a rischio la produzione di smartphone 5G di Apple.

Google ha chiuso, temporaneamente, tutti i suoi uffici in Cina, compresi gli uffici ad Hong Kong e in Taiwan . Apple ha bloccato le trasferte in Cina e ha chiuso un suo store nel Paese asiatico. Anche Facebook, Razer ed LG hanno preso dei provvedimenti simili. Bytedance, gruppo proprietario di Tik Tok, ha chiesto ai dipendenti che hanno viaggiato durante le feste del Capodanno cinese di mettersi da soli in quarantena per 14 giorni. Alibaba sta chiedendo al personale cinese di lavorare da casa.

Il coronavirus fa paura anche ai Big Tech, che hanno iniziato ad adottare contromisure in Cina. Solo Amazon, pur rispettando le linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ha imposto alcuna restrizione, almeno per il momento.

La crisi del coronavirus è scoppiata durante le feste per il Capodanno cinese quindi gli stabilimenti erano chiusi ma causa influenza non hanno riaperto. L’apertura

A rischio la produzione di Apple?

L’epidemia di coronavirus potrebbe rallentare la produzione degli smartphone 5G di Apple.

Neil Mawston, executive director di Strategy Analytics, fa notare che secondo le previsioni dei mesi scorsi i nuovi modelli 5G della Apple e di altri primari produttori avrebbero dovuto dare la svolta alla ripresa del mercato degli smartphone ma che l’esplosione del Cornavirus potrebbe invece rallentare il decollo delle vendite. Oltre ai problemi legati alla guerra commerciale fra Cina e Usa, richiamati dal Ceo di Apple Tim Cook all’ultima trimestrale, emerge ora il Coronavirus che rischia di ritardare ulteriormente la produzione degli smartphone di Cupertino, per quanto l’azienda fosse già preparata ad un evento del genere. Tim Cook ha detto che il virus potrebbe avere un impatto commerciale sulle vendite dell’azienda.

Morgan Stanley: “la Cina potrebbe perdere un punto percentuale di Pil nel primo trimestre del 2020”

Il bilancio al momento dell’epidemia è di oltre 170 morti in Cina e più di 7mila infettati. Se l’influenza polmonare continua a diffondersi – stima la banca d’affari Morgan Stanley – la Cina potrebbe perdere un punto percentuale di Pil nel primo trimestre del 2020, analisi su cui altri economisti concordano. Il calo cinese potrebbe avere ripercussioni mondiali: se i picchi del contagio arrivano tra febbraio e marzo – si ipotizza nel report di Morgan diffuso da Reuters – la crescita globale potrebbe calare tra 0,15 e 0,3 punti nel primo trimestre dell’anno.

La crisi del coronavirus è scoppiata durante le feste per il Capodanno cinese quindi gli stabilimenti erano chiusi ma causa influenza non hanno riaperto. Dovrebbero farlo il 9 febbraio.