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Il 5G va nello spazio via satellite. Nuova sfida a Starlink di Elon Musk?

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Il dado è tratto. Il 5G andrà nello spazio, o quanto meno ci proverà. Sono partite le sperimentazioni per testare la nuova rete mobile sfruttando la connettività satellitare. A lanciare il progetto un consorzio formato da Thales, Ericsson e Qualcomm che hanno unito le forze e testare un progetto finalizzato al lancio, entro 4 o 5 anni, di una costellazione di satelliti in grado di portare il satellite ovunque sulla terra. Anche dove le reti mobili terrestri non arrivano, cioè nelle zone non coperte (aree bianche), nei mari e per gli oceani, in montagna e, perché no, sull’Himalaya se necessario, e in mezzo alla giungla amazzonica. Il progetto potrebbe arrivare a costare fino a 8 miliardi di euro.

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Il consorzio

L’annuncio del partenariato è arrivato qualche giorno fa a Parigi. L’obiettivo, come detto, è diffondere il 5G ovunque nel globo attraverso una costellazione di piccoli satelliti a bassa quota che girano intorno all’orbita della terra.

Per il momento, il progetto è soltanto all’inizio.  I player coinvolti, vale a dire il gigante francese della difesa Thales, il vendor di attrezzature di rete svedese Ericsson e il produttore di semiconduttori americano Qualcomm, hanno condotto delle ricerche in parallelo. Le tre aziende stanno adesso per passare a duna nuova fase di test sul suolo terrestre.

Prima volta che vendor Tlc guarda al satellite

E’ la prima volta, fa notare oggi il Financial Times, che un grande fornitore di attrezzature di rete mobile come Ericsson sta sperimentando l’uso di satelliti in orbita terrestre bassa per garantire connettività 5G. E potrebbe essere questa la soluzione per i governi su come arrivare a coprire tutto il territorio con reti 5G ubique, tramite il satellite appunto.

Il fiorente mercato dei satelliti in orbita bassa è dominato da SpaceX, il progetto satellitare di Elon Musk.  

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Ma se tutto andrà come previsto, il progetto potrebbe entrare in concorrenza con Starlink, l’offerta di internet satellitare lanciata da Elon Musk, il patron di Tesla, per quanto i tre alleati sfidanti sostengano che il loro sistema sia qualcosa di diverso.  

Tanto più che Starlink ha già messo in orbita 2mila satelliti (a fronte di un obiettivo complessivo di 30mila), il progetto 5G sarà basato su satelliti di dimensioni più grandi e meno numerosi (fra 600 e 800 per avere una copertura mondiale).

Mondi convergenti

In concreto, scrive oggi Les Echos, Thales costruirà i satelliti, mentre Ericsson installerà il cuore della rete sulla terra. Qualcomm, dal canto suo, realizzerà degli smartphone di prova che dovranno comunicare con questi stessi satelliti in orbita bassa, e non più con le tradizionali antenne cellulari terrestri degli operatori Tlc.

Sarebbe una vera rivoluzione nelle Tlc, commentano con entusiasmo da Thales. Fino ad oggi c’è sempre stata una sorta di competizione fra satellite e Tlc, ma la convergenza fra questi due mondi sembra sempre più dietro l’angolo.

Dal primo lancio del primo 5G quattro anni fa, 210 operatori di telecomunicazioni in tutto il mondo lo hanno implementato, secondo Ericsson. Entro la fine dell’anno si abboneranno 1 miliardo di persone. Vista l’entità degli investimenti necessari per realizzare le nuove reti, il 5G è però per il momento riservato alle città. Alcune aree remote o scarsamente popolate riceveranno poca o nessuna copertura, almeno nel breve termine. Per non parlare degli oceani o dei mari dove la copertura del suolo è per definizione impossibile.

Velocità più vicina al 4G

Ma alcuni servizi, come la polizia, la gendarmeria, o anche le auto a guida autonoma, hanno bisogno di ridondanza e sicurezza. Per loro una connessione discontinua è impensabile. E’ qui che una connessione 5G satellitare potrebbe avere più spazio anche commerciale. In caso di guasto o incidente, è qui che i satelliti possono fornire una copertura “complementare” alle reti terrestri, insiste Thales. In pratica, però, la velocità offerta sarà più vicina a quella del 4G che del 5G. È possibile ottenere “diverse decine di megabit al secondo”, contro i 50-150 megabit al secondo di Starlink.

I tre alleati dovranno anche lavorare anche sul modello di business. Questa costellazione dovrà essere acquistata da un operatore satellitare, Thales non avendo la vocazione per gestirla essa stessa. Dal lato dei clienti, il consorzio si rivolge ai governi a cui la capacità può essere venduta direttamente. Per il grande pubblico, invece, sarà necessario stabilire accordi con gli operatori di telecomunicazioni per distribuire tale offerta.

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