Secondo Jensen Huang, CEO di Nvidia, la vera minaccia occupazionale non deriva direttamente dall’AI, ma da coloro che sapranno sfruttarla con efficacia.
Durante un’intervista rilasciata subito dopo il keynote alla Nvidia GTC, Huang ha ribaltato la classica narrativa sulla sostituzione lavorativa, affermando che chi non integra l’AI nelle proprie competenze rischia di essere soppiantato da chi invece lo fa.
Il messaggio non è tanto un avvertimento apocalittico, quanto un’esortazione all’adattamento.
In un momento in cui grandi aziende come Amazon stanno già licenziando migliaia di dipendenti per investire maggiormente nelle tecnologie intelligenti, Huang invita a un coinvolgimento attivo, anche solo sperimentale, con strumenti come ChatGPT, Claude AI o Sora.
L’AI, secondo il CEO, va capita e gestita, non temuta. Sottolinea che l’interazione tempestiva con queste tecnologie rappresenta una forma di sopravvivenza professionale, oltre che un potenziale arricchimento personale.
Pur riconoscendo le problematiche ambientali connesse allo sviluppo dell’AI, Nvidia afferma di adottare misure sostenibili, come l’uso esclusivo di energia rinnovabile nel 2025, e promuove la visione dell’AI come mezzo per contrastare il cambiamento climatico attraverso sistemi predittivi.
L’approccio pragmatico di Huang evidenzia come il cambiamento sia già in atto e che ignorare l’evoluzione digitale significhi rinunciare alla possibilità di influenzarne la direzione futura.
La conclusione è chiara: non si tratta di evitare l’AI, ma di scegliere se esserne protagonisti o vittime.
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