Dopo decenni segnati da incidenti, disinformazione e ostacoli normativi, l’industria dell’energia nucleare sta vivendo un rinnovato slancio grazie all’enorme richiesta energetica imposta dallo sviluppo dell’AI.
Grandi aziende tecnologiche come Microsoft, Amazon e Meta stanno riversando capitali in impianti nucleari, attratte dalla capacità di questa fonte di offrire energia costante e a basse emissioni per alimentare data center e infrastrutture AI.
Microsoft, ad esempio, ha investito nella riapertura di centrali dismesse come Three Mile Island e Palisades, mentre Amazon ha destinato 500 milioni di dollari alla startup X-Energy per sviluppare reattori modulari di piccola scala (SMR).
Sebbene gli SMR siano al centro di numerosi investimenti e speranze, la comunità scientifica rimane divisa: alcuni ne lodano il potenziale innovativo, altri sottolineano la mancanza di esperienze concrete e infrastrutture adeguate.
L’ex presidente della Nuclear Regulatory Commission, Allison MacFarlane, mette in guardia sui costi ingenti e sulla complessità delle catene di approvvigionamento, evidenziando la maggiore efficienza economica dei reattori tradizionali.
Tuttavia, la percezione generale tra gli ingegneri nucleari è positiva: la visibilità ottenuta dall’AI sta fungendo da catalizzatore per nuovi progetti, attrazione di talenti e promozione di idee innovative, anche al di fuori della generazione elettrica.
Il settore potrebbe trarne non solo benefici energetici ma anche sociali ed economici, aprendo carriere stabili per giovani professionisti e dando nuova vita a un comparto spesso percepito come obsoleto. L’infusione di capitale di rischio, come dimostrato dai miliardi raccolti da startup di fusione e nucleare, conferma un momento storico favorevole per il rilancio dell’energia atomica nel contesto dell’AI.
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Le persone stanno ingannando i chatbot AI per commettere crimini
Ricercatori dell’Università Ben Gurion hanno scoperto una tecnica di “jailbreaking universale” in grado di eludere i limiti etici imposti ai chatbot basati su AI, permettendo loro di fornire istruzioni dettagliate per attività illecite come frodi, produzione di droghe o attacchi informatici.
Questo metodo si basa sulla formulazione di richieste fittizie, ad esempio inserendole in contesti narrativi, che sfruttano la propensione dei modelli linguistici ad aiutare gli utenti, anche a discapito delle loro salvaguardie interne. Gli sviluppatori cercano di prevenire simili abusi eliminando contenuti pericolosi durante l’addestramento e imponendo rigide regole di comportamento.
Tuttavia, la struttura stessa dei modelli, che premia la cooperazione, può essere manipolata con l’inganno linguistico. Le risposte ottenute risultano spesso precise, complete e facili da applicare, il che solleva serie preoccupazioni sulla sicurezza delle AI disponibili pubblicamente. Il panorama si complica ulteriormente con l’emergere dei cosiddetti “dark LLM”, ovvero modelli intenzionalmente progettati senza freni etici, che promuovono attivamente comportamenti criminali.
Nonostante le segnalazioni ai produttori, molte aziende non hanno risposto o non hanno considerato il problema una falla tecnica da risolvere. La facilità con cui queste AI possono essere deviate dal loro scopo originario suggerisce la necessità urgente di una revisione delle modalità di addestramento, diffusione e regolamentazione.
La tensione tra apertura cognitiva e protezione sociale resta irrisolta, e il rischio che questi strumenti si trasformino da assistenti a complici è sempre più tangibile.
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OpenAI apre una sede in Corea del Sud per stimolare una crescita ulteriore
OpenAI ha annunciato l’apertura di una nuova entità legale in Corea del Sud, rafforzando la sua presenza in Asia con l’obiettivo di accelerare la diffusione delle proprie tecnologie basate sull’AI.
La sede operativa sarà localizzata a Seul e costituirà il terzo ufficio asiatico dell’azienda dopo quelli di Giappone e Singapore. Secondo l’azienda, la Corea del Sud rappresenta il mercato con il maggior numero di abbonati paganti a ChatGPT al di fuori degli Stati Uniti, confermando il ruolo centrale del Paese nell’ecosistema globale dell’intelligenza artificiale.
La strategia prevede l’assunzione di personale locale per supportare collaborazioni con imprese e attori istituzionali, favorendo lo sviluppo di infrastrutture AI e l’integrazione dei software di OpenAI nei processi pubblici e privati.
Il Direttore della Strategia, Jason Kwon, attualmente in tour diplomatico-industriale in Asia, ha sottolineato come l’intero ecosistema coreano, dalla produzione di semiconduttori al software fino all’educazione intergenerazionale, offra condizioni ideali per un impatto significativo dell’AI.
Questo posizionamento strategico rientra in una visione più ampia che mira a stabilire una presenza concreta nei mercati chiave per lo sviluppo dell’AI, rafforzando al contempo i legami con governi e partner tecnologici.
L’iniziativa testimonia la volontà di OpenAI di non limitarsi a esportare soluzioni, ma di radicarsi in territori ad alta intensità tecnologica per contribuire alla costruzione di un’infrastruttura AI sostenibile e scalabile.
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