Streaming flop

Il caso DAZN resta aperto. Quale impatto su TimVision?

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I blackout e le difficoltà di trasmissione della Serie A attirano l’attenzione della stampa estera. Quale sarà l’impatto di DAZN sugli abbonati di TimVision?

Il caso DAZN supera i confini nazionali e assume una dimensione internazionale che attira la stampa estera. Il sito Variety racconta le difficoltà del servizio streaming del miliardario Len Blavatnik, finito nel gorgo della critica dopo i problemi tecnici di trasmissione che hanno accompagnato i primi 6 turni di campionato. Problemi che hanno spinto DAZN a offrire un mese di abbonamento gratis a tutte le persone impattate che ne facciano richiesta per il blackout delle partite Napoli-Sampdoria e Lazio-Torino. La domanda che si pone Variety, fra le altre, è quale impatto avrà DAZN su TimVision in termini di abbonati?

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Le ragioni dell’impasse

Di certo i problemi di trasmissione sono dovuti in parte ad un’infrastruttura a banda larga che si sta rivelando insufficiente a sostenere lo sport live su tutto il territorio. La velocità media di Internet in Italia è fra le più basse in Europa.  

Le connessioni a singhiozzo hanno interrotto diverse partite dal 21 agosto, quando la Serie A è partita. I “blackout” del servizio DAZN, come li chiama la stampa italiana, hanno suscitato proteste da parte delle organizzazioni di difesa dei consumatori del paese, nonché un’indagine da parte del regolatore dei media italiano Agcom.

A marzo, DAZN ha annunciato un accordo da 2,5 miliardi di euro per i diritti della Serie A in collaborazione con la piattaforma di streaming TimVision di Telecom Italia. Una mossa che ha rotto la presa ventennale del servizio di pay-TV Sky Italia sulla Serie A. Una mossa definita da DAZN come “uno dei più grandi accordi di streaming sportivo della storia”.

Le proteste

Ma ora, con l’eco delle proteste degli appassionati di sport inferociti che risuonano fino al parlamento italiano, dove è stata sollevata la questione con una risoluzione della Commissione Trasporti e Telecomunicazioni della Camera, e l’Agcom ha avviato un’indagine e monitora l’impegno di DAZN a potenziare le sue infrastrutture, ci si chiede se il il colpo di stato dell’azienda le si possa ritorcere contro.

Alla fine della scorsa settimana, dopo l’ennesimo blocco durato diversi minuti sull’app DAZN durante le partite tra Napoli e Sampdoria e Lazio e Torino, la società ha rilasciato una dichiarazione scusandosi con i tifosi e concedendo un risarcimento sotto forma di un mese addebitare il rimborso a tutti gli abbonati interessati.

Ma la domanda di fondo più rilevante è quanto ancora si potrà andare avanti a questo modo e se ci sia in vista un diverso tipo di opzione per i tifosi italiani di Serie A. Si è ventilata la possibilità di sub-concessioni ad altri broadcaster, non necessariamente satellitari, in particolare da parte di Adiconsum.

Quanti sono gli abbonati a DAZN su TimVision?

La stampa italiana stima che dal suo lancio estivo, gli abbonati all’app DAZN sulla piattaforma TimVision siano ora meno di 600.000, il che è considerato un avvio lento dato che il loro piano inizialmente dichiarato è quello di raggiungere 1,5 milioni di abbonamenti su TimVision nei prossimi tre anni e gli appassionati di calcio italiani sono una base già esistente.

Chi difende DAZN?

In difesa di DAZN si schiera l’amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi “Come tutte le rivoluzioni tecnologiche ci sono dei momenti di assestamento e stiamo vedendo che Dazn sta rapidamente recuperando”, ha detto Luigi Gubitosi. Per Gubitosi “lo streaming è il nuovo standard” e “in tutti i cambiamenti tecnologici c’è un momento di assestamento”. Un momento che si sta prolungando non poco.

C’è un limite temporale oltre il quale non si andrà più avanti così?

Nel contempo c’è anche il tema della metrica di misurazione dell’audience, che preoccupa gli sponsor. Se si guarda all’ultima giornata di Serie A, scrive il Sole 24 Ore, i dati elaborati dallo Studio Frasi segnalano una audience di 5,4 milioni (solo tv connesse) per Dazn-Nielsen (che salgono a circa 7 milioni con tutti i device) e 3,6 milioni per Auditel. Una differenza troppo marcata.

Il tema Dazn sarà trattato nell’assemblea di Lega fissata il 7 ottobre.

Caso DAZN, Anzaldi (IV) ‘Agcom e Antitrust assenti, si muova il Governo’

“Di fronte alla totale assenza delle authority di controllo come Agcom e Antitrust sugli scandalosi disservizi di Dazn per il calcio in streaming, ora è doveroso che intervenga il Governo, come peraltro ha già chiesto il Parlamento con la risoluzione approvata nella commissione Trasporti della Camera presieduta da Raffaella Paita. Prima che a intervenire sia la magistratura, si muovano i ministri competenti”. Lo scrive su Facebook il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi.

Sassoli (Upa): ‘Calcio in streaming è in fuori gioco’

Infine, oggi le richieste dell’Upa (Utenti pubblicità associati). Il calcio in streaming “in questo momento è in fuorigioco”. Usa questa metafora il presidente di Upa Lorenzo Sassoli de Bianchi per spiegare cosa il mercato chiede agli Ott e in particolare a Dazn al centro dell’istruttoria di Agcom per dati audience poco trasparenti. “Chiediamo una cosa sola agli Ott che stanno lavorando sul calcio in streaming che si facciano rilevare da terzi, da un Jic (Joint industry committee) il prima possibile” dice Sassoli.

“Ci troviamo per la prima volta davanti a un calcio in streaming, non era mai accaduto. E’ un’innovazione radicale per il nostro paese che ha due temi uno quello di banda e l’altro quello della trasparenza dei dati. Il calcio è un mezzo molto interessante per noi investitori – spiega – perché comporta coinvolgimento emotivo, passione; viene programmato in diretta e se la diretta viene interrotta perde il suo pathos, un problema di fruizione che fa arrabbiare il pubblico che ha pagato. Chiediamo garanzia di una visione per tutti, per garantire il pubblico che paga e le aziende che investono in pubblicità”. Poi c’è il nodo dei dati: “la situazione è nebulosa”. “Capiamo che tutto ciò che è nuovo è in rodaggio, vogliamo essere comprensivi ma chiediamo trasparenza e responsabilità, non intendiamo demonizzare nessuno ma esortare ad essere trasparenti, un sistema così garantisce concorrenza e va a vantaggio di tutti”.