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Il Contagio dell’Algoritmo. Tra numeri e pandemia, l’intervista a Michele Mezza

Il nuovo libro di Michele Mezza, giornalista e docente di culture digitali, oltre che collaboratore da tempo di key4biz, con al centro della scena gli algoritmi, anzi, come scrive lui “…la potenza di calcolo che recinta il virus”. E’ infatti questo il tema del nuovo saggio intitolato appunto Il Contagio dell’algoritmo – Le idi di marzo della pandemia, Donzelli editore, che sarà in libreria e su piattaforma digitale proprio dal prossimo 1 ottobre: un libro strettamente connesso alla pandemia.

Key4biz. Qual è la chiave di lettura del libro e qual è la sua struttura?

Michele Mezza. Dopo una riflessione generale proprio sulle finalità dei meccanismi di calcolo cerco di contestualizzare il ruolo e il potere di questi sistemi nei settori vitali quali la scuola, l’informazione, il lavoro, la politica, l’economia, la sanità, arrivando ad individuare forme e procedure proprio per rendere la pandemia una straordinaria occasione di re-impossessamento pubblico di una risorsa fondamentale quale è appunto la potenza di calcolo.

Key4biz. Qual è il rapporto fra virus e covid 19 che analizza nel libro?

Michele Mezza. Fin dai primi giorni dell’esplosione del contagio a marzo abbiamo visto come proprio i dati, i numeri, gli indicatori matematici, fosse al centro della scena. Sia in Cina che negli altri Paesi asiatici da dove è partita l’infezione, proprio un sistematico ricorso ai modelli matematici ha permesso di prevenire, o comunque seguire, la dinamica del virus, riuscendo così ad anticipare il contagio. Il calcolo si è rivelato l’unico modo per cogliere la pandemia nella sua fase iniziale, riuscendo così a mitigarne gli effetti ed a guadagnare tempo prezioso. Questo fenomeno, ed è il vero oggetto del libro, affida a questi dispositivi di calcolo una responsabilità, ed un conseguente potere, di grande dimensione, come sosteneva già negli anni Ottanta Ivan Illich che cito nel mio libro, si sta delineando un’algoritmizzazione della nostra vita, che l’evento sanitario ha reso ancora più stringente.

Il libro ospita anche un saggio di Andrea Crisanti, il microbiologo che ha operato positivamente in Veneto, e la toccante testimonianza della moglie di Giulio Giorello che racconta l’ultima lezione del filosofo della scienza scomparso proprio per il Covid nel giugno scorso, oltre ovviamente alla prefazione della sociologa professoressa Enrica Amaturo. Una bella composizione di contribuzioni autorevoli, ma ci vuole prima spiegare il senso di quell’enigmatico sotto titolo: “Le Idi di marzo della pandemia”?

Michele Mezza. Mi sono cimentato in un parallelismo storico che mi persuade molto. Le Idi di marzo, l’assassinio di Giulio Cesare, hanno due elementi che lo collegano a quanto è successo nella primavera del 2020: intanto la coincidenza temporale-marzo è il mese fatidico in cui accadono i due fenomeni che lo hanno segnato per sempre. Poi quell’episodio in poco tempo, lo stretto necessario per compiere l’agguato, cambia contraddittoriamente la storia. Elimina un protagonista poderoso dalla scena ma invece che riportare il potere nelle mani delle oligarchie che lo reclamavano, come i congiurati volevano, accelera vertiginosamente il corso storico verso un epilogo ancora più stressante, quale è stato l’Impero di Cesare Augusto, che ha concentrato nelle sue mani tutto il dominio che esercitava Roma nel mondo. Esattamente come, a me pare, stia accadendo con la pandemia, che ha accelerato processi sociali, tecnologici, economici e politici nella direzione di una nuova concentrazione di potere nelle mani di segmenti e figure tecnocratiche che proprio sulla base della propria capacità di elaborare e calcolare dati di scenario stanno diventando i veri suggeritori delle istituzioni. Basta vedere come in questi mesi ogni decisione o legge sia stata licenziata sulla base di un numero o di un indicatore computazionale. Solo i numeri giustificavano gli interventi dei decisori: i padroni dei numeri sono i veri registi della scena. Non a caso, sostiene il libro, la pandemia non ce l’hanno raccontata i medici, i biologi, o gli stessi epidemiologi ma i matematici ed i fisici.

