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Il 21 settembre 1937 J.R.R. Tolkien pubblica “Lo Hobbit”

Invaghiti da “Game of Thrones” e dal maghetto di Hogwarts, spesso ci dimentichiamo di J.R.R. Tolkien. Eppure, basti solo pensare che quando la Rowling venne ‘vivamente incoraggiata’ a pubblicare “Harry Potter” sotto pseudonimo, quel “J.K.” non le suonava poi così male: evocava, in fondo, il padre del fantasy. 

Ma arriviamo al protagonista di oggi, il drago Smaugh, che lo scrittore ci presenta in “Lo Hobbit” tutto sonnecchiante nel ventre della montagna. È una creatura talmente avida che dorme sull’oro e ha una corazza resistente a ogni scalfittura. Ma è lì che si trova il tallone d’Achille, perché c’è piccola scaglia mancante, vicino al cuore; un’informazione che Bilbo (il protagonista del libro) prende e porta a casa, segnando l’inizio della fine del mostro.

Proprio pensando a quella corazza, abbiamo realizzato il nostro drago che, a differenza di Smaugh, è ricoperto di ‘scaglie’ di matita. Apparentemente sarà molto più fragile, ma risponde a un preciso disegno: non è tutto oro ciò che luccica! 

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