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Il caso Trump. Le somiglianze con Berlusconi e le esaltazioni della Meloni

Paolo Maddalena

La vicenda di Donald Trump, sostenuto da un’infinità di suoi sostenitori, che ha destato grandissimo interesse nell’opinione pubblica, dimostra in quale stato sia caduto l’immaginario collettivo in America e in tutto l’Occidente.

Infatti, per quanto ci riguarda non possono sfuggire all’attenzione dei più attenti osservatori le analogie esistenti tra il comportamento di Trump e quello di Silvio Berlusconi, soprattutto per quanto riguarda l’irregolare pagamento di pornostar e i falsi in bilancio. 

Non si può non notare peraltro che il nostro attuale Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha più volte indicato come esempio il comportamento di Trump, riferendosi, dobbiamo ritenere, non alle sue criticabilissime azioni, ma alle idee del partito conservatore dei repubblicani, dimostrando così che per lei ciò che conta è il mantenimento dello status quo piuttosto che una radicale riforma fondata sui principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana.

Proprio ieri infatti il Consiglio dei ministri, che già era andato incontro agli interessi dei più ricchi con l’aumento del contante, con la flat tax e con i condoni, con poca ampiezza di vedute, ha addirittura spostato in avanti le scadenze poste alla cosiddetta tregua fiscale.
Oggetto di questa speciale tregua sono numerose situazioni irregolari.

Segnalo comunque l’inaccettabile condono che riguarda il cosiddetto ravvedimento speciale per le violazioni sostanziali (cioè per indicazione non veritiere nella dichiarazione unica dei redditi fino al 2021) la cui scadenza era fissata al 31 marzo 2023 ed è stata prorogata al 30 settembre 2023, e fino al 20 dicembre 2024 in caso di rateizzazione.

Altro caso eclatante è quello che riguarda la non punibilità dei reati riguardanti inadempimenti tributari per importi superiori a 150 mila euro stabiliti in sede di condono, beneficio prorogato fino all’ultimo minuto possibile, cioè fino all’inizio del giudizio di primo grado.

L’elenco potrebbe continuare a lungo, poiché numerosissimi sono i condoni di questo tipo, ma quello che conta è mettere in evidenza che il nostro governo, con la tregua fiscale in questione, ha commesso una violazione gravissima dei principi fondamentali della nostra Costituzione, poiché addirittura ha dato un premio a chi non ha pagato le tasse rispetto a chi ha adempiuto ai propri doveri tributari, violando nello stesso momento gli articoli 3 e 53 della Costituzione.

E, inoltre, tutto questo è in palese e imperdonabile contrasto con l’articolo 54 della Costituzione, secondo il quale: “tutti i cittadini hanno il dovere di osservare la Costituzione e le leggi”, mentre “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore”.

Ogni commento ulteriore sarebbe ultroneo.

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