Key4biz. Cosa sostiene il professore Andrea Crisanti su questo tema?

Michele Mezza. Intanto devo ringraziare la cortesia e disponibilità del professor Crisanti che in piena buriana dell’epidemia ha trovato tempo e voglia di partecipare a questo progetto. Il suo ragionamento dà base scientifica inoppugnabile proprio al relativismo dei punti di vista che indicano i numeri, a partire dal famoso RT, l’indicatore che misura il tasso di contagiosità in un dato momento in una data comunità, che ci sta facendo ancora ballare. Crisanti spiega che si tratta, come tutti i numeri, di un valore che va sempre contestualizzato e analizzato per le sue coordinate sociali e territoriali, e non assunto come un dogma. Mentre, ed è la parte più originale del suo intervento a mio parere, Crisanti sostiene l’indispensabilità di integrare ai dati epidemiologici tradizionali- i contagiati, gli asintomatici, i ricoverati- dati più inconsapevoli, legati proprio alle condizioni psico-fisiche delle persone, che troviamo sui social, per comprendere cosa sta per accadere e non solo cosa è già accaduto. I dati di Google e Facebook, spiega il nuovo commissario nazionale del progetto per i tamponi di massa, sono indispensabili per farci capire costa sta incubando. E dunque le istituzioni devono pretendere di averne l’accesso.

Key4biz. Questo dei dati è un tema tipico dei suoi interventi su Key4biz e dei libri precedenti. Cosa ci ha insegnato l’esperienza della pandemia a questo proposito?

Michele Mezza. Ci ha confermato che ormai il mondo si sta dividendo fra “calcolanti” e “calcolati”, e che il monopolio dei big data e degli algoritmi da parte di poche corporation internazionali non è più tollerabile, tanto più quando è in gioco la sicurezza di milioni di persone. Il fallimento di Immuni che proprio su questo quotidiano online abbiamo previsto, ci dice che un governo pubblico non può accettare la subalternità agli interessi di giganti quali Google o Apple, che i dati devono essere completamente raccolti e condivisi pubblicamente per dare ai dispositivi digitali la capacità di intercettare fenomeni come l’insorgere delle prime forme di contagio, come hanno chiesto nei mesi scorsi i grandi quotidiani americani, dal Washington Post al New York Times che non possono certo essere sospettati di rappresentare alcun  sovietismo statalista.

Key4biz. Un’ultima considerazione sulla figura di Giulio Giorello a cui è dedicato il libro?

Michele Mezza. Con Giulio Giorello avevo parlato proprio nei primi giorni di lockdown di questo progetto e lui mi diede le prime indicazioni. Poi fu colpito dal virus ed ebbe una lunga e tormentatissima degenza ospedaliera da cui, anche quando fu dimesso non riuscì a riprendersi, come ci descrive la professoressa Roberta Pelachin, moglie del filosofo, nella sua testimonianza sugli ultimi giorni di Giulio e la sua lucida ribellione contro la malattia e le costrizioni che il virus ci impone. È, la sua, una posizione di netta contrapposizione alla logica del lockdown che io non condivido, ma che trovo di straordinario valore civile per riflettere soprattutto in futuro proprio su cosa potrà avvenire in questa morsa fra virus e algoritmi.

Per approfondire

Il libro di Michele Mezza sarà presentato online il prossimo mercoledì 30 settembre alle ore 14,30 sui canali social di key4biz.

Insieme all’autore ne discutono:

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